"Si richiede di indagare".
L'inchiesta della Lega Araba su Gaza
di John Dugard

Lunedì 24 Agosto 2009 05:33
Tratto dal sito www.rete-eco.it


Zeitun, 23 agosto 2009
Dinanzi al Tribunale Penale Internazionale all'Aja (ICC) pende una richiesta di indagare se siano stati commessi crimini internazionali durante le operazioni portate avanti a Gaza da Israele nel dicembre 2008.
Durante l'offensiva erano stati uccisi più di 1400 palestinesi, di cui almeno 900 civili; vi erano stati più di 5000 feriti. Erano state distrutte circa 3000 abitazioni, così come molti edifici governativi, scuole, università , moschee, ospedali e fabbriche.
Diverse inchieste - inclusa una del Comitato Indipendente d’Inchiesta della Lega Araba (I.F.F.C.), che ho presieduto - hanno trovato prove rilevanti di gravi crimini commessi durante l'offensiva israeliana. Lo I.F.F.C ha raggiunto queste conclusioni sulla base dei fatti sopra descritti, delle dichiarazioni di testimoni circa uccisioni a freddo compiute da soldati israeliani, dell'uso di armi volte a provocare le più grandi sofferenze, e dai validi indizi che suggeriscono che Israele non abbia fatto alcun tentativo di distinguere fra obiettivi civili e militari.
La nostra inchiesta ha appurato che militanti palestinesi hanno pure commesso crimini di guerra, attribuendo però ad Israele la responsabilità della maggior parte dei gravi crimini internazionali compiuti nel conflitto.
Israele non fa parte del Tribunale Penale Internazionale, che quindi non ha giurisdizione sul suo territorio. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU potrebbe deferire la situazione all'I.C.C., così come ha fatto per il Darfur. Tuttavia questo è improbabile, dato che una tale manovra incontrerebbe per certo il veto degli USA. Per una possibile incriminazione resta una sola via da percorrere: la richiesta palestinese (ora davanti al procuratore dell'I.C.C., Luis Moreno-Ocampo) di indagare se siano stati compiuti crimini internazionali su territorio palestinese.
Lo Statuto di Roma, in base al quale è stato istituito l'I.C.C., permette ad uno Stato che non faccia parte dell'I.C.C. medesimo di accettare la giurisdizione della Corte riguardo a crimini commessi sul suo territorio. E’ significativo che la dichiarazione palestinese permetta al Tribunale Internazionale di esercitare la propria giurisdizione sui crimini commessi, e dai palestinesi, e dagli israeliani, su territorio palestinese.
Vi è però un problema in questa impostazione: se la Palestina sia o no uno "Stato". Nello Statuto di Roma manca una definizione di Stato, e non è previsto alcun organismo internazionale per il riconoscimento di quei Paesi che aspirino ad essere considerati tali; è così lasciato all'I.C.C. stesso il compito di determinarlo.

Più di 100 Paesi hanno riconosciuto uno "Stato di Palestina"; questo fa parte della Lega Araba. L'Autorità Nazionale Palestinese, inoltre, ha relazioni diplomatiche con molti Stati, e la qualifica di Osservatore alle Nazioni Unite.
Non è necessario che il procuratore dell'I.C.C. riconosca la Palestina come Stato in senso lato: occorre che lo faccia solo per gli obiettivi della corte. Nel prendere questa decisione, Moreno-Ocampo non dovrebbe applicare una procedura restrittiva che sottolinei l'assenza di un governo con pieni poteri, ma intraprendere piuttosto una procedura elastica, che attui lo scopo fondamentale dell'I.C.C..
Diversi fattori favoriscono una procedura elastica.
Primo, il fatto che l'entità palestinese è stata ampiamente riconosciuta come uno Stato, rispondendo alla maggior parte dei requisiti necessari a questa definizione: popolazione, territorio, governo, capacità di avere relazioni internazionali. Va riconosciuto che, in conseguenza dell'occupazione israeliana e della faida tra Fatah e Hamas, ha un governo debole. Tuttavia, onde promuovere gli scopi dell'ONU, vi sono stati ammessi Stati con governi ancora meno efficienti. Nel 1992, la Bosnia-Erzegovina è stata ammessa nel pieno di una guerra civile, tentando di raggiungere la pace; sono state parimenti ammesse diverse ex colonie in Africa, con una struttura statuale molto debole, per portare avanti l'obiettivo dell'autodeterminazione.
Secondo, l'Autorità Nazionale Palestinese ha un sistema giudiziario più sviluppato di quello di molti membri dell'I.C.C., il che la renderebbe in grado di ottemperare agli obblighi di cooperazione contenuti nello Statuto.
Terzo, lo Statuto di Roma ha l'obiettivo, come si afferma nel preambolo, di punire coloro che commettono crimini internazionali, e di prevenire l'impunità . Se un'entitÃà che dichiara essere statuale, riconosciuta come Stato da un gran numero di Stati, dichiara in base allo Statuto dell'I.C.C. di mirare all'attuazione degli obiettivi sopra elencati, lo I.C.C. medesimo dovrebbe accettarla come Stato, ai fini del proprio Statuto.
Una decisione dell'I.C.C. di indagare se a Gaza siano stati commessi crimini durante l'offensiva di Israele, darebbe pure all'I.C.C. medesima l'opportunità di dimostrare di non essere contagiata dalla politica dei due pesi e due misure, e di avere la volontà di agire contro crimini internazionali commessi al di fuori dell'Africa.

John Dugard, professore sudafricano di discipline giuridiche, è stato presidente della Commissione Indipendente di Inchiesta istituita dalla Lega Araba per indagare sulle violazioni del diritto umanitario durante le operazioni militari israeliane a Gaza nel 2008.

NYT, 22 luglio 2009 - Traduzione di Paola Canarutto e Carlo Tagliacozzo

Ndt: Il testo del rapporto si può scaricare al seguente link:
http://www.arableagueonline.org/las/picture_gallery/reportfullFINAL.
http://zeitun.ning.com/profiles/blog/show?id=2875552%3ABlogPost%3A4768&xgs=1


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