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18.09.2010

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Martedì 05 Ottobre 2010 21:22

Associazione di Amicizia Italo-Palestinese
4 ottobre 2010

Testo inglese tradotto da Mariano Mingarelli


Che Cosa Si Nasconde Dietro la Demolizione di Al-Araqib:
La Battaglia di Netanyahu e Aharonovich
di Gadi Algazi

Così vi domandate: se si mandano 1.300 soldati, poliziotti regolari e una unità speciale da ricognizione per demolire Al-Araqib per la prima volta; se così tanto viene investito nella demolizione completa delle case (quanti serbatoi d’acqua si sarebbero potuti portare con lo stesso denaro, quanti alberelli si sarebbero potuti piantare, e quanto divertente sarebbe stato costruire una scuola vera ad Al-Araqib!) agli ordini della “pattuglia verde”; se poi si distrugge Al-Araqib per più di quattro volte – pure durante il Ramadan, e al culmine del caldo estivo, e per una quinta volta – subito dopo il giorno della festa musulmana di ‘Id al-Fitr, perché non c’è tempo da perdere: Chi si nasconde dietro a tutto ciò? Che politiche ci sono dietro a questi fatti?

Forze di polizia si avviano per la quinta demolizione ad Al-Araqib

Queste non sono decisioni di un giovane impiegato o della polizia locale. Ci sono forze maggiori che sono state messe in moto da qualcuno, per schiacciare e distruggere. E chi è che sta cercando di “dare una lezione” al popolo coraggioso e determinato di Al-Araqib che sta tenendo duro sulla terra che è stata sua per generazioni?

E’ una lezione per tutti i beduini del Negev: non osate opporvi quando vengono usate delle forze armate contro di voi, cittadini dello stato; non fare obiezioni quando qualcuno vi offre un’insignificante compensazione perché abbandoniate la vostra terra e ve ne andiate in una delle borgate che le autorità hanno preparato per voi….

Ed è pure una lezione per tutti i cittadini del paese: non fate obiezioni, non sollevate la testa, perché le autorità in Israele non hanno dimenticato come reprimere con la forza quei cittadini che si battono per i loro diritti.

Così quali sono i motivi politici che si nascondono dietro a tutto ciò? Un fattore – quello principale – consiste nel “programma di sviluppo” del Negev. Il programma nel quale ai beduini viene gettato un osso, un misero riesame del bilancio – ma il cui punto principale sta nella ebraicizzazione del Negev. Il Fondo Nazionale Ebraico negli Stati Uniti ha promesso di trasferirvi dei nuovi immigrati – affermati, buoni, forti; il Fondo Nazionale Ebraico in Israele sta piantando alberi allo scopo di sradicare la gente; l’Autorità Israeliana per la Terra, in collaborazione con la polizia, e dietro le istruzioni del Ministro per la Sicurezza Interna - Itzhak Aharonovich, un uomo di Avigdor Lieberman - con tutte le loro forze stanno cercando di completare una campagna esemplare di fratto e di espropriazione.

Al-Araqib è come un osso in gola a coloro che non vedono l’ora di riprogettare l’intero Negev settentrionale. Bene, certo, non abbiamo altra scelta, quindi forniremo il riconoscimento ad alcuni villaggi beduini – ma quasi sempre a condizioni molto complicate, se non impossibili. Riconoscimento – a condizione che se ne vadano altrove, che abbandonino la loro terra e che si mescolino con altre comunità beduine. Noi facciamo piani per voi: noi progettiamo il paesaggio, noi mettiamo insieme e separiamo genti e comunità, noi – gli architetti degli insediamenti e della colonizzazione interna. Gli altri “villaggi non-riconosciuti” scompariranno, saranno distrutti sulla strada per un Nuovo Negev. Al-Araqib è il primo della lista.

“Un colpo di spugna” per i nuovi pionieri.

E come sta venendo lanciato sul mercato il Nuovo Negev? Leggete su questo sito un articolo tra i tanti, [http://www.urielheilman.com/0101negev.html] che vende la promessa di diventare dei pionieri alla comunità ebraica degli Stati Uniti. Non pionieri nel Selvaggio West, ma qui, in Israele, nel Negev.

Articoli come questi che trattano dei nuovi pionieri – giovani coppie del Nord America – di solito iniziano con le storie delle case in roulotte prefabbricate, e l’acqua tirata dal trattore, per finire con la decorazione degli interni delle case dei nuovi pionieri. “Il Negev”, spiega l’articolo sul sito web B’nai B’rith, “E’ la cosa più vicina alla tabula rasa che molti dei pionieri antecedenti lo stato di Israele trovarono quando giunsero la prima volta in Terra Santa.” Avete sentito, voi tutti gente di Al-Araqib, di Twei Abu-Jarwar, di Wadi Na’am, di A-Sirra, abitanti dei villaggi non-riconosciuti e tutti voi beduini del Negev? Di fatto voi non esistete.

