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12/02/2010

L'onda verde non si placa
di Shirin Rahimi

In Iran gli oppositori del regime continuano le loro proteste per le strade del paese. Nonostante la dura repressione del governo

 

TOPPrecisamente trentuno anni fa gli iraniani accoglievano l'Imam Khomeini all'aeroporto di Mehrabad di Tehran come leader indiscusso della rivoluzione islamica, era l'11 febbraio 1979, poco dopo ci fu il referendum che sancì la vittoria della rivoluzione khomeinista.
Richieste di referendum ci sono state anche oggi durante le manifestazioni anti governative dell'Onda Verde, che è scesa in piazza dalle prime ore del mattino.
L'appuntamento era già annunciato da alcune settimane con un carico di speranze nei blog, siti internet e tra la gente, pianificando il "cavallo di Troia" contro il discorso del presidente Ahmadinejad.
Ma forse proprio questo ha fatto disperdere il popolo verde tra i sostenitori del regime, organizzati e preparati più del previsto.
Scuole, Università e uffici pubblici hanno manifestato insieme ai sostenitori veri e propri e dato lo spettacolo che oggi piazza Azadi ha mostrato al mondo intero, con i discorsi duri di Ahmadinejad sul nucleare e sul "pericolo sionista".
Allora dove era il popolo verde? Nelle altre città, nelle altre piazze e nelle altre strade e stradine, gridando slogan come "morte al dittatore", "referendum, referendum questo è lo slogan del popolo", "non abbiamo dato tanti martiri per lodare il leader", "morte alla Russia", "Basiji vai a quel paese " e ancora cantando canzoni rivoluzionarie e studentesche come "yare dabestani" (compagno di scuola).
Gli scontri sono stati violenti con lanci di lacrimogeni, scontri corpo a corpo, insulti, barricate e cariche di attacco e di difesa.
In tutto il mondo iraniani e non sono stati incollati a internet, radio, televisioni, social network e agenzie stampa per seguire le notizie, confusi dalle notizie contradditorie che arrivavano: Karroubi aggredito, Khatami aggredito, figlio di Karroubi arrestato, fratello di Khatami con mogli nipote di Khomeini arrestati e rilasciati, scontri a Aryashahr, Amirabad, Sadeghiyeh, Vanak, Valiasr. E tutto questo solo a Tehran. Dalle altre città del Paese, come Shiraz, Isfahan e Shahrekord, per tutta la giornata sono arrivate notizie e filmati di arresti, pestaggi, ferimenti e duri scontri fra manifestanti e forze dell'ordine.
Poi ad un certo punto la protesta è stata esaurita dalla repressione. Ma solo fino a dopo le 16 quando si scenderà tutti di nuovo in piazza.
Le madri saranno di nuovo davanti al carcere di Evin per cercare una giustizia in nome di "Allah o Akbar " - Dio è grande -. Dalle finestre, dai tetti e per le strade di Tehran il movimento dimostrerà che nonostante