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2009-12-29 08:16:03

Gaza Freedom March, attivisti bloccati dalle autorità egiziane
Tra loro 140 italiani: «Stop inspiegabile, avevamo l'autorizzazione»

Gli attivisti della Gaza Freedom March, iniziativa di numerose Ong internazionali per portare aiuti aggirando l'embargo alla Striscia di Gaza, bloccati ieri dal governo egiziano: «Non hanno i requisiti necessari». Ma le associazioni sostengono di aver ricevuto l'autorizzazione per passare il confine dal 28 dicembre al 2 gennaio. Organizzato un sit-in davanti la sede Onu a Il Cairo, tensione con la polizia. Richiesto l'intervento delle ambasciate. Oggi presidi itineranti nella capitale egiziana, nel pomeriggio si deciderà come muoversi. Da Il Cairo il punto di Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamento europeo.

La polizia egiziana ha bloccato ieri i 1400 attivisti della Gaza Freedom March, l'iniziativa pacifista organizzata da alcune delle più importanti Ong mondiali contro l'embargo alla Striscia di Gaza. Il governo del Cairo ha impedito agli attivisti, provenienti da 43 paesi – tra i quali 140 dall'Italia –, di intraprendere il loro percorso verso la città di Al-Arish, porta d'accesso per la Striscia: al Cairo le forze dell'ordine hanno bloccato i loro pullman e i convogli che trasportavano medicine e giocattoli per i bambini di Gaza. Secondo le autorità egiziane il gruppo non avrebbe i «requisiti necessari» per raggiungere il confine e mettere in atto la sua marcia: gli attivisti sono forniti di visto turistico, circostanza che rende illegale ogni manifestazione.

Uno stop che i pacifisti ritengono inspiegabile, soprattutto perché, stando a quanto sostengono le associazioni italiane Forum Palestina e Action for Peace, alcune settimane prima della partenza per Il Cairo le autorità egiziane avevano accordato ai manifestanti il permesso di transitare per Al-Arish, indicando nel 28 dicembre e nel 2 gennaio le date di entrata e di uscita da Gaza. Altro punto controverso è legato all'intenzione di manifestare contestata dai servizi di sicurezza. «Noi non vogliamo manifestare in Egitto, siamo venuti qui solo per recarci in Palestina», ha spiegato alle agenzie di stampa Mila Pernice, delegata del Forum Palestina.

Alla comunicazione del blocco egiziano gli attivisti si sono divisi, alcuni recandosi alle ambasciate dei rispettivi paesi, altri alla sede dell'Onu al Cairo dove è stato organizzato un sit-in per richiedere l'intercessione con il governo del presidente Hosni Mubarak. Non sono mancati i momenti di tensione con le forze dell'ordine, mentre è scattato l'arresto per 38 pacifisti che nella giornata di ieri erano riusciti a raggiungere la frontiera.

Per la scorsa notte l'ambasciata d'Italia al Cairo ha provveduto a fornire una sistemazione per la agli italiani coinvolti. Il personale diplomatico italiano, dopo aver contattato i rappresentanti egiziani, ha inoltre informato gli attivisti del «fermo atteggiamento delle autorità egiziane», invitandoli a «rispettare le regole imposte dall'Egitto», per non rischiare «l'arresto».

La protesta prosegue anche oggi. Diversi le manifestazioni organizzate fuori le diverse ambasciate – tra gli altri, 300 francesi hanno piantato le loro tende fuori la loro sede diplomatica –, come i presidi itineranti nella città: sotto il costante controllo della polizia gli attivisti hanno srotolato uno striscione e diversi cartelli con lo slogan «End the Gaza siege» (Fermate l'embargo a Gaza), raccogliendo anche le simpatie dei passanti. Nel primo pomeriggio l'appuntamento è davanti la sede del sindacato dei giornalisti, subito dopo una riunione tra i coordinamenti delle varie organizzazioni internazionali farà il punto sulla situazione e deciderà il da farsi.



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