"Far fiorire il deserto": lavoro ad Al-Araqib

Ecco, i pionieri faranno sì che il deserto rifiorisca; qui dove ci sono troppi arabi con troppi bambini – proprio come in Galilea. Qui incontreranno anche la gente delle”Missioni O-Nazional” che cercano di ebraicizzare il Negev e la Galilea e sono in attesa di nuovi pionieri a braccia aperte. L’articolo rassicura i nuovi pionieri che qui possono trovare un luogo libero dalle controversie politiche che circondano le colonie nella West Bank. Naturalmente – dopo tutto, i beduini sono trasparenti. Hanno solo dimenticato di dire ai loro lettori che Sansana, fondata dalle “Missioni Nazionali Or” e sua casa base, in realtà è una colonia nella West Bank, a sud delle colline di Hebron, ed è stata fondata e ampliata con l’aiuto di trucchi e della prassi consueta.
L’articolo parla chiaramente anche per ciò che riguarda l’ebraicizzazione del Negev: è un principio fondamentale del modo con cui la dirigenza israeliana considera lo Stato Ebraico – “Non solo Israele deve essere nel suo insieme per lo più ebraica, ma pure ogni grande regione al suo interno dovrebbe essere a maggioranza ebraica.”

Operazione “Limite di 30 giorni”

Queste sono le politiche di espulsione e di cancellazione del diritto di eredità. Il suo braccio violento è dato dall’operazione che è stata firmata per l’attuazione dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e da Ministro per la Sicurezza Interna Itzhak Aharonovich – uomo di Lieberman – come piano per una “guerra agli invasori”

Gli invasori non sono gli alberi del Fondo Nazionale Ebraico, gli stessi che hanno rubato la terra ai beduini, gli invasori sono i beduini, la gente stessa del Negev. Gli stessi beduini che stanno lottando per conservare quello che resta della loro terra, quel poco che è rimasto loro (tra il 5% e il 7% del territorio del Negev). Netanyahu e Aharonovich hanno dato un nome alla loro operazione: “Limite di 30 giorni”.

Il quotidiano israeliano Israel Today riporta, il 23 giugno 2010, che “lo stato ha dato inizio ad una guerra contro l’invasione della sua terra”.

“Il Primo Ministro Netanyahu e il Ministro per la Sicurezza Interna Itzhak Aharonovich hanno deciso di sradicare il fenomeno dell’invasione dei beduini di terre nell’area di Beer Sheba. Questa è la prima fase di un programma progettato per impedire l’usurpazione delle terre dello stato in tutto il paese da parte di minoranze e di criminali.

Israel Today è stato informato che il modello pilota di un’operazione chiamata “Limite di 30 giorni”, è pronto per il lancio. I piani di questa operazione includono la “scomposizione del sud di Israele”, dividendolo in settori e sottoponendo a sorveglianza di intelligence coloro che invadono. In aggiunta, nel quadro dell’operazione ci saranno operazioni “attacca e liquida l’invasione”, il che significa che entro 30 giorni coloro che hanno invaso saranno sfrattati. Verrà anche portato a termine un “soffocamento” dei lavori per nuove costruzioni aventi lo stesso scopo [di invasione], e saranno unificati tutti gli attuali organismi di applicazione della legge – tra di essi il Ministero degli interni e le autorità civili e locali.

E’ stato deciso, inoltre, che sarà istituita una forza commando per affrontare tali questioni. Il Tesoro ha stanziato a questo scopo un budget per il reclutamento di 25 – 30 ispettori che saranno impiegati come ispettori di demolizioni. Questo è in aggiunta agli ispettori che oggi vi sono già impiegati.”

Questa è indubbiamente una terminologia di guerra: sarà allestito un “commando” che combatterà la minaccia attribuita a “minoranze e criminali”(!); sarà “soffocata” l’edilizia, e naturalmente – verranno eseguite operazioni “attacca e liquida”. Tutti noi abbiamo visto interventi di questo tipo ad Al-Araqib.

Invasore a Al-Araqib

In un’intervista al programma radiofonico “Buon mattino Sud” (27 giugno 2010), il Ministro per la Sicurezza Interna, Aharonovich, lo ha confermato e ha citato piani per un altro progetto da realizzare più avanti, denominato “Vento dell’Est” (Ruah Qadim) per il distretto meridionale, che sarà presentato presto per la discussione nel governo. Un piano di intervento contro le “invasioni” che recava un nome di questo tipo era già stato messo in atto alla fine del 2007 nel dipartimento meridionale delle forze di polizia.

Ma, mentre Aharonovich si è rifiutato di fornire dettagli e ha cercato di coprire la misura di quanto l’operazione ha preso di mira i cittadini beduini, Israel Today e la stazione radio di destra Canale 7 hanno chiarito le cose: “Nel Ministero per la Sicurezza Interna e nel governo si conviene che la propagazione di diversi organismi su terreni della nazione sta mettendo in pericolo la contiguità territoriale di Israele”. Il rapporto tra le parole di Netanyahu del 25 luglio 2010, con le quali metteva in guardia sul fatto che il Negev stava divenendo “un’area senza una maggioranza di ebrei”, definendo quindi la presenza dei beduini e la loro crescita come “una minaccia reale”, e questo piano di battaglia è molto chiaro.

Sì, la guerra è stata dichiarata, e la battaglia può essere lunga ed estesa. Netanyahu e Aharonovich, insieme al Fondo Nazionale Ebraico e all’Autorità Israeliana per la Terra , sono quelli che si nascondono dietro alla campagna di demolizioni, sfratti ed espropri nel Negev. Per resistere a queste forze dobbiamo avere determinazione e pazienza; continuare a fare manifestazioni, a protestare, a insistere. Tutti noi - ebrei e arabi – che lavoriamo per una vita di uguaglianza in questo paese, possiamo imparare dai nostri fratelli e sorelle beduine.




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