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Paesi Arabi: strategie di cyber-attivismoper il cambiamento sociale
di Hisham Khrib

Tradotto da T. Nigi e D. Galati

"10 strategie per trasformare l'informazione in azione" (10 tactics for turning information into action) è un filmato in inglese di 50 minuti che documenta da varie parti del mondo storie ben riuscite di info-attivismo. Il documentario, prodotto dal Tactical Technology Collective (TCC), una ONG che offre guide, strumenti, formazione e consulenza a quanti vogliano impegnarsi nella tutela diritti umani, prende in esame le modalità di utilizzo delle tecnologie digitali con cui tali soggetti hanno promosso cambiamenti positivi.

Il filmato è disponibile gratuitamente online e il TCC promette l'invio di copie, con dotazione di stampati illustrativi, a chiunque si proponga di organizzarne la proiezione. A febbraio sono riuscito a organizzare una a Rabat, in Marocco, e il coordinatore del TCC, Faith Bosworth, mi ha poi posto qualche domanda.

Come sei venuto a conoscenza del filmato? E cosa ne pensi delle strategie descritte?

Ho sentito parlare per la prima volta di 10 tactics nel dicembre del 2009 partecipando alla seconda conferenza dei blogger arabi a Beirut. Il fatto di poter guardare il filmato e leggere i preziosi stampati che lo accompagnano, e poi ascoltare le esperienze di vita vissuta da alcuni dei più noti attivisti online arabi che ho avuto la fortuna di conoscere in Libano, ha reso il tutto ancora più avvincente. Sempre lì a Beirut ho incontrato il narratore, Marcin Gajewski, e ho capito meglio la filosofia dietro l'iniziativa, come è nata e quanto fosse importante far girare la voce e condividere il messaggio con il maggior numero possibile di persone.

 Anche se per alcuni di noi certi accorgimenti descritti nel filmato e nelle pubblicazioni allegate erano scontati, rappresentano l'onesta sintesi di anni di lotte e di attivismo online, riccamente illustrato e generosamente condiviso con il resto del mondo. Si tratta di una guida pronta all'uso e di facile comprensione per netizen e attivisti di base, i quali spesso non sanno come ottenere il meglio dalle campagne avviate, proteggendo al contempo se stessi e le proprie fonti d'informazione.

In un'area del mondo (i Paesi arabi) dove la gente è afflitta da estrema carenza di libertà e di accesso alle informazioni, Internet si è rivelata una vera benedizione per i milioni di persone perseguitate e che non hanno voce. È proprio in quest'area che il filmato risulterà più efficace. Infatti, quando lo scorso gennaio sono stato invitato a un seminario per blogger magrebini a Rabat, mi è venuto subito in mente che sarebbe stata l'occasione ideale per proiettare 10 tactics e riflettere, scambiare opinioni e condividere strumenti di attivismo online con gli altri blogger presenti.

 Alla proiezione mi è parso che la gente abbia compreso facilmente la maggior parte dei contenuti. Magari alcuni degli strumenti presentati, anche se sono stati apprezzati, possono avere lasciato il pubblico (che era pur sempre marocchino) con la sensazione che certe strategie siano costose o tecnicamente impegnative, e quindi fuori della loro portata. In un Paese che soffre di povertà e analfabetismo di massa, l'acquisto di un computer portatile o anche solo di una macchina fotografica a volte è davvero impossibile. Ma tutto sommato i presenti sono apparsi effettivamente coinvolti e alcuni esempi in particolare sembrano davvero aver toccato le corde del pubblico: le reazioni alle riprese del cosiddetto "tiratore scelto marocchino" (un’attivista locale che nel 2007 aveva filmato di nascosto dei poliziotti corrotti diffondendone il video su YouTube) sono apparse assai positive. Ci sono stati anche degli ‘ooh’ e dei ‘buu’, quando il filmato ha rivelato come le tecniche di geobombing (inserimento mirato di video da YouTube nella mappe di Google Earth e Google Maps) siano riuscite a rendere noto l’abuso di denaro pubblico per le spese dei voli privati della moglie del presidente tunisino Ben Ali. Per una buona fetta dei presenti questa particolare vicenda è stata una rivelazione, e soprattutto per i colleghi tunisini, gran parte dei quali ne sentivano parlare alla proiezione per la prima volta. Peraltro, da quando questa storia è stata portata alla luce, YouTube in Tunisia è inaccessibile!

 C'è stato un dibattito dopo la proiezione? Cos’ha detto la gente?

 Non c’è stato un dibattito formale dopo la proiezione perché era già molto tardi, ma la gente ha iniziato a parlarne spontaneamente. Inoltre, il giorno seguente, siccome per coincidenza il workshop principale era centrato sull'utilizzo degli strumenti online per la difesa dei diritti e per l'attivismo, chi aveva visto il filmato aveva già avuto un’anteprima dei principali strumenti a disposizione e del loro utilizzo sul campo. Il geobombing, per esempio, era ormai una tecnica sulla quale non avevano bisogno di ulteriori spiegazioni. Alcuni sono venuti da me dicendo: "È davvero formidabile ... fantastico…", commenti di questo tipo.

In realtà ciò che mi ha colpito è stata l’unica reazione negativa da parte di un partecipante, il quale sosteneva che "dietro questo tipo di campagne si nasconde un'agenda precostituita, soprattutto quando viene così generosamente distribuito materiale gratuito." Ho dovuto faticare parecchio per convincerlo che non avevamo visto altro che gente qualunque intenta a parlare delle proprie esperienze con altre persone comuni. Indipendentemente dagli specifici esempi esposti nel film, negli stampati o negli opuscoli distribuiti, l'idea di base era quella di poter condividere le proprie esperienze e adoperare questi meravigliosi strumenti disponibili online. In realtà questa critica non è stata una vera e propria sorpresa, perchè so bene quanto le teorie del complotto, in quest'area geografica, tendano a sedimentarsi nella testa delle persone, anche a causa della lunga e dolorosa storia delle interferenze occidentali negative. In ogni caso è stata una reazione isolata all’interno del pubblico, che a stragrande maggioranza ha invece accolto con favore 10 tactics e abbracciato l'idea alla base del progetto.

Come pensi che verranno usate le informazioni che la gente ha ricevuto attraverso il filmato e gli altri materiali di Tactical Tech?

Il tipo di reazioni che ho osservato era perlopiù diretto a chiedere se i singoli partecipanti potessero organizzare proiezioni in proprio. Una giornalista tra i presenti, in particolare, ha mostrato grande interesse sia per gli stampati sia per il documentario in sé. Mi ha detto che nella regione di Marrakech conosce delle ONG che operano per cercare di alleviare la povertà e accrescere la consapevolezza dei problemi legati all'analfabetismo, e come tutto ciò influisca sul benessere complessivo dei locali. Prevede di far vedere loro il filmato e capire se può essere di qualche utilità concreta. Sono anche entrato in contatto con Khalid Jamaï, membro attivo dell'Associazione marocchina per i diritti umani e giornalista di lungo corso. Era molto interessato a organizzare una proiezione di 10 tactics nella sede dell'associazione a Rabat.

Il trailer del documentario 10 tactics for turning information into action è disponibile su Vimeo:

Testo originale: Information, Action, Change. Ripreso da The Mirror: Hisham Khrib riflette su varie questioni legate a cultura, politica, attualità riguardo Marocco, Medio-oriente e l'ambito globale.

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