Si rafforzi il ruolo di imparziale mediatore dell’Onu,
affinare le strategie per gli interventi di pacificazione
di Ibrahim A. Gambari

Vice segretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari Politici

da Avvenire dell’8/10/2005

Una decisione, tra le meno controverse, adottata al recente vertice mondiale di New York lascia ben sperare, in quanto potrebbe dare un contributo decisivo per porre termine ad alcuni tra i più cruenti conflitti armati attualmente in corso. I leader mondiali hanno appoggiato il piano di Kofi Annan per rafforzare il ruolo dell'Onu come imparziale mediatore di accordi di pace. Le parti terze, al di sopra dei contendenti, sono di particolare utilità nei casi in cui anni, quando non decenni, di conflitti e violenze abbiano creato muri invalicabili di odio, superabili solo a condizione che attori esterni aiutino a ricreare un clima di comunicazione e fiducia. La ricerca della pace rappresenta un cammino dall'andamento spesso faticoso.

L'esperienza dimostra che talvolta occorre essere in tre per riuscire.

In ogni momento, il segretario generale delle Nazioni Unite può contare su decine di inviati speciali dispiegati dovunque nel mondo, che offrono i loro buoni uffici per suo conto. Sebbene essi siano attivi oggi in luoghi come Iraq, Medio Oriente e le regioni africane devastate dalla guerra, il loro ruolo non si limita al tentativo di porre fine a un conflitto. I buoni uffici possono essere utilizzati per altri scopi pacifici - per liberare ostaggi, ad esempio, o risolvere dispute di frontiera o disinnescare controversie elettorali o di carattere locale prima che si infiammino e degenerino.

Mediatori Onu hanno contribuito al conseguimento di fondamentali accordi di pace in Cambogia, El Salvador e Guatemala nel corso degli anni '90, ponendo fine ad alcuni tra i più cruenti conflitti del nostro tempo. Nel passato più recente, è stato un diplomatico delle Nazioni Unite, Lakhdar Brahimi che, attraverso un'instancabile attività svolta in contesti di forti divisioni etniche e politiche, ha svolto un ruolo chiave per la formazione del governo di transizione e la definizione di un programma di azione che ha guidato l'Afghanistan a partire dalla caduta del regime dei taleban. Ci sono casi in cui il segretario generale è personalmente coinvolto - come ad esempio quando i buoni uffici di Kofi Annan hanno permesso di scongiurare un confronto tra Nigeria e Camerun a proposito di una penisola ricca di giacimenti di petrolio rivendicata da entrambi i Paesi. In altri casi, come nel Sudan in questo periodo, le Nazioni Unite assistono altri attori internazionali nel loro sforzo di pacificazione. Allo storico accordo raggiunto quest'anno per mettere fine a venti anni di spargimenti di sangue tra Nord e Sud del Paese deve ora seguire un analogo accordo, promosso dall'Unione Africana, per arrestare le atrocità in Darfur. Ma nonostante possa vantare il contributo eccellente di diplomatici di talento, l'attività di pacificazione delle Nazioni Unite ha ancora bisogno di essere potenziata.

Ora che il vertice mondiale è terminato, si può tradurre in azioni specifiche il vasto consenso che il concetto di rafforzamento del peacemaking delle Nazioni Unite si è visto riconosciuto dai governanti mondiali. Un Comitato di esperti di alto livello incaricato dal segretario generale ha proposto che l'Onu crei un gruppo di mediatori professionisti, i quali diano il loro supporto agli inviati dell'Organizzazione sul terreno.

Il Comitato è anche convinto che il dipartimento che si occupa di attività di pacificazione all'interno dell'Onu (il Dipartimento degli Affari Politici, che io dirigo) sia fortemente sottodimensionato e richieda quindi un rafforzamento in termini di risorse umane. Non sappiamo quando avremo un'altra opportunità per potenziare il peacemaking delle Nazioni Unite. C'è però un numero di guerre civili in corso da lungo tempo che richiedono un qualche tipo di attività di mediazione - non importa se delle Nazioni Unite da sole o in cooperazione con altri. Dobbiamo essere pronti nel momento in cui saremo chiamati a operare.

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