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02/04/2010 11:29

Raid israeliano nella striscia di Gaza, feriti tre bambini. Gerusalemme blindata per Pasqua

L’esercito di Tel Aviv ha compiuto 13 attacchi nella notte. Obiettivo quattro siti dediti alla fabbricazione di armi per Hamas. L’operazione è una risposta al lancio di razzi in territorio israeliano e l’uccisione di due soldati. I cristiani palestinesi denunciano “ostacoli” che impedirebbero l’accesso ai luoghi santi.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Tre bambini sono rimasti feriti in modo lieve, in seguito a una serie di raid compiuti nella notte dall’esercito israeliano nella striscia di Gaza. Caccia F-16 con la stella di Davide ed elicotteri hanno compiuto 13 attacchi, in risposta al lancio di razzi avvenuto ieri in territorio israeliano e l’uccisione di due soldati il 26 marzo scorso. Intanto i cristiani di Palestina parlano di “ostacoli” frapposti dal governo israeliano, che impedirebbe l’accesso ai luoghi santi in occasione delle celebrazioni di Pasqua.

La Bbc riferisce di 13 attacchi avvenuti nella notte nella striscia di Gaza; fonti dell’esercito israeliano spiegano che l’obiettivo dell’operazione erano quattro siti dediti alla fabbricazione di armi. I missili israeliani avrebbero colpito una postazione di Hamas nei pressi di Khan Younis, nella parte meridionale del territorio palestinese, poco distante dal luogo in cui il 26 marzo sono morti i due soldati israeliani, oltre a due miliziani.

Bombardata anche una fabbrica di formaggio nella città di Gaza e una fonderia nel campo profughi di Nusseirat, al centro della striscia. Schegge di vetro e detriti vaganti hanno colpito tre bambini, ferendoli in modo non grave. I minori – di due, quattro e 11 anni – provengono dal distretto di Sabra, nella zona ovest di Gaza.  

I raid ordinati da Tel Aviv sono una risposta al lancio di razzi dalla striscia nel sud di Israele, avvenuti nei giorni scorsi. Nella serata di ieri un missile ha colpito la città di Ashkelon, causando danni agli edifici ma nessun ferito. Un portavoce dell’esercito chiarisce che “Israele non tollererà attività terroristiche a Gaza, che minacciano i cittadini israeliani”. Fonti palestinesi aggiungono che ieri velivoli con la stella di Davide hanno lanciato dei volantini, in cui si annunciavano rappresaglie per la morte dei due soldati a Khan Younis.

Analisti internazionali spiegano che gli eventi di queste ultime settimane si inseriscono in un quadro più ampio di “esercitazioni militari” di entrambi i fronti, in vista di un possibile conflitto su vasta scala. Sebbene, al momento, l’esercito israeliano non cerchi una guerra, si sta preparando per la “nuova escalation militare” sin dalla fine dell’operazione “piombo fuso” che, fra dicembre 2008 e gennaio 2009, ha causato circa 1400 morti palestinesi.

I cristiani in Palestina riferiscono che le misure di “sicurezza” adottate dal Tel Aviv impedirebbero l’accesso dei fedeli ai luoghi santi di Gerusalemme, fra i quali la chiesa del Santo Sepolcro. Un attivista per i diritti umani conferma che la città “negli ultimi due o tre anni, si è trasformata in una zona militare”.

I palestinesi affermano che i controlli violano i proclami lanciati in passato da Israele stessa, che afferma di rispettare la libertà religiosa di tutti i fedeli. Al momento non è chiaro se i cristiani della Cisgiordania potranno varcare i posti di blocco, per entrare a Gerusalemme in occasione delle celebrazioni della Pasqua. Diversi punti di accesso, secondo l’agenzia palestinese Ma’an, risultano inaccessibili e prevale “un’atmosfera di chiusura”.

In occasione delle festività i 13 leader e patriarchi delle Chiese di Terra Santa hanno diffuso un messaggio pasquale in cui invitano i fedeli a “condividere la Buona Novella” della resurrezione di Cristo, che è segno di “speranza, incoraggiamento e perseveranza”, in tempi di difficoltà e sfide per i cristiani. “Conosciamo la potenza del peccato e della morte – scrivono i patriarchi – ma sappiamo anche la potenza della resurrezione” che si lega al “perdono dei peccati”, per risanare i rapporti “all’interno delle famiglie e in seno alla famiglia delle nazioni”.

Abbiamo enormi responsabilità e grandi sfide, aggiungono, ma “restiamo colmi di speranza”. “Chiediamo preghiere – concludono i patriarchi – per noi e per tutti voi, fratelli e sorelle cristiani, le ‘pietre viventi’ di Terra Santa […] nella lotta per la giustizia, la pace e la riconciliazione”.

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