UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Dipartimento di Studi Sociali
Facoltà di Scienze della Formazione
Corso di Laurea in “ Operatori per la Pace”
Accordi Culturali tra Universita’ Italiane e Universita’ Serbe e Macedoni ed Albanesi del Kossovo e della Macedonia
di Alberto L’Abate

Grazie alla concessione di un anno sabbatico, recentemente rinnovato, per studiare i rapporti tra etnie diverse, in particolare tra serbi ed albanesi del Kossovo ( zona facente parte della Serbia e confinante oltre che con la Serbia ed il Montenegro anche con l’Albania la Macedonia) il sottoscritto Alberto L’Abate, docente di “Metodologia della Ricerca Sociale” al Dipartimento di Studi Sociali della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze ( interessato da anni di problemi di pace, di risoluzione nonviolenta dei conflitti e di pregiudizi etnici e razziali) ha potuto portare avanti un lavoro di ricerca in loco molto approfondito intervistando studiosi, ricercatori ed autorità serbe ed albanesi. Ed anche molte persone comuni. Questo è servito a capire meglio le radici del conflitto, ed anche le possibili soluzioni ad esso, anche se la soluzione non è affatto facile. Per la continuazione della ricerca il sottoscritto sta raccogliendo gli scritti di Anton Cetta, noto etnologo albanese recentemente scomparso , che ha dato un notevole contributo, attraverso l’organizzazione di un movimento per il superamento della tradizione della “vendetta” e per la riconciliazione, allo sviluppo, tra gli albanesi del Kossovo, di una cultura della nonviolenza che ha poi permesso da parte loro la scelta di una strategia di lotta nonviolenta per il riottenimento dei diritti che il governo serbo ha tolto loro “manu militari”. La situazione del Kossovo è infatti difficile. Questa regione, che secondo la costituzione della Ex Federazione Yugoslava era un quasi stato, è stata occupata militarmente da oltre cinque anni dall’esercito serbo, e la popolazione sta resistendo nonviolentemente dando vita ad un governo ed a istituzioni parallele. Questo ha portato ad organizzare, in campo educativo, istituzioni allternative dalle elementari all’Università. Ma questo sta creando anche un grosso problema perchè la comunicazione tra serbi ed albanesi del Kossovo ed anche in Serbia diventa sempre più difficile. Edanche tra gli adulti serbi si sta creando un muro di incomunicabilità con un continua aumento di pregiudizi reciproci che rendono la situazione sempre più grave ed a rischio di esplosione da un momento all’altro. Per ottenere il visto a lavorare e continuare la nostra ricerca in quella zona il sottoscritto ha concordato con le autorità serbe ed albanesi, e con il “Centro Studi per la Pace nei Balcani” di Skopie, in Macedonia, dove il problema del rapporto tra albensi e macedoni è pure molto sentito, con l’appoggio del Sottosegretario all’Istruzione del governo ancora in carica (Professore di Pedagogia all’Università di Roma), e della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, di portare avanti una “ricerca-intervento” sui pregiudizi etnici e razziali che allarghi a livello internazionale la ricerca su questo tema che stiamo già conducendo in Italia con la collaborazione di altre università italiane. L’obiettivo della ricerca è la messa a punto e la valutazione dei risultati di programmi educativi per il superamento dei pregiudizi etnici all’interno delle scuole di vari ordini e gradi.. All’interno di questa ricerca un interesse particolare del sottoscritto, per il quale ha richiesto ed ottenuto dall’Università di Firenze due anni di congedo per studi, è quello di studiare le culture serbe e macedoni ed albanesi nel Kossovo ed in Macedonia e le loro interrelazioni, ed i rapporti interetnici tra queste popolazioni, mettendo anche a punto metodi di intervento per il dialogo interculturale e forme di scambio tra Università e scuole di paesi diversi che possano aiutare il superamento dei pregiudizi che potrebbero radicalizzarsi con la permanenza nell’ area del Kossovo, ed in parte anche in Macedonia, di sistemi scolastici separati (statale e parallelo). Si vorrebbero portare avanti due progetti, mettendo a punto anche metodi per la valutazione dei risultati dei medesimi:
1) il gemellaggio tra le Università di Firenze (Dipartimento di Studi Sociali), di Lecce, e di Modena, con un accordo anche con quella di Parigi, con le Università di Pristina (sia quella serba che quella albanese), nel Kossovo, e con quelle di Skopie e di Tetovo, in Macedonia, e con la collaborazione anche di un certo numero di classi di scuole italiane, serbe ed albanesi, in modo da superare da una parte l’interruzione degli scambi culturali che c’è stato tra i nostri paesi, e dall’altro per aiutare la comunicazione reciproca, sia pur indirettamente, tra Università e scuole serbe ed albanesi. Le università si scambieranno ricerche e ricercatori. I bambini delle scuole gemellate si scambiaranno disegni, foto, lettere (opportunamente tradotte, da parte nostra, nella lingua del ricevente) ed altro materiale che possa servire a comprendere meglio i problemi e la vita dei bambini dell’altro paese e dell’altro gruppo etnico, ed in modo da stabilire rapporti di amicizia epistolare che possano anche concludersi con viaggi comuni per incontrare e conoscere direttamente, o in Italia o viceversa nel Kossovo, i nuovi amici di corrispondenza. La ricerca si avvarrà della collaborazione di vari docenti di scuole elementari e medi che si sono dichiarati disponibili e di varie rganizzazioni non governative interessate ad evitare l’esplosione del conflitto. Questa ricerca-intervento sarà coordinata, in loco da un gruppo misto di studiosi e ricercatori serbi , macedoni, ed albanesi delle Università Serba ed Albanese del Kossovo, e di quelle di Skopie e Tetovo , nella Macedonia. Molti di questi studiosi si troveranno a lavorare insieme per la prima volta dopo vari anni. Questa ricerca darebbe alle Università ed alle scuole italiane un ruolo importante di riapertura del dialogo e di aiuto al superamento dei pregiudizi reciproci.
2) l’attivazione a Pristina, nel Kossovo, di un circolo di cultura italiana, aperto ai membri dei vari gruppi etnici della zona che già conoscano sufficientemente la nostra lingua, in cui si possano vedere importanti films della tradizione culturale del nostro paese (Rossellini, Visconti, Fellini, Rosi, ecc., ecc.) e discuterli successivamente in modo da poter conoscere meglio, oltre alla lingua, anche la cultura del nostro paese. E dove possano venire studiosi della lingua italiana e fare lezioni, conferenze, seminari di approfondimento ecc. Lo scopo ultimo di questo lavoro non è comunque quello di promuovere la cultura del nostro Paese, quanto quello di stimolare uno scambio culturale tra queste diverse tradizioni culturali che anche qui verranno approfondite, ad esempio, con visite e scambi reciproci. Per questo progetto l’Università di Firenze (Facoltà di Magistero, poi passati al Dipartimento di Studi Sociali) ha stanziato un piccolo fondo per l’acquisto di libri di cultura italiana che possano essere dati in prestito agli studenti interessati ad approfondire la loro conoscenza della lingua e della letteratura italiana. L’ottenimento di un finanziamento da parte del MURST per questo progetto permetterebbe, oltre a scambi tra docenti, anche l’apertura di seminari intensivi di lingua italiana per persone, di tutte le etnie, che abbiano una conoscenza della nostra lingua e desiderino approfondirla.

ALBERTO L’ABATE

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