Corpi Civili di Pace: Presentata Proposta di Legge
di Gabriella Meroni

Tratto da Vita non profit on line 26/05/2005

Prevenire e gestire i conflitti, favorendo la conciliazioni fra le parti attraverso l'intervento di osservatori e mediatori direttamente sul campo. E' la scopo dei Corpi Civili di Pace, rappresentati in Italia da una rete di una quindicina di associazioni, e per i cui aderenti si chiede ora, con una specifica proposta di legge, la possibilita' di congedi dal lavoro per partecipare a missioni internazionali.

La proposta, prima firmataria Tiziana Valpiana (Prc), e' stata illustrata oggi a Montecitorio dal prof. Alberto l'Abate dell'Universita' di Firenze, presidente dell'Italian Peace Research Institute, dal prof. Nanni Salio dell'universita' di Torino e da Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta. La finalita' e' quella di ottenere un riconoscimento e un sostegno istituzionale ai Corpi civili di Pace che gia' operano da anni in situazioni di crisi, dal Kosovo alla Bosnia e allo Sri Lanka, e sulla base di progetti riconosciuti e' stato sottolineato - dall'Ufficio nazionale per il servizio civile. Chi vi lavora, secondo la proposta di legge, dovrebbe vedersi garantito un periodo frazionabile di almeno dodici mesi di aspettativa non retribuita dal proprio impiego, sia pubblico che privato, conservando pero' altri istituti come l'anzianita', le ferie, la tredicesima e i contributi previdenziali figurativi. I Corpi civili di pace hanno origine da un'iniziativa del 1995 di Alexander Langer: l'eurodeputato Verde ottenne infatti l'approvazione, da parte dell'assemblea di Strasburgo, di un emendamento per la creazione del Corpo civile europeo di pace, formato da controllori, mediatori e specialisti in materia di prevenzione dei conflitti. Uno strumento civile e non violento per la nascente politica estera comune dell'Europa - si legge nell'introduzione alla proposta di legge, tornato d'attualita' anche con il dibattito per il varo della Costituzione europea. Nel frattempo la societa' civile ha dato vita a molteplici iniziative, dai 'Volontari di pace' e dalle Marce per la pace in Medio Oriente all' Ambasciata di pace aperta nel 1998 a Pristina (Kosovo), fino alle iniziative di diplomazia parallela condotte dalla Comunita' di Sant'Egidio. In Italia, in particolare, i Corpi civili di pace fanno riferimento ad una sentenza della Consulta secondo cui il ''sacro dovere della difesa della patria'' e' realizzabile anche ''con un servizio civile di impegno sociale non armato'', e alla legge del 1998 sull' obiezione di coscienza, che prevede ''forme di ricerca e sperimentazione di difesa civile non armata e non violenta''. A questi principi si ispirano la associazioni che fanno capo alla Rete Corpi civili di pace, da Casa Pace Milano al Movimento nonviolento, da Operazione Colomba a Pax Christi, da Rete Liliput Bologna a Servizio Civile Internazionale. Fra queste figura l' Associazione Berretti Bianchi, che lavora fra l' altro ad un progetto per un' Ambasciata di pace a Baghdad in cui intervengano volontari adeguatamente preparati. Un organismo che dovrebbe agire come strumento di supporto logistico per tutte le Oing che intendano contribuire alla ricostruzione di un tessuto civile nel paese, preparando anche le condizioni per la mediazione di eventuali conflitti tra opposte fazioni. E sempre per l'Iraq si lavora ad uno specifico progetto di formazione da ospitare ad Amman, in Giordania. ''Sin dal 1992 era stata prevista la guerra in Kosovo e si erano suggerite soluzioni per evitarla - ha sottolineato oggi l'Abate, ricordando il proprio personale impegno nella regione -, quelle stesse soluzioni su cui si sta ragionando ora, dopo che la guerra ha peggiorato . Ma per ciascun euro speso allora per il lavoro sul campo finalizzato alla prevenzione del conflitto se ne sono spesi 142 per l'azione militare''. E se prima del conflitto i volontari di Operazione Colomba avevano difeso la popolazione di un villaggio serbo dalle azioni dell' Uck - ha ricordato Giorgio Capannini della stessa associazione, che opera anche in Palestina - ''oggi in Albania tentiamo di ricostruire un rapporto di fiducia tra le due parti''.

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