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17/02/2010

Albin Kurti e il fumus persecutionis
di Nicola Sessa

Rinviata la prima udienza del processo Kurti. Magistratura e internazionali sotto esame delle Ong

Il tribunale di Pristina ha deciso di rinviare l'udienza del processo a carico di Albin Kurti a lunedì 22 febbraio. Il leader di Vetevendosje! dovrà rispondere per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale e altri relativi al turbamento dell'ordine pubblico.

Resistenza e oltraggio contro duplice omicidio. I fatti risalgono al 10 febbraio del 2007, quando il movimento che dal 1995 lotta per l'autodeterminazione del popolo kosovaro organizzò a Pristina una manifestazione per protestare contro i soggetti internazionali (su tutti Unmik e Kfor) rei di soffocare le legittime aspirazioni kosovare di avere accesso a un governo effettivo e non guidato dall'esterno. 
In quell'occasione Arben Xheladin e Mon Balaj, due ragazzi che manifestavano pacificamente, rimasero uccisi da due proiettili di gomma irregolari, in quanto scaduti, che si erano induriti diventando così letali. Di quell'episodio, nessuno hai mai reso conto davanti a un giudice: il capo della polizia Unmik rassegnò le dimissioni e i poliziotti romeni, responsabili diretti della morte di Arben e Mon furono richiamati a Bucarest sottraendosi così alla giustizia. Invece Albin Kurti, non la fece franca. In via cautelare, il giovane e carismatico leader di Vetevendosje! fu arrestato e detenuto prima in carcere, fino al luglio del 2007, e poi ai domiciliari per alcuni mesi ancora. In questi anni, il processo era rimasto in una fase di acquiescenza poiché diversi avvocati contrari alla imputazione di Kurti si erano rifiutati di ricoprire il ruolo di difensore d'ufficio. Kurti, da parte sua, ha dichiarato sin dall'inizio di voler boicottare il processo in quanto le missioni internazionali, Unmik prima, Eulex poi, non riconoscono l'indipendenza del Kosovo. Il tribunale, composto da giudici kosovari e internazionali e presieduto da un magistrato Eulex ha rinviato l'udienza per dare il tempo necessario all'avvocato di preparare la difesa.

Il fumus persecutionis. Oltre quaranta, tra Ong e associazioni, hanno lanciato una campagna per chiedere che il caso Kurti venga archiviato. L'ombra del processo politico è paventata da più parti. Anche Amnesty International, War Resisters e International Helsinki Federation for Human Rights hanno parlato senza mezzi termini di persecuzione nei confronti di Albin Kurti. Amnesty sta inoltre conducendo una campagna parallela perché sia fatta finalmente giustizia per i due ragazzi uccisi tre anni fa. Lo scorso 10 febbraio, in occasione del terzo anniversario, la Ong impegnata in prima linea per l'affermazione dei diritti umani ha inviato una lettera aperta alle istituzioni pubbliche e all'Unmik.

Il caso rischia di ritorcersi proprio contro l'Unmik: due settimane fa l'avvocato che rappresenta le famiglie Balaj e Xheladin ha dichiarato di aver ricevuto, l'anno scorso, un'offerta in denaro dalla rappresentanza della Missione Onu in Kosovo affinché i famigliari rinunciassero alle loro pretese legali nei confronti dell'Unmik. Una bomba che potrebbe minare la fiducia (già traballante) dei kosovari nei confronti dei soggetti internazionali.

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