Proposte di Ricerca
di Matteo Menin

PREMESSA

Lo scopo del gruppo di lavoro ricerca dovrebbe essere la messa in comune delle risorse delle organizzazioni aderenti per rendere la ricerca uno strumento politico efficace, tale da fornire un supporto scientifico e tecnico all’IPRI e, attraverso di esso, al Comitato per l’avvio di una serie di progetti di DCNANV .
La ricerca dovrebbe poi permettere la realizzazione di azioni concrete nel breve periodo individuando, nell’arco di sei mesi, possibili azioni pilota realizzabili anche in parternariato con progetti governativi e nongovernativi di altri paesi e/o la predisposizione di progetti realizzati dall’Italia, oltre che permettere all’Italia di formulare delle proposte politiche concrete in sede europea già dal prossimo Consiglio Europeo di dicembre, dove le capacità civili di prevenzione e gestione dei conflitti e delle crisi saranno oggetto di revisione.

CALENDARIO PROPOSTO

La prima fase, conclusasi lunedì 19 c.m. prevedeva la messa in comune di idee di possibili temi di ricerca da parte dei membri del gruppo di lavoro.
La seconda fase, che coinvolge tutti gli aderenti all’iniziativa del “Nuovo IPRI”, secondo il calendario proposto, dovrebbe iniziare lunedì 26 luglio e concludersi nella prima metà di agosto con la raccolta di tutti i progetti di ricerca, tali progetti andrebbero ridiscussi in una riunione dell’IPRI che concluderebbe questa seconda fase. La terza ed ultima fase prevede che il GdL Ricerca si occupi di dare forma organica ai progetti di ricerca , raccogliendoli in un’unica proposta e verificando completezza, articolazione e coerenza (tale proposta complessiva, dopo essere stata approvata dai membri del nuovo IPRI, verrà presentata al Comitato DCNANV entro i primi di settembre). Vedi anche file excel allegato.

PROPOSTE di RICERCA :

(Qui a seguire la sintesi in un unico documento delle idee di ricerca di: Bernardo Venturi, Carlo Schenone e Matteo Menin– le uniche pervenutemi)

Finalità delle proposte di ricerca: fornire alla Comitato DCNANV, attraverso l’IPRI, una base scientifica e di expertise per le decisioni relative alla DCNANV da realizzare nel quadro del servizio civile nazionale.

Obiettivi di ricerca:

1.Esaminare lo stato dell’arte della DCNANV in Italia e all’estero.
- Individuare, analizzare, confrontare le legislazioni nazionali e i documenti internazionali in materia.
- Individuare i principali centri di ricerca nazionali ed internazionali sulla DCNANV
- Individuare, analizzare e confrontare le diverse iniziative (governative, di società civile, universitarie ecc…) di formazione alla DCNANV

2. Indicare possibili politiche governative ed intergovernative di DCNANV

3. Indicare possibili progetti ed iniziative di DCNANV da realizzare a livello nazionale, europeo ed internazionale.

4. Realizzarei studi di fattibilità su progetti a cui i volontari in servizio civile potrebbero partecipare.



Risultati attesi:

- Individuazione dei vuoti normativi e dei necessari provvedimenti politici, legislativi ecc…
ed elaborazione di documenti ad hoc per il Comitato DCNANV (dossier)
- Censimento e catalogazione delle risorse nazionali di DCNANV nei settori della ricerca, formazione, sperimentazione ecc… (registri, cataloghi…)
- Individuazione delle competenze e capacità operative di DCNANV che sono attualmente disponibili e delle carenze in materia da superare, anche alla luce degli impegni Italiani in ambito europeo (database)
- Definizione di curriculae, percorsi e strumenti formativi (manuali) in materia di DCNANV
- Individuazione di strumenti di comunicazione idonei alla divulgazione delle tematiche legate alla DCNANV (sito web, materiali divulgativi e promozionali quali volantini, opuscoli, libretti, periodici ecc..)
- Individuazione di possibili aree funzionali (monitoraggio diritti umani, osservazione elettorale, educazione alla pace, ecc) e geografiche (Mediterraneo, Balcani, ecc) in cui sviluppare di programmi/progetti di DCNANV in partnership con enti stranieri (OOII, ONG, Chiese, Università, Centri di ricerca, ecc…).

