PRIMO INCONTRO SUI CORPI CIVILI DI PACE
Impruneta (Firenze) 26 - 27 gennaio 2001

Relazione del Coordinatore della Segreteria Tecnica
Silvano Tartarini, Sebretario dell'Associazione Berretti Bianchi Onlus

Cari amici, vi invio questa mia relazione sull’incontro di Impruneta, fatta sulla base degli appunti di Enrico Euli, che ringrazio per tutto il lavoro interamente gratuito, che ha fin qui svolto. Preciso che ho solo cercato di mettere assieme quello che era sparpagliato nei vari interventi assieme alle decisioni prese.
C’è stata una introduzione di Alberto L’Abate, che ha chiarito le ragioni dell’incontro e quello che si intendeva promuovere, ricordando che da una precedente riunione a Perugia era nata l’esigenza di lavorare alla stesura di una prima bozza di statuto, di cui si era occupata Antonella Sapio. La bozza di statuto era stata inviata a tutti i partecipanti all’incontro per fornire una possibile traccia organizzativa su cui riflettere e discutere, poiché si avvertiva l’esigenza di una struttura interna che potesse fornire maggiori garanzie di buon funzionamento, in grado di contenere e valorizzare tutta la diversità delle presenze in Italia attive in questo campo. In sostanza si è rilevato che l’urgenza imposta dalla situazione di "guerra globale" richiede una sinergia tra le varie organizzazioni impegnate sui tempi della prevenzione e dell’opposizione alla guerra diretta alla realizzazione concreta di un primo Corpo Civile di Pace. Si intende lavorare ad una struttura efficace, in grado di costruire in pari tempo formazione e azione.
Su questa premessa si è aperto il dibattito che ha anche finito per fare il punto sulla situazione legislativa sul tema e ha dato informazioni sui rapporti e contatti istituzionali rilevando come già dal 1995, grazie ad A. Langer, si è cominciato a lavorare a una proposta sui corpi civili di pace.
Successivamente, dalla primavera del ’99, la UE ha dato vita alla cosiddetta politica estera di sicurezza comune incentrata all’inizio sugli aspetti militari, ma che, dopo le proteste dei 4 paesi neutrali e della sinistra, viene affrontata ora non solo da un punto di vista militare ma anche civile attraverso una serie di organi in via di definizione.
Rispetto al problema se costruire un Corpo Civile di Pace dal basso o intervenire sulla realizzazione dei Corpi Civili di Pace istituzionali, la decisione emersa è stata quella di partire dal lavoro fatto e dalla nostra specificità per arrivare a costruire una prima realtà operativa dal basso e una proposta politica in grado di confrontarsi con le istituzioni ai vari livelli, anche sul terreno della formazione. Qui va rilevato che è stata ipotizzata anche una formazione comune tra civili e militari. Poiché, i precedenti osservatori italiani in Kossovo per conto della OECE erano per lo più militari in borghese e dato che i militari tendono a vedere i Corpi Civili di Pace come subordinati alle loro direttive, e dal momento che non è possibile pensare a Corpi Civili di Pace che intervengano con la nonviolenza all'estero senza averla applicata anche nelle nostre città e nelle situazioni in cui viviamo normalmente si è ritenuto necessario lavorare anche allo sviluppo di Gruppi di Azione Nonviolenta (GAN), che operino sul territorio nell’ottica della costruzione dei Corpi Civili di Pace.

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