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04/10/2010

Libertà di stampa a rischio: nel mondo 56 giornalisti uccisi dall'inizio dell'anno

Sono 56 i giornalisti uccisi nei primi otto mesi del 2010. A dirlo è l'Associazione Mondiale dei Giornali ed Editori (Wan-Ifra) nel suo rapporto annuale. Chi si occupa di informazione è costantemente soggetto a violenze e persecuzioni di ogni genere, sia da membri dello Stato che da criminali e terroristi. Il Messico è uno dei Paesi più pericolosi per i giornalisti a causa della guerra tra il presidente Felipe Calderon e i cartelli del narcotraffico. Ma in generale tutto il sud America è ostile a chi lavora nell'informazione. Un'ostilità che viene sia dal governo che da gruppi criminali. Un clima avverso si respira anche in Africa e Medio Oriente dove i giornalisti vengono spesso messi a tacere. Maglie nere spettano all'Afghanistan, al Pakistan e all'Iraq, Paesi coinvolti nella "guerra al terrore". Anche la vecchia Europa non è del tutto esclusa dal report. "Un certa cultura della persecuzione, dell'intimidazione e dell'aggressione contro i giornalisti continua in alcuni Paesi dell'Europa e dell'Asia", si legge nel report. "Il largo uso di leggi offensive e il sempre maggiore numero di nazioni che propongono leggi che puntano a soffocare la libertà di stampa, in particolar modo nel nome dell'anti-terrorismo, è molto comune".