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29 dicembre 2009

Iran, intelligence arresta sorella di Shirin Ebadi
Il premio Nobel: "E' un atto illegale"

La dottoressa Nooshin Ebadi è stata prelevata dalla sua abitazione ieri da quattro agenti e portata in carcere
Con lei è stato portato via il suo computer

Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani ha chiesto al parlamento "il massimo della pena"
per chi ha causato i disordini degli ultimi due giorni

TEHERAN - L'intelligence iraniana ha arrestato la sorella del premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi. Lo ha annunciato su un sito web dell'opposizione la stessa avvocatessa pacifista premiata nel 2003. Secondo questa fonte, la donna è stata convocata ieri sera dalla magistratura e "non ha ancora fatto ritorno a casa".

"Mia sorella, la dottoressa Nooshin Ebadi, è stata arrestata nella sua abitazione il 28 dicembre da tre agenti e da una donna dell'intelligence e portata in carcere. Con lei hanno portato via il suo computer", ha detto Ebadi in un comunicato diffuso dal sito web Rahesabz. "Non so dove è detenuta e perché è stata arrestata. L'hanno arrestata per costringermi a mettere fine al mio lavoro", ha detto alla Cnn Shirin Ebadi, avvocatessa e attivista per i diritti umani di 62 anni.

"Non ha fatto nulla di male, non è coinvolta nelle mie attività per i diritti umani e non ha mai partecipato ad alcuna protesta", ha aggiunto. Shirin Ebadi, che si trova all'estero dalle elezioni presidenziali dello scorso giugno, ha continuato a criticare il regime. "L'arresto di mia sorella - aggiunge la Premio Nobel - è un atto illegale. Il Paese ha bisogno ora di calma più che in qualsiasi altro momento e questo può essere ottenuto solo rispettando la legge. Ogni atto illegale avrà conseguenze negative".

Gli altri arresti. Il sito web ha inoltre riferito dell'arresto di tre giornalisti e di un'attivista dei diritti umani. Uno è Mashallah Shamsolvaezin, un importante giornalista riformista. "Sei uomini in borghese si sono presentati a casa sua ma lui ha opposto resistenza. Un'ora dopo però quattro uomini lo hanno raggiunto a casa minacciando di usare la forza se non fosse andato con loro", si legge sul sito. Morteza Kazemian, giornalista del quotidiano riformista Etemad e di altri siti web dell'opposizione, e l'attivista Mansoureh Shojai sono stati arrestati intorno alla mezzanotte, mentre un altro giornalista, Mohammad Javad Saberi, è stato arrestato nei pressi dell'università si Teheran in via Enghelab.

L'Iran ha confermato anche l'arresto di un giornalista di origine siriana che lavora per il gruppo editoriale Dubai Media Corporation e che risultava disperso dopo gli scontri dei giorni scorsi. A darne notizia è stato lo stesso gruppo per cui il 27enne Reza al Bacha lavora. Del giornalista, che lavora da un anno in Iran, non si avevano notizie da domenica scorsa.

Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani ha chiesto in un discorso al parlamento "il massimo della pena" per chi ha causato i disordini degli ultimi due giorni a Teheran, precisando tuttavia che occorre fare una distinzione fra i "contro-rivoluzionari", che andrebbero processati con il massimo rigore, e l'opposizione riformatrice. Larijani non ha chiesto l'arresto dei responsabili dell'opposizione - al contrario di quanto hanno fatto ieri numerosi esponenti del regime - invitando "coloro che si sono lamentati delle elezioni (che hanno portato alla conferma del presidente Mahmoud Ahmedinejad) a non esprimersi con nuove dichiarazioni che rendano l'atmosfera ancora più tesa".

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