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Il manifesto di Eretici digitali

Scritto da ADMIN | Published: APRILE 30, 2009

“Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo sul suo tempo per percepirne non le luci, ma il buio. Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo”. (…) “Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese, ed è per questo inattuale. Ma proprio grazie a questo scarto e questo anacronismo è in grado più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo”.
Giorgio Agamben

I media sono in crisi, ma la rete rischia di sparire come luogo di libera comunicazione. Il giornalismo, che serve per la democrazia, rischia di affondare. La nuova opinione pubblica fa fatica a comprendere i rischi cui è sottoposta la libertà di espressione. Tutta la libertà di espressione, non soltanto quella degli addetti ai lavori. L’esito negativo non è scontato. Ma per cambiare le cose è necessario rileggere i rapporti tra rete e media con un approccio “eretico”, che tradisca alcuni dogmi. Una duplice eresia – dei chierici del giornalismo e dei cittadini della rete – che crei il nuovo racconto dei media.

I neoluddisti, l’agiografia della rete e al centro il moloch del potere
Tre generi di dogmi hanno urgente bisogno di essere demoliti:
a. quelli del potere, che tende a legittimare solo il “racconto” dei media che gli sia mimesi e consenso
b. quelli della corporazione, che scambia il supporto, la carta, con la natura del giornalismo
c. l’ apologetica del digitale che preconizza la nascita di una società virtuosa perché tecnologica e si affida alle “piattaforme” , raccontando di uno sviluppo senza conflitti e buono in sé.

Proponiamo alla conversazione della rete dieci tesi, un progetto aperto.

I. I media sono in crisi. Ma forse non vale la pena di esultare

II. La mistica dell’innovazione ha molti lati oscuri

III. L’ossessione securitaria della politica e la libertà d’accesso fatta a fette

IV. I nuovi intermediari sono potenti

V. Le piattaforme di gestione della pubblicità sono opache

VI. Il tubo non è neutrale

VII. L’habeas corpus va esteso all’habeas data

VIII. Il populismo digitale è già qui

IX. Il reboot del giornalismo

X. La proprietà pubblica del racconto, dei racconti: la libertà della rete

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