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28 dicembre 2009

Terrore in Iran, la Tv di Stato ammette: oltre 15 morti

È caos in Iran dove la repressione non ferma la protesta anti-regime. Il giorno dopo le violenze più sanguinose dalla conferma di Mahmoud Ahmadinejad alla guida della teocrazia islamica, la polizia ha fatto irruzione nell'ufficio dell'ex presidente riformista, Mohammad Khatami, usato i gas lacrimogeni per disperdere l'opposizione che protestava per la morte del nipote di Mir Hossein Moussavi e ha arrestato almeno sette figure di spicco del fronte riformista. 

Intanto, il regime ha ammesso che domenica ci sono stati più di 15 morti negli scontri a Teheran: «Più di dieci», secondo il ministero dei servizi segreti, appartenenti «ai gruppi controrivoluzionari»; gli altri cinque, si legge nel sito web della televisione pubblica, uccisi «da gruppi terroristici». Ma il bilancio è ancora incerto. Il Consiglio Supremo per la Sicurezza Nazionale ha detto che otto persone hanno perso la vita negli scontri di domenica, senza fornire però alcun dettaglio né l'identità delle vittime. 

Intanto il regime stringe la morsa attorno all'opposizione. All'alba è stato arrestata una delle voci più critiche del regime, Ebrahim Yazdi, che era stato vice-premier e ministro degli Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979. Fermato anche uno storico e difensore dei diritti civili, Emad Baghi; arrestati anche l'ex ministro Morteza Haji e (Hasan) Rasooli, rispettivamente segretario e vice della fondazione Baran, l'organizzazione non governativa che fa capo a Khatami. Fermati nelle ultime ore anche il più stretto collaboratore di Moussavi, Alireza Beheshti, insieme a (Ghorban) Behzadian-Nejad e (Mohammad) Bagherian, tutti vicini al leader dell' "onda verde". Adesso si temono nuovi scontri: la polizia ha usato i gas lacrimogeni per disperdere i sostenitori di Moussavi, che si erano radunati all'esterno dell'ospedale Ebn-e Sina dove era stata portata la salma del nipote, ucciso domenica nel corso delle proteste. Ma sulla salma del giovane, è giallo: secondo la famiglia, la salma di Seyed Ali Moussavi è stata trasferita dall'ospedale e portata in una localita' sconosciuta. 

E l'Occidente ancora una volta alza la voce. La Francia ha avvertito l'Iran che aggravare «la repressione non porta in nessun posto" ed è tornata a condannare» gli arresti arbitrari e la violenza commessa contro i singoli manifestanti". E il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha definito «inaccettabile" il giro di vite del regime. Ma le critiche più feroci sono arrivate dall'interno, perché il religioso riformista e candidato alle scorse presidenziali ha criticato il governo per aver insanguinato l'Ashura, la maggiore festività dei musulmani sciiti. «Che cosa è successo a questo sistema religioso che ordina di ammazzare persone innocenti durante il giorno santo dell'Ashura? Perché i governanti non rispettano questo giorno santo?».

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