Gli Ambiti in cui sviluppare l’analisi finora individuati sono i seguenti:

a. La DCNANV come risposta alla minaccia del terrorismo, specialmente nei suoi aspetti di prevenzione.
Tale risposta potrebbe essere realizzata attraverso:
1. il rafforzamento della società civile democratica negli ambienti di origine della minaccia terroristica;
2. il rafforzamento della coesione sociale nei paesi che vogliano reagire civilmente alla minaccia (ad esempio attraverso la diffusione sul territorio di una generazione che, attraverso il servizio civile, abbia sperimentato in prima persona tecniche di gestione dello stress e delle emergenze).

b. Gli strumenti dell’Unione Europea per la gestione civile delle crisi e dei conflitti e le opportunità che la PESC e la PESD offrono alla realizzazione di progetti di DCNANV, in particolare prendendo in considerazione:

-I PROGETTI di integrazione in corso (ECPC , CIVILIAN CAPACITIES , EPA )
- Le POLITICHE (Politica di Prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi, La politica di non proliferazione, disarmo e controllo degli armamenti, la politica di cooperazione, la promozione della democrazia e dei diritti umani, l’intervento umanitario, la costruzione della pace, ecc.)
Gli STRUMENTI geografici (ACP , MEDA , Balcani , ecc) e settoriali (EIDHR , RRM , ECHO , ecc.)

Andrebbero presi in considerazione anche i recenti sviluppi legati all’adozione del nuovo Tratto Costituzionale (es. art III-223 che prevede l’istituzione di un Corpo volontario europeo di aiuto umanitario formato da giovani europei ) e l’azione dei maggiori coordinamenti di ONG e Società Civile

La ricerca si concentrerà sull’individuazione di aree compatibili con il mandato dell’UNSC, non trascurando tuttavia l’analisi di altri ambiti potenziali di impiego di risorse di DCNANV – nell’accezione più ampia del termine - del nostro paese; ciò anche al fine di fare della ricerca uno strumento di possibile orientamento per future iniziative di altre amministrazioni dello stato (es. MAE, Ministero della Difesa, Ministero dell’interno, Ministero della sanità, ecc.) o dello stesso UNSC.



c. Le esperienze straniere di DCNANV, che potrebbero fornire esempi concreti realizzabili anche in Italia ed essere da base per dar vita ad azioni comuni nel quadro di partnership europee, completando ed integrando così l’integrazione già in corso fra gli strumenti militari, di polizia, di protezione civile, di amministrazione civile e giudiziari.
Alcuni esempi di diverse esperienze straniere da indagare:
1. Germania, il Ministero per la Cooperazione ha istituito un programma governativo chiamato “Servizi Civili di Pace”, e un Fondo per iniziative di pace è istituito presso il Ministero Affari Esteri; i
2. Svezia: le ONG e i militari effettuano regolarmente esercitazioni congiunte per coordinarsi meglio, pur nella rispettiva indipendenza, sui teatri di missioni di pace;
3. Olanda: il governo sta trattando con le piattaforme di ONG per finanziare la formazione di civili pronti a essere dispiegati in zone di crisi, ecc via dicendo: le esperienze nazionali europee meriterebbero da sole un convegno esse stesse e potrebbero ispirare diverse azioni della Commissione DCNANV.


d. Lo studio dell’utilizzo degli strumenti di information & communication technology (ICT) nella DCNANV.

In particolare si tratterebbe di:
-Analizzare e individuare come i sistemi informativi territoriali, le reti internet ed i moderni strumenti di comunicazione potrebbero favorire lo sviluppo di una DCNANV efficace.
-Analizzare la possibile integrazione degli attuali strumenti di ICT a disposizione delle protezione civile con quelli della DCNANV e/o lo sviluppo di strumenti propri alla DCNANV.
- Individuazione di progetti sperimentali di utilizzo della ICT (ad esempio: nella allerta e reazione rapida: identificazione delle minacce alla sicurezza e delle risorse di DCNANV utilizzabili; nella gestione dei flussi di profughi, rifugiati e sfollati, nelle azioni di bonifica di siti pericolosi, nella prevenzione dei crimini di guerra e contro l’umanità, nella pianificazione e realizzazione di azioni dirette nonviolente ecc.)
-Individuare una migliore organizzazione delle strutture dell’UNSC responsabili della DCNANV, in particolare attraverso strumenti di ICT che tengano conto della necessaria struttura decentrata che un’efficace DCNANV presuppone.


