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31/05/2010

L'esperto di diritto marittimo: violata la Convenzione sul diritto del mare
di Luca Galassi

La nave turca era in acque internazionali quando e' stata attaccata dalla Marina israeliana

Vi e' stata violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare da parte della Marina Militare israeliana? Lo abbiamo chiesto al professor Paolo Palchetti, professore associato di diritto internazionale all'universita' di Macerata.

"Anche se Israele non avesse ratificato la Convenzione - spiega il professor Palchetti - essa riflette il diritto internazionale consuetudinario. Molte parti della Convenzione sono infatti ritenute regole che si applicano a tutti gli Stati in quanto unanimemente accettate. Il limite del mare territoriale di 12 miglia e' una norma che riflette un principio generale e si applica indipendentemente dal fatto che uno Stato aderisca o meno a tale convenzione. E' importante il principio di 'mare territoriale' perche' lo Stato costiero ha una serie di poteri, tra cui quello di impedire il libero passaggio delle navi".

Ma la nave turca non era in acque territoriali, bensi' in acque internazionali.

Dove si collochi il mare internazionale e' difficile stabilirlo, perche' esistono tante zone di mare che hanno regimi diversi. Dopo il mare territoriale c'e' una zona doganale di 24 miglia, poi c'e' una zona economica esclusiva, di 200 miglia. Quello che e' certo nel caso della nave turca, e' che a 60 miglia dalla costa si e' sicuramente in acque internazionali. Anche qui, non e' che non si possa fermare un natante. Lo si puo' fare, sempre sulla base dell'articolo 110 della Convenzione Onu, se esistono specifiche motivazioni. Innanzitutto, uno Stato puo' fermare qualsiasi nave batta la propria bandiera. Oppure navi che battono bandiere diverse, se queste svolgono attivita' come la pirateria, il commercio degli schiavi, o propaganda illegittima attraverso l'invio di onde radio o segnali televisivi o altro.

Quindi navi che costituiscano una minaccia per la sovranita' dello Stato in questione.

Si', ma si badi bene che se una nave da guerra costituisce una minaccia, non puo' essere abbordata in alto mare, per nessun motivo. Le possibilita', ribadisco, sono molto limitate. La Convenzione parla di un 'diritto di visita', pero' questo diritto di visita e' limitato a categorie molto particolari, quelle che abbiamo gia' considerato.

L'abbordaggio e l'arresto dei passeggeri sono quindi un atto illegittimo.

E' illegittimo perche' questa, se le informazioni sono esatte, e' una nave che batteva bandiera turca e l'esercizio della giurisdizione su quella nave spettava alla Turchia, non certo a Israele. E magari anche ad altri Stati, poiche' i passeggeri erano cittadini non solo turchi.

Quali altre possibili violazioni del diritto internazionale potrebbe aver commesso Israele?

Il problema e' andare a vedere quali Convenzioni possono applicarsi a Israele. Uno si potrebbe domandare se il Patto sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite del 1966, del quale anche Israele e' parte, stabilisce dei diritti di tutela alla vita, a non essere sottoposto a trattamenti disumani o degradanti, e via dicendo. In questo caso si potrebbe prospettare una violazione di una convenzione sui diritti umani che si applica sul territorio di uno Stato. Ma essendo in acque internazionali, Israele potrebbe opporre che l'azione non e' avvenuta all'interno dei suoi confini territoriali. Tuttavia, esiste un'amplissima letteratura, tra cui anche sentenze della Corte internazionale di giustizia, che stabilische che tale convenzione si applica anche al di fuori del territorio nazionale di uno Stato.

In definitiva, possiamo solo dire che la Convenzione sul diritto del mare e' stata violata anche se Israele non l'ha ratificata.

Assolutamente si'. E' il diritto non scritto, ovvero il diritto consuetudinario internazionale, che si applica a tutti gli Stati. Molte delle norme contenute in questo trattato del 1982, non fanno altro che codificare regole non scritte.


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