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Mercoledì, 30 Dicembre 2009

Solo contro Ahmadinejad e i suoi compagni di merende?
di Vittoria Oliva
Dall'Avamposto degli Incompatibili

Sarà difficile che lo scontro resti solo un conflitto tra progressisti e integralisti.

L'interessante di questa epoca autunnale del capitalismo infatti è che gli scontri possono travalicare i confini in cui sarebbe più opportuno rimanessero per questa o quella fazione: questo tanto è più vero, secondo me, proprio nei paesi a capitale emergente o rampante cosiddetto, in quanto in questi paesi dalla Cina,all' Iran, all'India , le contraddizioni sono ancora più accentuate e radicali.

L'Iran, come già ho detto, è un paese prevalentemente di giovani: ebbene questi giovani stanno sostenendo un scontro di lunga durata con un regime sanguinario, rischiano il carcere, la morte per le sevizie in galera, dove le donne sono violentate e uccise, la morte nelle rivolte in piazza:più alto è il prezzo che si paga per ottenere qualcosa è più si pretenderà di ottenere di più: è la palestra della vita da una parte e l'ottusità del potere dall'altro.

Difficilmente, penso, questi giovani , queste donne, questi uomini, si accontenteranno solo di un regime islamico meno integralista. Proprio per le contraddizioni insanabili che sono il segno di questi tempi.

La situazione reale, materiale  dell'Iran è questa:

Il paese è sotto il tallone di ferro di Ali Khameni e i pretoriani pasdaran, Ahmadinejad, non ha il potere completo all'interno, è evidente, come sono evidenti i conflitti nel clero dominante.

All'esterno però le carte sono tutte in mano ad

Ahmadinejad , e quello che lui fa all'esterno è la guerra: l'Iran supporta i ribelli sciiti dello Yemen, appoggia Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, finanzia il riarmo della Siria,appoggia gli sciiti nel sud dell’Iraq, per l'Iran passano le armi per Afghanistan e Pakistan.

Tutte cose che costano, magari danno guadagni a chi sta al potere ma le spese le pagano le popolazioni, in Iran e non solo in Iran, dagli USA fino in Italia, in India,in Cina....su questo mettiamoci i costi del nucleare o a fini "civili" o bellici i costi li pagano le masse iraniane come quelle italiane se riparte il nucleare anche da noi.

Naturalmente l'embargo, aggirato più o meno col consenso non tanto nascosto degli stessi embargaroli (gli affari sono affari!) non ha fatto che peggiorare la condizione di sopravvivenza delle masse, tutto questo ha creato una situazione sociale esplosiva  in alcuni settori: i giovani che vogliono evolvere, le classi medie che vorrebbero contare politicamente e SOPRATUTTO sulla popolazione più povera.

I pasdaran controllano circa l'80% della attività economiche :un esempio gli operai dei cantieri navali sono senza stipendio da mesi, lo scorso settembre ci sono state delle proteste, il regime è intervenuto a suo stile: una decina di morti e centinaia di arresti. Nelle città più grandi il tasso di povertà è in continuo aumento, solo nelle zone rurali si sta meglio, che si può contare sui beni essenziali, ed è li che resiste: fino a quando? lo zoccolo duro del regime.

Al di là degli slogan pro questo e quello e il richiamo all'islam il dato GLOBALE comune al sistema capitale nel suo complesso e nelle sue contraddizioni intercapitaliste, è che i giovani Iraniani come i giovani di tutto il mondo non vedono un futuro possibile nel sistema in cui sopravvivono o trascinano la non esistenza, e questo il dato esplosivo globale di questa epoca che mette in crisi tutti i piani del  potere capitalista: l'incognita x per eccellenza. Le controparti occidentali prenderanno "provvedimenti" secondo il prevalere di una o altra fazione: bombarderanno le centrali nucleari iraniane, improbabile per me, oppure appoggeranno l'ala progressista, ma il dato di fatto fondamentale è che

QUALSIASI PROVVEDIMENTO NON VEDE L'ANNULLAMENTO DEL FATTORE X.

C'è un fattore importante che tanti isti non vedono ancorati ancora da una visione sorpassata:  che c'è una generazione mondiale che, al di là degli slogan locali legati al contingente che subiscono e con cui si confrontano con notevole coraggio, in effetti non si riconoscono più in questo e quello, in questo o quello Stato.

SI SENTONO PARTE DI UN MONDO CHE GLI E' NEGATO, SI SENTONO PARTE DI UN MONDO GLOBALE CHE COME E' ORA NON E' A LORO MISURA: E NON GLI STA BENE COSI COME E'!

LO VOGLIONO DIVERSO.

E L'APPETITO VIEN MANGIANDO MICA SOLO AL CAPITALE!

Il QUALE CAPITALE ORMAI SI E' MANGIATO QUASI TUTTO IN UN MONDO GLOBALE DI AFFAMATI.

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