e. Lo studio di strumenti di comunicazione, divulgazione e promozione della DCNANV presso il grande pubblico, i cittadini ed i giovani:
la creazione di un Gruppo di Lavoro sulla Comunicazione che dovrebbe lavorare in contatto con l’UNSC e occuparsi appunto di questi temi.
Fra le attività potrebbero esserci: la produzione di una newsletter telematica e di un bimestrale cartaceo di informazione sulla DCNANV e le sue possibilità di "contaminazione" col resto dell'associazionismo; la produzione di materiali di informazione sulle opportunità di SC in ambito DCNANV; la traduzione in italiano di documenti europei ed internazionali; rapporti regolari da Roma, Bruxelles e dal mondo su novità istituzionali e non sul tema; diffusione a Bruxelles e nelle reti europee delle attività delle associazioni italiane che si occupano di tematiche vicine alla DCNANV e del Comitato stesso.


f. La Ricerca orientata all’azione non può prescindere dalla collaborazione con le associazioni italiane che in Europa e nel mondo fanno parte di reti europee e mondiali realizzando azioni di difesa civile e nonviolenta. Esse sono da considerare come una risorsa per tutto il settore. Proprio coinvolgendo l’esperienza concreta sul campo di tali organizzazioni andrebbero realizzati degli studi di fattibilità per dei contingenti di pace elaborando così una o più proposte alternative per il governo italiano;

Riguardo alle Modalità di organizzazione e coordinamento dei progetti di ricerca si rimanda a quanto verrà proposto e discusso alla prima riunione del Gruppo di Lavoro (data da definire)


Padova, 26 luglio 2004

Matteo Menin
CSDC


NOTE
1 Al posto del termine “DPN” Si è preferito utilizzare il termine Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta (DCNANV), che è quello utilizzato anche dal Comitato.
2 Politica Estera e di Sicurezza Comune: http://europa.eu.int/pol/cfsp/index_it.htm oppure http://europa.eu.int/comm/external_relations/cfsp/intro/index.htm
3 Politica Europea di Sicurezza e di Difesa: http://ue.eu.int/cms3_fo/showPage.asp?lang=it&id=261&mode=g&name =
4 L’ultimo atto del Parlamento Europeo in materia di Corpi Civili di Pace Europei (ECPC) è uno studio di fattibilità commissionato dalla DG Ricerca ad ISIS Europe e Berghof Research Center for Constructive Conflict Management, a cui anche il CSDC ha contribuito:
http://www.isis-europe.org/ftp/Download/ECPCstudy%20fortheweb.pdf
5 Le capacità civili di gestione delle crisi, che saranno oggetto di revisione durante l’attuale semestre di presidenza Olandese dell’UE: http://ue.eu.int/cms3_fo/showPage.asp?lang=it&id=278&mode=g&name
6 L’Agenzia Europea per la costruzione della pace (Europeam Peacebuilding Agency) è una proposta elaborata da alcune organizzazioni aderenti ad EPLO (uffcio europeo di collegamento per il peacebuilding): www.eplo.org fra cui il CSDC, presentata alcuni mesi fa al Parlamento Europeo. Attualmente il progetto è in una fase di rielaborazione a seguito di un primo confronto avuto con i rappresentanti governativi e istituzionali.
7 Africa, Caraibi e Pacifico
8 Strumento di finanziamento del Parternariato Euromediterraneo
9 come CARDS, Phare ecc…
10 European Initiative for Democracy and Human Rights
11 Rapid reaction mecanism (meccanismo di finanziamento rapido degli interventi di breve termine nelle crisi e nei conflitti)
12 Ufficio Umanitario della UE
13 E’ utile precisare che questa formulazione, ed in particolare l’opportunità di utilizzare giovani volontari nelle operazioni umanitarie, ha sollevato non pochi dubbi e perplessità da parte di organizzazioni umanitarie.

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