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7 giugno 2010

Dieci Convogli Navali Partiranno per Gaza
George Galloway a settembre vuole portare 500 autoveicoli e 60 navi a Gaza

Gaza, 07 giugno 2010, Nena News – Sono almeno dieci i convogli navali – arabi, islamici e internazionali – in fase di organizzazione che nelle prossime settimane faranno rotta verso la Striscia di Gaza. Lo rivela Jamal Khudari, presidente del comitato popolare contro il blocco israeliano di Gaza. Secondo Khudari il sanguinoso intervento delle forze armate israeliane una settimana fa contro la «Freedom Flotilla», ha accresciuto la solidarietà internazionale verso la popolazione palestinese sotto embargo e convinto molti che le missioni navali sono una iniziativa efficace per rompere l’assedio israeliano di Gaza.

    Nel frattempo viene dato per sicuro l’arrivo nei prossimi giorni a Gaza del Segretario generale della Lega Araba Amr Moussa. Un portavoce di Hamas, che del 2007 controlla Gaza, Taher Nunu, ha riferito che sono in corso i preparativi per ricevere Musa che entrerà a Gaza attraverso il valico di Rafah, riaperto dall’Egitto in seguito al raid israeliano contro la «Freedom Flotilla». Oggi peraltro dal Cairo dovrebbe partire  per Gaza una carovana umanitaria organizzata dai Fratelli Musulmani che percorrerà via terra il Sinai fino ad arrivare a Rafah. Ne faranno parte 22 parlamentari ritenuti vicini al movimento islamico. I Fratelli Musulmani sono impegnati in una nuova prova di forza con il regime di Hosni Mubarak, poiché la carovana non ha ancora ottenuto i permessi governativi per andare a Gaza.

      Stamani la tv iraniana Al Alam ha riferito che anche la Mezzaluna Rossa iraniana invierà due navi cariche di aiuti umanitari verso  Gaza. Le imbarcazioni, secondo fonti locali, partiranno entro la settimana  e i Pasdaran (Guardiani della rivoluzione islamica) ribadiscono di essere pronti a scortare il convoglio navale iraniano. Una possibilità respinta da Jamal Khudari «Non vogliamo interferenze militari e politiche iraniane per rompere l’embargo su Gaza», ha detto l’attivista palestinese «non vogliamo politicizzare un’iniziativa che è umanitaria e pacifica e non deve trasformarsi nel preludio di un conflitto militare (israelo-iraniano)».


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