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11 marzo 2010

TRIBUNALE RUSSELL SULLA PALESTINA
di Giorgio Forti

La prima seduta del Tribunale Russell sulla Palestina ha avuto luogo a Barcellona nei giorni 1, 2 e 3 marzo 2010 (per informazioni sulla struttura ed il modo di operare del Tribunale Russell vedere il sito: http://www.russelltribunalonpalestine.com ).

Il Tribunale costituito a Barcellona ha avuto come scopo quello di esaminare in che misura l’Unione Europea ed i suoi Stati membri si siano resi complici dell’occupazione, in corso da 40 anni, dei Territori Palestinesi, e delle violazioni dei diritti del popolo palestinese commesse da Israele.

La giuria era composta da :

Mairead Corrigan Maguire (premio Nobel per la pace nel 1976, Irlanda del Nord)

Juan Tapia Guzman (Giudice, Cile)

Gisèle Halimi (Avvocato, già ambasciatore dell’Unesco, Francia)

Cynthia McKinney (politica statunitense, Green Party, Usa)

Michael Mansfield (Avvocato, Presidente dell’Haldane Society Socialist Lawyers, Gran Bretagna)

José Antonio Martin Pallin (Magistrato Emerito della Corte Suprema, Spagna)

Ronnie Kasrils (Autore e attivista, Sud Africa)

Alberto San Juan (Attore, Spagna)

Aminata Traoré (Politica e attivista, Mali).

 

Il senatore belga Pierre Galand ha descritto l’organizzazione e gli scopi del Tribunale Russell sulla Palestina, a nome del Comitato Organizzatore Internazionale.

I Capi di Stato e i Ministri degli Esteri dei Paesi dell’Unione Europea, oltre al Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, al Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, e all’Alto Rappresentante UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Catherine Ashton, sono stati informati dello svolgimento della sessione del Tribunale, e sono stati invitati a presentare argomentazioni per la difesa, se lo desiderassero. Nessuno di loro tuttavia è stato presente.

Tra i numerosi testimoni ed esperti che hanno deposto davanti alla Giurìa, sono stati interrogati e hanno risposto alle domande, si indicano qui i più importanti:

Felicia Langer, avvocata dei diritti umani, premio Bruno Kreisky, ha specificato le numerose violazioni da parte di Israele delle leggi internazionali e delle stesse leggi israeliane, in tutti i campi: la occupazione del territorio palestinese con le armi, la violazione dei diritti umani della popolazione di cui ha, come occupante, la responsabilità; la sistemazione nei territori occupati di una propria, numerosa, popolazione civile.

Gustave Massiah (Fr) economista e urbanista, ha descritto dettagliatamente i danni economici subiti dai palestinesi a causa dell’occupazione e della costruzione del Muro di Separazione: danni ai trasporti, all’agricoltura, al patrimonio edilizio e quelli dovuti agli ostacoli messi da Israele allo sviluppo di un sistema industriale palestinese.

Sono intervenuti anche Pilar Sampietro, della rubrica “Mediterraneo” della radio Nazionale Spagnola, e Luis Llach, compositore e cantante di “ Nova Canço”, che ha espresso la sua solidarietà al popolo palestinese.

Madjid Benchikh (Algeria) ha sostenuto la responsabilità dell’EU e degli Stati membri per l’aver consentito ad Israele, senza prendere contromisure, la violazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese: i cittadini arabo-palestinesi di Israele non sono rappresentati nel Governo che impone loro leggi, pratiche amministrative e politiche, e sono molto poco rappresentati nel parlamento israeliano. Nei Territori Palestinesi Occupati (TPO) il parlamento eletto non ha poteri reali.

Anche David Bondia, esperto spagnolo, ha dimostrato che la chiusura di West Bank e Gaza ha abolito l’autodeterminazione del popolo palestinese: ha creato di fatto un regime di apartheid, dove i cittadini (in Israele) e gli abitanti arabi-palestinesi (nei TPO) sono gravemente discriminati su base etnica e religiosa a tutti i livelli della vita della società.

Daragh Murray (Irlanda e Palestina) ha testimoniato sulle conseguenze della chiusura dei palestinesi in stretti confini sulla perdita della possibilità di autodeterminazione: mancata libertà di movimento con gravissimi danni per l’economia, la sanità, l’istruzione; impossibilità di raggiungere ospedali e scuole, di eliminare la spazzatura, di far funzionare i sistemi di fognatura. A Gaza, dove il blocco è stato più rigido e prolungato, tutto questo ha portato alla gravissima crisi che si osserva oggi. Murray ha fornito al Tribunale dati dettagliati sulla disoccupazione e sulle condizioni sanitarie della popolazione.

