Dietro lo scontro Google-Cina
di Roberto Reale

Non fatevi confondere le idee. La vera notizia è che in queste ultime settimane è saltato uno storico accordo: quello fra tutte le grandi multinazionali Usa e il regime Cinese. Stiamo parlando di qualcosa di molto concreto. Per un paio di decenni il partito comunista e le compagnie simbolo del capitalismo mondiale hanno proceduto mano nella mano. Le olimpiadi di Pechino non sarebbero state tecnologicamente possibili senza questa intesa. Ora l'incantesimo si è rotto. La vicenda, l'esplosione del contenzioso fra Google e i "Guardiani della Rete" cinese, ha tutti i crismi del grande intrigo internazionale. Dietro ci sono scenari complicatissimi: storie di incursioni informatiche, spionaggio industriale, lotta per il controllo del ricchissimo mercato della ricerca online. Sullo sfondo ci sono anche i rapporti fra Usa e Cina. Sarebbe stata possibile una simile rottura se alla Casa Bianca non ci fossero Obama e i sostenitori della libertà della Rete? Sicuramente le scelte dell'amministrazione hanno pesato su quelle di Google. In ogni caso ora bisognerà capire un paio di cose. Intanto come si comporteranno le altre compagnie occidentali? E il regime deciderà di rendere meno rigida la censura? Perché il punto, alla fine della giostra, è questo: la libertà d'informazione, la libera circolazione dei contenuti digitali sono o meno valori universali? Negli ultimi anni la tentazione di controllare il Web, di metterlo al servizio del Potere, ha fatto molti proseliti anche in Occidente. La scelta di Google di non stare al gioco, qualunque ne sia la motivazione nascosta, ha comunque l'effetto di dare uno schiaffo ai censori. E questo non può non rappresentare una salutare boccata d'ossigeno. Anche per noi.

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