A Manhattan la Flotilla di Israele
Cipro fa sapere che non aprira' i suoi porti alle imbarcazioni pacifiste libanesi.
Domenica salpa per Gaza nave indonesian
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Roma, 23 giugno 2010, Nena News – Navighera’ intorno a Manhattan,  confermando i legami stretti tra Israele e l’America che conta, la flotilla filo-israeliana intenzionata a contrastare, almeno mediaticamente, le navi pacifiste che tentano, per ora invano, di superare la Marina da guerra israeliana e di arrivare al porto di Gaza city per portare aiuti e solidarietà politica alla popolazione palestinese sotto embargo da tre anni. Ad organizzare  e finanziare la «flotilla anti-flotilla», che porta il nome di «True Freedom Flotilla», la «vera» flottiglia della libertà, è stata la  Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni di ebrei americani.

E’ una sorta di giro turistico a sfondo politico. Le quattro imbarcazioni, di grosse dimensioni e tutte a vela, passeranno davanti alla Statua della Libertà e all’Onu e, stando a quando dichiarano i promotori, trasporteranno centinaia di persone. Obiettivo ufficiale dell’iniziativa sarebbe quello di lanciare un appello per il rilascio del caporale Gilad Shalit, catturato esattamente quattro anni fa da un commando palestinese e da allora prigioniero a Gaza. Nei mesi scorsi si era parlato di un accordo tra Israele e il movimento islamico Hamas per uno scambio tra detenuti politici palestinesi e Shalit che però non si è ancora materializzato. Domenica prossima invece salpa per Gaza una imbarcazione indonesiana organizzata dal Medical Emergency Rescue Committee, un team medico di pronto intervento formata da studenti universitari. Si tratta di una «pinisi», la barca a vela tradizionale indonesiana, con 10 passeggeri, che dovrebbe arrivare non prima di 20-30 giorni.

Si complica ulteriormente invece la missione delle barche libanesi in soccorso di Gaza. Il ministro degli esteri cipriota, Marcos Kyprianou, ha avvertito che il suo paese non consentirà l’arrivo alle navi e barche dirette a Gaza. Nei giorni scorsi il ministro dei trasporti libanese Ghadi Aridi aveva spiegato che la legge del suo paese non consente alle navi libanesi di poter raggiungere porti israeliani o controllati da Israele e aveva indicato che le imbarcazioni dovranno prima fare rotta su Cipro e poi proseguire per Gaza. Una soluzione stroncata dalle autorità cipriote. Nel frattempo non si sa dove sia finita la «nave delle donne», la «Mariam», della quale si era parlato diffusamente nei giorni scorsi. Al momento si sa soltanto che una sola imbarcazione, la «Julia», ha fatto richiesta alle autorità libanesi per dirigersi verso Gaza.

Il mistero circonda anche le due navi della Mezzaluna Rossa iraniana cariche di aiuti per Gaza. Nei giorni scorsi si era appreso che una delle due barche era salpata per il Mediterraneo ma questa notizia non ha trovato ulteriori conferme. Adesso si parla di partenza nei prossimi giorni. Israele da parte sua ha già fatto sapere che considererà un «atto ostile» un tentativo di navi iraniane, anche civili, di forzare il blocco di Gaza e ha avvertito che non esiterà ad usare la forza.

Lo scorso 31 maggio nove civili turchi vennero uccisi da commando israeliani sulla Mavi Marmara diretta a Gaza assieme ad altre navi della «Freedom Flotilla». (red) Nena News


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