Sulla annessione da parte di Israele di Gerusalemme Est, hanno testimoniato Ghada Karmi, esperta israeliana, medico e autrice, Meir Margalit, israeliano dell’ICAHD (Israeli Centre Against House Demolition), e Charles Shamas, palestinese. La prima ha illustrato i metodi adottati da Israele per espellere il maggior numero possibile di palestinesi dalla città, ed ha appassionatamente denunziato la “ebraicizzazzione” di tutta la città. Israele vuole che si trasferiscano a Gerusalemme tutte la ambasciate, e si serve abilmente delle grandi competenze che Israele può offrire in molti campi, compreso lo spionaggio (l’intelligence). Margalit ha testimoniato sul diverso atteggiamento e linguaggio usato dalle due delegazioni della Unione Europea (UE) in Palestina: quella di Tel Aviv che mostra la faccia filoisraeliana, e quella a Gerusalemme, che mostra il volto pacifista, per “piacere” ai palestinesi, soprattutto alla ANP. Il testimonio Charles Shamas, palestinese, ha descritto la collaborazione bancaria tra UE e Israele, che controlla tutto il flusso di denaro e credito tra Europa e Israele-Palestina. Questo sistema bancario è l’unico esistente nei TPO: nessun accordo economico bilanciato tra UE e Palestina è possibile se non si elimina questo sistema, liberando i palestinesi dal pesantissimo giogo. James Phillips, irlandese, e M. Sfard, israeliano, testimoniano sul sistema di oppressione e strangolamento messo in atto dalle colonie israeliane: sradicamento di alberi, appropriazione dell’acqua, uso esclusivo delle strade su cui i palestinesi non sono ammessi.

L’Accordo di Associazione UE-Israele è stato esaminato e duramente criticato dall’esperta belga Agnes Bertrand, da Patrice Bouveret (Francia), Véronique De Geyser (Belgio), testimone e parlamentare europeo, e Raoul Romeva, spagnolo e parlamentare europeo. La Bertrand ha testimoniato che non vi è stata alcuna azione da parte dell’UE per farsi risarcire da Israele i danni per la distruzione di case e infrastrutture costruite con fondi europei. Sono state anche testimoniate violazioni per quanto riguarda la esportazione di prodotti delle colonie nei TPO alle condizioni di privilegio doganale riservate ai prodotti di Israele.

I testimoni ed esperti hanno messo in luce le gravi violazioni dell’accordo da parte di Israele: contro i diritti umani nei riguardi di palestinesi senza che questo provocasse reazioni dell’UE, mentre l’art. 2 dell’Accordo stabilisce la sua sospensione nel caso di violazione dei diritti umani da parte di un contraente. Inoltre, la UE è colpevole di non aver protestato per la fabbricazione di armamenti nucleari da parte di Israele, anch’essa incompatibile con l’Accordo. La De Geyser ha denunciato la complicità passiva dell’UE nei riguardi dell’import-export, anche di armi, tra paesi dell’UE ed Israele. Ha criticato anche il cambiamento della politica europea, che dopo le elezioni dl 2006, vinte da Hamas, ha applicato sanzioni ai palestinesi, cioè all’ANP, ed ha considerato, seguendo il volere di Israele, Hamas come un’entità terrorista, con questo rifiutando ogni trattativa con il breve governo di Hamas. Come già nel caso dei Mujaeddin del Popolo iraniani, l’esser tolti dalla lista dei “terroristi” è pratica difficilissima. Philip Shiner (Gran Bretagna) ha affermato il principio di Giurisdizione Universale per il perseguimento dei crimini contro i Diritti Umani, quali la Carta delle Nazioni Unite li ha proclamati, ricordando che i Paesi della EU ed Israele li hanno sottoscritti. Tuttavia, vi sono molte possibilità per Israele di aggirare questo principio, a causa del comportamento di Stati ed individui. Clare Short, parlamentare europea, ha ribadito la violazione del diritto internazionale da parte di Israele, per l’aver allargato i suoi confini con l’uso della forza. EU e USA sono colpevoli di connivenza. Ha anche asserito che la minaccia di antisemitismo contro Israele non può essere una attenuante, perché semmai l’antisemitismo è problema europeo, non palestinese.

