Palestina, la Ue condanna l'occupazione israeliana
di Carlo M. Miele


Osservatorio Iraq, 19 dicembre 2009

La condanna dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi, del Muro costruito in Cisgiordania, della politica di allontanamento dei palestinesi da Gerusalemme est e del blocco imposto sulla striscia di Gaza non rappresentano più un tabu. Nemmeno per l’Unione europea.

Dal punto di vista dell’Ue – ha dichiarato giovedì la responsabile della politica estera di Bruxelles, Catherine Ashton - "Gerusalemme Est è un territorio occupato, così come la Cisgiordania".

In questo senso – ha detto la statista britannica – la moratoria parziale sulla colonizzazione ebraica in Cisgiordania per un periodo di 10 mesi, annunciata nelle scorse settimane da Tel Aviv, rappresenta solo un "primo passo", ma non è affatto sufficiente.

La stessa Ashton ha chiesto poi a Tel Aviv di togliere subito il blocco sulla striscia di Gaza, in atto da oltre due anni, e ha ribadito la condanna dell’Unione per la cosiddetta “barriera di sicurezza” (il Muro costruito da Israele in Cisgiordania) e per la politica di allontanamento dei palestinesi da Gerusalemme Est.

Parlando ai membri del Parlamento europeo a Strasburgo, la Ashton ha sottolineato anche l’importanza del ruolo che, nell’ambito del conflitto israelo-palestinese, dovrà giocare il Quartetto di mediatori internazionali (Onu, Ue, Usa, Russia) guidato da Tony Blair.

L’intervento della responsabile degli Esteri è stato accolto con favore dall’ala progressista dell’assemblea.

Alcuni deputati europei hanno chiesto di adottare misure punitive contro Israele, compresa la sospensione dell’Accordo di associazione con la Ue. Proinsias De Rossa, deputata irlandese di centro-sinistra, ha condannato a sua volta il trattamento che Israele adotta nei confronti della popolazione palestinese, definito una sorta di "apartheid".

Dura invece è stata la reazione di Tel Aviv. Fonti del governo israeliano hanno fatto sapere di essere rimasti “sorpresi, contrariati e preoccupati” dalla presa di posizione della Ashton, affermando che tali dichiarazioni rischiano di compromettere le relazioni tra le due parti.

Le critiche a Israele e alla sua politica nei confronti dei palestinesi, tuttavia, si moltiplicano. Di recente, anche l’ex ambasciatore Usa in Israele - e attuale consigliere del presidente Barack Obama - Martin Indyk, ha manifestato la propria preoccupazione.

Gli atti del governo israeliano, compresa l’ultima decisione di stanziare nuovi fondi per i coloni – ha detto Indyk in un’intervista al quotidiano Ha’aretz – danneggiano gli interessi di Israele e rafforzano la posizione dei critici dello Stato ebraico

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