ISM-Italia - Comunicato stampa 2009/06/25

9 luglio 2004 – 9 luglio 2009
5 anni dopo, la sentenza della International Court of Justice dell’ONU
sul Muro israeliano dell’Apartheid



Il 9 luglio 2004 La Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU ha emesso un parere consultivo, richiesto dall’Assemblea Generale dell’ONU, sulle conseguenze legali della costruzione del muro nei territori palestinesi occupati.
Il parere della Corte è chiarissimo:
“La costruzione del muro da parte di Israele, la Potenza Occupante, nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est e dintorni, e la regolamentazione che ne deriva, è contraria alla legge internazionale; ……
Israele ha l’obbligo di porre termine alle sue violazioni della legge internazionale; ha l’obbligo di cessare immediatamente i lavori di costruzione del muro nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est e dintorni, di demolire immediatamente le strutture situate in queste zone, e in più di abrogare o rendere inefficaci immediatamente tutti gli atti legislativi o regolamentari relativi, in accordo con il paragrafo 151 di questo Parere; …….
Tutti gli Stati hanno l’obbligo di non riconoscere la situazione illegale che deriva dalla costruzione del muro e di non prestare aiuto o assistenza nel mantenere la situazione creata da questa costruzione; tutti gli Stati aderenti alla Quarta Convenzione di Ginevra relativa alla Protezione di Civili in Tempo di Guerra del 12 Agosto 1949 hanno inoltre l’obbligo, rispettando la Carta delle Nazioni Unite e la legge internazionale, di assicurare la conformità da parte di Israele con la legge internazionale umanitaria contenuta in quella Convenzione;”

L’Italia in un documento ufficiale del gennaio 2004 (governo Berlusconi) invitò la Corte a non pronunciarsi sull’argomento, allineandosi alla posizione USA.
E’ stata sottolineata da Domenico Gallo, magistrato, in un articolo del 15 luglio 2004 (http://www.domenicogallo.it/view.asp?id=75), l’importanza del pronunciamento della Corte, che per la prima volta si esprimeva su un problema relativo alla questione israelo-palestinese.

Sono passati 5 anni e Israele ha proseguito nella costruzione del muro senza che gli Stati si siano preoccupati di tenere in un qualche conto il parere della corte, fatto poi proprio dall’Assemblea Generale dell’ONU a larghissima maggioranza.
Dopo un anno, Il 9 luglio 2005, la società civile palestinese si appellava alla società civile mondiale per una campagna di boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro Israele, nota come BDS.

Mentre a l'Aquila sarà in corso il G8, si terrà a l'Aia, il 9 luglio, un incontro internazionale con la partecipazione, tra gli altri, di Richard Falk, relatore speciale dell'ONU sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967 e di Omar Barghouti, uno dei promotori della campagna BDS palestinese, http://www.unitedcivilians.nl/nl/campagnes.phtml?p=Campagnes&campagne=19.

Omar Barghouti sarà a Roma il 10 e 1'11 luglio e ISM-Italia si sta impegnando alla organizzazione di una iniziativa simile a quella del 9 luglio all'Aia.

9 luglio 2004: un parere della ICJ che bisogna far rispettare a Israele e agli Stati membri dell'ONU, rispondendo in modo più efficace e più capillare all'appello BDS palestinese del 9 luglio 2005.

BOICOTTARE ISRAELE E I SUOI COMPLICI: UN DOVERE MORALE, UN DOVERE POLITICO.

TOP