Movimento per un’alternativa nonviolenta
LA VIOLENZA NON E’ UNA SOLUZIONE !
Israele-Palestina : Per una forza internazionale di intervento civile


Per rafforzare lo spazio di dialogo degli operatori di pace
Per creare le condizioni di una soluzione politica del conflitto
Per uscire dalla logica di guerra


Il MAN in collaborazione con : Association Palestine 45 ; Coordination de l'Action Non-violente de l'Arche de Lanza del Vasto (CANVA) ; Les Casques Bleus Citoyens ; Mouvement contre le Racisme et pour l'Amitié entre les Peuples (MRAP) ; Mouvement de l'Objection de conscience (MOC) ; Pax Christi-France ; Secours Catholique/Caritas France ; Union Générale des Etudiants de Palestine (GUPS)

Con il sostegno di : Abnah Philistine, Action des Chrétiens pour l’Abolition de la Torture (ACAT), Assemblée Européenne des Citoyens (AEC) ; Civimed Initiatives ; Collectif judéo-arabe et citoyen pour la Paix ; Cultivons la Paix ; Ecole de la Paix ; Equipes de paix dans les Balkans (EpB) ; Femmes en Noir – Paris ; Femmes en Noir – Isère ; Institut de recherche sur la résolution non-violente des conflits (IRNC) ; Mouvement de la paix ; Service Civil International - Branche Française ; Solidaires des Israéliens contre l'occupation (SICO)

In Europa e nel mondo : Association pour l'étude, la promotion et le respect de la non-militarisation et de la démilitarisation (APRED) (Suisse) ; Centro Studi Sereno Regis (Italie) ; Christian Peacemaker Team (USA) ; Netherlands Expertise Centre Alternatives to Violence (NEAG) (Pays-Bas) ; Associazione. Papa Giovanni XXIII - Operazione Colomba (Italie); Université de la paix (Belgique)

In Israele e in Palestina: Arab Educational Institute ; Bustan ; Center for reconciliation and conflict resolution ; International Palestinian Youth League (IPYL) ; Jerusalem Center for women (JCW) ; New Profile ; One Voice – Palestine ; Wi'am

www.interventioncivile.org


AGIRE PER UNA RISOLUZIONE NONVIOLENTA DEL CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE


La soluzione non sarà militare
La coesistenza pacifica dei popoli israeliano e palestinese si basa sullo stabilirsi di relazioni fondate su giustizia ed equità. Le fondamenta della pace si costruiscono sul terreno delle società civili, appoggiandosi alle reti dei cittadini impegnati, in ciascuna delle parti, per la democrazia, la giustizia e il rispetto dei diritti umani.
Rispetto del diritto internazionale : Una pace giusta e duratura nella regione deve fondarsi sulle Convenzioni di Ginevra e sulle risoluzioni già adottate dalle Nazioni Unite. Queste ultime, riconoscendo il diritto di ciascun popolo a vivere in sicurezza in uno stato indipendente e riconosciuto dai vicini, costituiscono una solida base internazionale alla quale dovrà far riferimento qualsiasi regolamentazione del conflitto. E’ fondamentale che diritto e giustizia siano rispettati, affinché queste popolazioni vivano un giorno insieme in sicurezza e dignità nei due Stati reciprocamente riconosciuti, Israele e Palestina, assicurando normali rapporti di vicinato.

Ogni violenza è un ostacolo alla risoluzione del conflitto
Impedendo ai cittadini palestinesi di spostarsi, di studiare, di coltivare le loro terre, bombardando i territori e portando " attentati mirati ", demolendo le case e distruggendo le coltivazioni, costruendo il muro di separazione, emarginando i loro dirigenti, moltiplicando provvedimenti vessatori ed umilianti, l’azione militare del governo israeliano non fa guerra al terrorismo, né ad un esercito, ma ad un popolo.
Gli attentati-suicidi organizzati contro la popolazione civile israeliana non sono d’altra parte più adatti a costruire una soluzione del conflitto, né militare, né politica. Certo, l’umiliazione e la disperazione possono condurre dei giovani Palestinesi a lasciarsi convincere che di fronte ai carri armati, agli aerei e ai missili che aggrediscono il loro popolo alla luce del sole, commettere attentati-suicidi è l’ultima soluzione. Ma la ricerca di una pace giusta e duratura non può né giustificarlo né accettarlo.
Ciascuno impugna i crimini dell’altro per giustificare i propri assassinii in nome del diritto alla legittima difesa. Alla fine, questa politica doppiamente suicida produce due perdenti.

La pace sarà costruita dagli operatori di pace isareliani e palestinesi e dalle società civili.
Le società civili di ciascuna delle due parti in conflitto sono chiamate a giocare un ruolo decisivo nella ricerca di una soluzione politica che permetta di costruire una pace duratura. Ci sono già delle reti di cittadini/e che anche all’interno della propria comunità hanno oggi il coraggio e la lucidità di opporsi alla logica di guerra. Queste reti devono godere della solidarietà della comunità internazionale.

