Tratto da La Nonviolenza In Cammino
Francesca Caferri Intervista Shirin Ebadi

[Dal quotidiano "La Repubblica" del 23 giugno 2009 col titolo ""In Iran
censura e violenza: chiedo l'aiuto dell'Europa" e il sommario "L'avvocato
pacifista oggi a Bruxelles per un appello alla Ue: tornero' a Teheran ma ora sono piu' utile qui. La Nobel Shirin Ebadi: le proteste non si fermeranno. Tutto il mondo ha visto quanto sono state pacifiche le manifestazioni. E quanto e' stata violenta la risposta del governo"]


Avrebbe voluto tornare in Iran, ma i suoi amici l'hanno fermata. Da dieci
giorni Shirin Ebadi e' in Europa. Gli occhi sono fissi a Teheran, dove la
premio Nobel si ripromette di rientrare fra pochi giorni, ma la scelta, per
ora, e' quella di rimanere lontana da casa, dove rischia l'arresto, per far
sentire al mondo la voce dei riformisti iraniani. "Sono piu' utile fuori dal
Paese che all'interno, dove regna la censura", spiega. La settimana scorsa
la Ebadi e' andata alle Nazioni Unite di Ginevra per chiedere che le
elezioni siano annullate. Ieri ha ripetuto questo messaggio all'Alto
rappresentante per la politica estera della Ue Javier Solana: nelle prossime
ore lo ribadira' al Parlamento europeo.
*
- Francesca Caferri: Signora Ebadi, la tensione nel suo Paese e' altissima.
Si aspettava quello che e' successo quando e' partita, il giorno delle
elezioni?
- Shirin Ebadi: No. Tutti si aspettavano che avrebbe vinto Moussavi. Era
un'opinione condivisa. Poi ci sono stati quei risultati e le persone hanno
cominciato a chiedersi dove fossero finiti i loro voti. Ed e' esplosa la
rabbia: non sono stati solo gli annunci sui falsi risultati che hanno fatto
infuriare la gente. Ma soprattutto le premature congratulazioni della Guida
suprema Khamenei ad Ahmadinejad. Nessuno poteva aspettarsi che le leggi
venissero violate in questa maniera. Ne' tantomeno questo comportamento
verso il popolo.
*
- Francesca Caferri: Quindi lei pensa che ci siano stati brogli nei
risultati...
- Shirin Ebadi: Gli oppositori di Ahmadinejad e le persone che dimostrano in
piazza lo pensano. Giustamente, ritengo. I raid dei poliziotti dopo il voto,
quando sono stati attaccati i dormitori degli studenti universitari e molte
persone sono state arrestate, rendono questa ipotesi piu' credibile. Ma a
questo punto il fatto piu' importante non sono piu' i brogli ma la maniera
in cui sono state trattate le persone che partecipavano alle proteste. La
gente che manifesta pacificamente non merita di ricevere pallottole come
risposta. Nessuno immaginava che il governo fosse cosi' crudele e violento.
Sono state aggredite persone indifese: la Costituzione iraniana dice che le
manifestazioni e i raduni pacifici devono essere consentiti. Questo non e'
stato rispettato. Tutto il mondo ha visto quanto pacifiche fossero le
manifestazioni del popolo iraniano e quanto violenta la risposta.
*
- Francesca Caferri: Da fuori questa appare soprattutto come una rivolta di
giovani e di donne: la sorprende?
- Shirin Ebadi: No. Sia i giovani che le donne negli ultimi anni hanno
sofferto per la diseguaglianza, che comunque ha toccato tutta la
popolazione. Volevano piu' liberta', non erano soddisfatti, volevano
cambiare. Pensavano, come tanta gente, che i riformisti avrebbero vinto.
Sarebbe andata cosi' se non ci fossero stati i brogli che hanno portato alla
vittoria di Ahmadinejad. Di fronte a questo il popolo iraniano ha chiesto di
annullare le elezioni: e non si fermera' fino quando questo non succedera'.
*
- Francesca Caferri: Anche se questo significhera' piu' violenza?
- Shirin Ebadi: Le persone che sono a favore delle riforme non ricorrono
alla violenza. Non e' nel loro modo di comportarsi. La violenza e' venuta
dalla parte della polizia e del governo. Le proteste continueranno, la gente
non usera' la violenza, cosi' come non l'ha usata fino a questo momento: in
questa maniera otterra' i risultati che vuole.


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