La Freedom Flotilla vicina a Gaza, “ultimatum” della Turchia a Israele
di Carlo M. Miele

Osservatorio Iraq, 25 maggio 2010



La “Freedom Flotilla”, la spedizione di nove navi organizzata da diverse ong internazionali per portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza, dovrebbe arrivare domani a largo delle coste di palestinesi.

Intanto continua il braccio di ferro tra Israele, che da tre anni tiene sotto assedio l’enclave palestinese, e la Turchia, principale sponsor della spedizione umanitaria.

Secondo il sito di informazione israeliano Debkafile, Ankara avrebbe inviato un messaggio segreto a Tel Aviv per chiedergli di consentire l'ingresso delle imbarcazioni nel porto palestinese e minacciando in caso contrario rappresaglie contro gli interessi israeliani in Turchia.

Stando alla stessa fonte, citata dalla agenzia di stampa Agi, a bordo delle nove navi vi sarebbero anche diversi elicotteri, che potrebbero essere utilizzati per raggiungere Gaza nel caso in cui Israele impedisse l’arrivo via nave. 



Per il momento l’indiscrezione non ha ricevuto conferme ufficiali. Il governo israeliano sarebbe tuttora intenzionato a mantenere il blocco e a dirottare le navi in un proprio porto, allo scopo di poter verificare il carico trasportato e – eventualmente – decidere in merito alla sua destinazione. Le polemiche che stanno accompagnando la spedizione, tuttavia, non sembrano turbare i seicento attivisti internazionali che si trovano a bordo delle nove navi.

Tre imbarcazioni sono partite da Istanbul sabato scorso e si sono unite nei pressi di Cipro ad altre provenienti da Irlanda, Gran Bretagna e Grecia.



"Se tutto va bene, le navi raggiungeranno la costa di Gaza mercoledì", ha dichiarato Serkan Nergis, portavoce della Fondazione turca per gli aiuti umanitari, una delle ong organizzatrici.


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