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09/11/2010

Israele, nuovi annunci di insediamenti scatenano polemiche

Dopo l'annuncio delle 1.300 case a Gerusalemme Est, altre 800 nella colonia di Ariel

Dopo l'annuncio di nuovi insediamenti a Gerusalemme Est (1.300 nuove case), Israele ha comunicato oggi il piano per la costruzione di nuove abitazioni ad Ariel (800 case). L'espansione delle colonie in questa zona rappresenta un serio ostacolo ai negoziati di pace, impedendo la contiguità territoriale del futuro Stato palestinese.

Gli Stati Uniti hanno aspramente criticato le decisioni di Israele. Già ieri il portavoce del dipartimento di Stato Philip Crowley ha espresso "profonda delusione". Oggi il presidente Barack Obama ha detto che la decisione delle autorità israeliane di procedere a nuovi insediamenti "non contribuisce alla pace". "Questo tipo di attività non aiutano mai a far progredire i negoziati di pace", ha detto Obama durante una conferenza stampa in Indonesia. Critiche anche dall'Europa. Il ministro degli Esteri comunitario Catherine Ashton ha richiamato Israele su Har Homa e Ramat e ha detto:"Le colonie sono illegali rispetto al diritto internazionale, costituiscono un ostacolo e minacciano di rendere la soluzione a due stati impossibile".

La reazione più dura viene dall'Autorità Nazionale Palestinese che chiede alla comunità internazionale di riconoscere unilateralmente lo Stato palestinese "entro i confini del 4 giugno 1967". Lo ha detto il negoziatore Saeb Erekat, secondo cui "Israele ha scelto gli insediamenti, non la pace".

Secondo una radio israeliana, Benjamin Netanyahu, che si trova ora negli Stati Uniti dove si incontrerà con il segretario di Stato Hillary Clinton, ha intenzione di chiedere il veto degli Usa su ogni iniziativa del mondo arabo per riconoscere lo Stato palestinese, in cambio di un'estensione della moratoria sugli insediamenti di tre mesi.