L’assedio prima, l’attacco poi contro Gaza è stato trattato analiticamente dal Dottor Derek Summerfield, britannico, che ha reso una dettagliata e molto ben documentata testimonianza sulle disastrose condizioni di quella città già prima dell’attacco israeliano detto “piombo fuso”, a causa dell’assedio israeliano in atto già da parecchi anni quando è stata scatenata l’operazione militare il 26 dicembre 2008. In conseguenza dell’assedio, già nel 2003 il 20% dei bambini di Gaza erano anemici per denutrizione. Il perdurare dell’assedio ha causato un progressivo peggioramento della situazione umanitaria, divenuta catastrofica durante e dopo l’operazione militare e relativo massacro, data la insufficienza dei servizi sanitari disponibili ed il fatto che il blocco israeliano è continuato durissimo, impedendo l’afflusso di materiale sanitario, di medici e di cibo. Anche la possibilità di trasportare malati e feriti gravi per essere curati altrove è stata impedita da Israele, e circa 200 pazienti sono morti nell’attesa. Le autorità dell’UE hanno chiesto ad Israele di lasciar entrare cibo, ma non hanno affermato l’illegalità dell’assedio, quindi sono conniventi con il massacro. Il dottor Sommerfield ha anche testimoniato dell’uso della tortura nelle carceri israeliane, anche contro minorenni.

Il colonnello Desmond Travers, Irlandese, membro dlla Commissione Goldstone, ha descritto le armi usate d Israele nell’attacco a Gaza ed i loro effetti, mettendo in evidenza l’uso del fosforo bianco, un’arma vietata dalle convenzioni internazionali in aree dove viva una popolazione civile come Gaza e i suoi dintorni. Ha testimoniato di aver visto sui contenitori per il trasporto del fosforo bianco, la scritta “E” che significa “experimental”, materiale considerato non usabile secondo le convenzioni. Ha anche descritto al Tribunale le proprietà del DIME, materiale che esplodendo si frantuma in frammenti microscopici, non individuabili nel corpo di colpiti con le radiografie convenzionali. Rispondendo a domanda dei giudici, ha testimoniato dell’uso da parte di guerriglieri palestinesi di razzi Qassam, di scarsa efficacia ma chiaramente diretti contro la popolazione civile, quindi condannabili in quanto usati come rappresaglia contro i civili. La sua testimonianza è stata convalidata da Raji Sourani, palestinese, direttrice del Palestinian Center for Human Rights di Gaza.

Ewa Jasiewicz (Polonia), ha testimoniato della sua esperienza diretta di volontaria per l’emergenza medica a Gaza durante l’attacco israeliano: ambulanze della Mezzaluna Rossa prese a bersaglio da aerei e droni israeliani, ed anche dal fuoco di militari della forza di invasione, a distanza ravvicinata; distruzione delle strutture ospedaliere e di mezzi di sussistenza. Quanto ha visto non lascia dubbi sul carattere di punizione collettiva e indiscriminata dell’attacco israeliano.

François Dubuisson, esperto belga, ha illustrato la illegalità della costruzione del Muro quasi completamente in territorio palestinese: la condanna della Corte internazionale di Giustizia è ineccepibile, e la UE è impegnata ad esigere da Israele la eliminazione del Muro, ed il pagamento dei danni arrecati ai palestinesi. Gli Stati che hanno votato la risoluzione di condanna hanno contratto l’obbligo di non riconoscere il Muro, di non cooperare alla sua costruzione e di adottare contro Israele sanzioni efficaci, come il disdire l’Accordo di cooperazione economica con Israele, sulla base dell’art. 2 di esso, e comunque cessare ogni rapporto attivo finchè Israele sia inadempiente.

Francis Wurtz, testimone francese, ex-parlamentare europeo, ha fatto un excursus storico, rilevando la progressiva inadempienza europea nei riguardi dei suoi doveri di promozione del diritto dei palestinesi ad avere un loro stato. A suo parere, la UE si è disimpegnata politicamente durante la presidenza Bush negli USA, ed ha utilizzato il Quartetto per nascondere le sue responsabilità. Richiesto dalla giuria se l’EU debba trattare con Hamas per raggiungere un accordo sulla formazione di uno stato palestinese, Wurtz ha evitato di rispondere dicendo che non è tanto importante con chi si tratta, quanto la volontà di arrivare ad una conclusione. Tale intervento è l’unico chiaramente dilatorio e sfuggente che si sia osservato nelle due giornate piene del dibattito che è stato molto impegnato e approfondito.

La seduta dl Tribunale ha avuto spazio nei programmi della televisione nazionale spagnola, ed il maggior quotidiano spagnolo, il liberale El Pais, ha dedicato un’intera pagina all’evento, lunedì 1 marzo.

La prossima seduta del Tribunale Russell sulla Palestina avrà luogo a Londra, nel prossimo autunno. In ogni Paese dell’UE esiste un Comitato nazionale di appoggio; in Italia il Comitato è stato creato ed organizzato dalla Fondazione Basso, presieduta dal Dottor Gianni Tognoni.

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