Dichiarazione Conclusiva dei Partecipanti al Sit-In
sul DDL Contro le Intercettazioni
per la Liberta' di Stampa ed il Diritto all'Informazione
di Yvan Rettore

Portavoce del sit-in

Roma, Piazza Bernardino Da Feltre

4 settembre 2010



Questo evento non è la fine ma l'inizio di un impegno concreto contro una proposta di legge che riteniamo possa mettere seriamente a rischio la tenuta della democrazia nel ns paese.

Pertanto, vogliamo che la magistratura possa proseguire serenamente le proprie indagini in conformità alle norme attualmente vigenti senza dover subire imposizioni e provvedimenti legislativi assolutamente assurdi ed impropri da parte del potere esecutivo.

Auspichiamo che ques'ultimo si limiti al suo proprio ruolo istituzionale che dovrebbe essere quello di gestire al meglio la cosa pubblica e di lasciare integralmente l'attività legislativa al Parlamento, organo "naturalmente" preposto a questa funzione.

Ci auguriamo che la libertà di stampa ed il diritto all'informazione tornino ad essere considerati come dovrebbero e non come dei "corollari" della ns carta costituzionale.

Una vera democrazia si fonda proprio su di essi e sono ormai diversi decenni che vi è stata una autentica involuzione su questo tema, tanto che ormai le testate più importanti della carta stampata e della TV riportano sempre più spesso notizie parziali o addirittura non fanno alcuna menzione di fatti estremamente importanti che avvengono in Italia e nel mondo.

Detto questo, nel caso il DDL dovesse essere riesaminato da questa maggioranza e passare alle camere, speriamo che gli organi istituzionali di questo paese possano "rispedirlo" integralmente al mittente.

Ricordiamo che oltre all'art. 21 della Costituzione che garantisce la libertà di espressione, l'Italia ha firmato la Convenzione dei Diritti dell'Uomo che prevede questa stessa libertà all'art. 10.

Vogliamo inoltre sottolineare che l'ONU si oppone ad un simile provvedimento e che la Germania ha inserito di recente nel suo ordinamento giuridico una legge che salvaguarda i giornalisti nel caso dovessero diffondere notizie relative ad indagini concernenti l'amministrazione pubblica.

Su quest'ultimo punto, il DDL andrebbe esattamente nel senso opposto.

In conclusione, continueremo a sorvegliare l'attività del governo su questa questione e ad agire anche presso le istituzioni europee nel caso questo DDL dovesse diventare una vera e propria legge dopo essere stata approvata sia dal Presidente della Repubblica che dalla Consulta.

Nel frattempo, proseguiremo il ns lavoro di sensibilizzazione sull'argomento, invitando in particolare la cittadinanza a non considerare più le testate di cui sopra come mezzi affidabili di informazione.



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