Khamenei sfidato da uno studente, il giovane matematico è già un mito
di Vincenzo Nigro
Fonte: Repubblica.it

Mahmoud Vahidnia ha parlato per 20 minuti attaccando la Guida Suprema
Adesso è diventato un eroe sul web. Il video della scena è cliccatissimo

Mahmoud Vahidnia è già diventato un piccolo eroe. Il giovane studente vincitore delle olimpiadi di matematica iraniane ha criticato l'ayatollah Khamenei durante l'incontro che la guida della rivoluzione iraniana ogni anno tiene con i migliori studenti e professori. Sono stati venti minuti di discorso che nulla e nessuno è riuscito a interrompere, venti minuti in cui il piccolo, coraggioso studente iraniano è riuscito a indirizzare verso il capo supremo iraniano le critiche che molti condividono ma che se espresse in pubblico fino a ieri avrebbero portato al carcere duro chi solo avesse iniziato a farle. Un modo per riuscire a dire che "il re è nudo" senza provocare la reazione immediata dei pretoriani dell'ayatollah.

Tutto è accaduto il 28 ottobre, all'università di Teheran: nel suo discorso introduttivo Khamenei aveva commentato con durezza i disordini scoppiati dopo le elezioni del 12 giugno, sentenziando che "contestare il voto del 12 giugno è il crimine più grande che possa esserci". Un ennesimo richiamo all'ordine dal leader di un regime che poco alla volta sembra riuscire a reimporre le sue regole alla società iraniana. La notizia, rilanciata da molti siti internet e da pochissime agenzie, è approdata questa mattina sul "Secolo XIX" di Genova.

Dopo gli interventi cerimoniosi e le domande "preparate" di altri studenti e studentesse, il giovane Mahmoud sale al podio alla sinistra di Khamenei, si aggiusta il microfono e inizia a parlare. Dopo le prime battute la televisione iraniana, che trasmetteva in diretta l'evento, stacca la spina e sospende tutto; ma i cellulari di molti fra i presenti sono serviti a registrare l'intervento di Mahmoud per rilanciarlo poi su Internet. "Voglio dirle qualcosa", esordisce il giovane rivolgendosi direttamente alla Guida, "perché nessuno può permettersi di criticarla in questo paese? Non è ignoranza questa? Lei ritiene di non fare errori? L'hanno trasformata in una sorta di idolo irraggiungibile che nessuno può sfidare".

Sbanda la prima linea di dignitari e professori, seduta in terra di fronte al leader: tutti insieme si girano verso destra, a guardare lo studente, i volti sbigottiti mentre l'arringa di Mahmoud prosegue. A un certo punto dalle file dei giovani parte qualche applauso; gli applausi poi si ripetono, diventano più insistenti.

La contestazione di Mahmoud continua così sincera, quasi candida, che lo stesso ayatollah Khamenei alla fine quasi sceglie di giustificarsi. "Le critiche sono bene accette, so che ce ne sono molte", dice l'ayatollah. E poi, riferendosi alle critiche del giovane alla Tv iraniana di cui la Guida è il responsabile supremo, l'ayatollah risponde: "Non crediate che per il fatto che io indichi il capo della televisione di Stato loro mi sottopongano tutti i programmi che trasmettono".

Gli spezzoni di video con la parte ufficiale trasmessa dalla tv e quelle aggiunte sul web da chi ha scaricato il suo telefonino in queste ore sono tra i più cliccati in Iran e in tutta la blogosfera persiana nel mondo. Incertezze sulla sorte di Mahmoud: c'è chi dice che, all'uscita dall'università sarebbe stato raggiunto da due uomini e identificato, chi afferma che è stato interrogato a lungo e chi, addirittura, che è sparito.

Per un attimo, comunque, le sue parole si sovrappongono alle notizie sulla grande partita che il regime iraniano sta giocando all'esterno, con l'Onu e con i paesi che vogliono uno stop al suo programma nucleare.

Oggi molti deputati della fazione "principialista" più conservatrice hanno detto che l'accordo proposto dalla Aiea per arricchire all'estero l'uranio iraniano non è accettabile. Fino a venerdì l'Iran aveva lanciato segnali contradditori, frutto diretto della voglia del regime di rimandare il più possibile una resa dei conti con la comunità internazionale ma segno anche della grossa indecisione, anche dei contrasti profondi che dividono le varie anime dell'establishment iraniano. Un regime che ormai è guidato da un leader a cui il giovane Mahmoud ha chiesto una cosa molto semplice: di essere pronto, anche lui, ad essere giudicato per i suoi errori.


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