Per tutte queste ragioni, questa campagna deve incoraggiare gli operatori di pace israeliani e palestinesi a riappropriarsi delle poste in gioco del conflitto, oggi confiscate dalla logica di guerra, e permettere di creare le condizioni per una risoluzione politica del conflitto, accettabile da ambo le parti.
La creazione e l’invio di una forza internazionale di intervento civile in Medio Oriente mira così ad abbassare il livello di violenza, e a favorire le condizioni per il dialogo delle società civili.

PRINCIPI DELLA FORZA INTERNAZIONALE
DI INTERVENTO CIVILE NONVIOLENTO


Agire presso le società civili
Il processo di pace non può essere limitato all’iniziativa diplomatica nei confronti dei responsabili politici. E’ essenziale che contemporaneamente si attui una strategia di intervento presso le società civili, perché creare condizioni di pace tra i popoli è urgente tanto quanto favorire il dialogo fra i responsabili politici.
Alcune associazioni israeliane e palestinesi operano per la pace e lavorano quotidianamente per il diritto, la giustizia e il dialogo tra Palestinesi ed Israeliani. E’ presso queste associazioni che è necessaria la presenza di volontari.

Esempi di operatori di pace israeliani e palestinesi :
Rabbis for Human Rights : associazione di rabbini che denuncia le ingiustizie fatte ai palestinesi, lavora presso studenti ebrei, sostiene i Palestinesi, in particolare al momento della raccolta delle olive.
Arab Educational Institute : associazione palestinese che lavora sullo scambio interculturale, l’educazione alla nonviolenza e alla pace.
Wi’am : associazione palestinese che opera per la risoluzione nonviolenta dei conflitti, per la creazione di impieghi comunitari…
New Profile : associazione femminista israeliana di denuncia della militarizzazione della società israeliana e di sostegno agli obiettori di coscienza israeliani

Una terza parte, un doppio “prendere le parti”
Oggi, la linea di frattura non è fra Israeliani e Palestinesi ma tra quelli che in Medio Oriente vogliono privilegiare il " vivere insieme " e quelli che predicano il ripiegamento all’interno della comunità. In questo senso, l’intervento di una terza parte deve significare, in linea di principio e nei fatti, prendere in considerazione le preoccupazioni legittime delle due parti. La forza internazionale di intervento civile sui due territori di Palestina e d’Israele deve affermare una doppia solidarietà.

Con il sostegno delle parti in conflitto
Il dispiegamento di una forza internazionale di intervento civile non è pensabile che con l’accordo, o almeno la tolleranza, delle parti in conflitto. La presenza di volontari disarmati non può essere percepita né come aggressione, né come occupazione.

OBIETTIVI DELLA FORZA INTERNAZIONALE DI INTERVENTO CIVILE

-Favorire una risoluzione politica del conflitto con azioni di mediazione e di osservazione.
-Far regredire le paure, abbassare la sensazione di insicurezza. La presenza di volontari internazionali mira a testimoniare l’impegno della comunità internazionale a fianco delle popolazioni civili per rompere il circolo vizioso della violenza nel quale queste ultime si trovano imprigionate.
-Dissuadere gli attori armati dei due campi dal commettere atti di violenza contro civili, quali che siano le giustificazioni addotte. Ciò comporta certamente un numero abbastanza alto di volontari.

SUL TERRENO …
I volontari non-armati potranno intervenire grazie ad azioni di :
-valorizzazione degli operatori di pace e delle loro azioni, al fine di dar loro più visibilità e apportare il sostegno di una terza parte internazionale.
- rafforzamento delle condizioni per il dialogo delle società civili con azioni di mediazione, di prossimità, al fine di facilitare il dialogo tra le società civili israeliana e palestinese.
- osservazione del rispetto dei diritti umani in siti sensibili.

Formazione dei volontari
Esistono percorsi e metodi di formazione per preparare volontari all’Intervento Civile di Pace. Li addestrano alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, all’analisi dei rischi e ai mezzi per affrontarli con metodi nonviolenti. I futuri volontari si preparano a partire in missione con un lavoro sull’atteggiamento personale e il lavoro d’équipe nelle situazioni di conflitto, come pure sui compiti che avranno nell’intervento civile.

L’Unione Europea afferma di agire a favore di un mondo multipolare. Essa cerca di uscire dall’opzione militare come soluzione per gestire le crisi internazionali. La risoluzione del conflitto israelo-palestinese è l’occasione per concretizzare questo orientamento politico. Tuttavia la forza internazionale di intervento civile dovrà ricevere mandato da un’organizzazione internazionale come l’ONU.

TOP