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2011-11-26

Manifestazioni per la liberazione di al-Aqsa dal Cairo alla Giordania a Gaza

Gaza - Agenzie, InfoPal. Migliaia di egiziani si sono ritrovati ieri presso la moschea di al-Azhar per protestare contro l'ebraicizzazione di al-Quds (Gerusalemme) e per la protezione della moschea di al-Aqsa.

Si parla della presenza di 5mila egiziani ieri che hanno espresso il massimo sostegno nella lotta ai piani dell'occupante israeliano. 
Allo stesso modo, i presenti hanno chiesto ai Paesi musulmani l'espulsione delle rappresentante diplomatiche israeliane.

Il gruppo "Per la vittoria di al-Aqsa" ha dichiarato la propria adozione della resistenza per proteggere i luoghi Santi e ha denunciato le intenzioni israeliane di abbattere porta al-Mughariba, ponte di collegamento con la moschea di al-Aqsa.

In concomitanza con l'anno dell'Hijira, data di passaggio del profeta Muhammad e dei suoi primi seguaci dalla Mecca verso Medina, in diversi paesi si è voluto manifestare i propri sentimenti verso Gerusalemme e la Palestina.

Dopo la preghiera, nel cui sermone è stato reiterato il supporto alla resistenza per la protezione dei luoghi Santi in Palestina, i fedeli si sono ritrovati ad ascoltare gli interventi di esponenti religiosi di rilievo e quelli di rappresentanti di realtà arabe per Gerusalemme.

Shaykh Ahmed at-Tayyeb, ha riaffermato come "Gerusalemme rappresenti la linea rossa oltre la quale il mondo musulmano non permetterà trasgressioni".

Dalla Fratellanza musulmana, il Muftì 'Abdelrahman 'Abd al-Barr ha invitato le giovani generazioni ad abbracciare la stessa causa di liberazione di al-Aqsa e, a coloro sui quali ricade questa responsabilità, ha chiesto di sostenere economicamente la rinascita di Gerusalemme.

Tutti sono convenuti sull'impossibilità di negozare sulla città Santa.

Molto simile a quello egiziano, è stato l'evento organizzato in Giordania, nel villaggio di Swima, nella valle del Giordano, distante appena 25km da Gerusalemme.

Anche qui, erano migliaia i presenti provenienti dalle varie province giordane a bordo di mezzi privati o di autobus.

"I giordani sono il popolo storicamente più vicino ai palestinesi, perché condividiamo la sacralità della stessa terra", è stato dichiarato, promettendo il massimo del sostegno per la liberazione di al-Aqsa e contro l'ebraicizzazione di Gerusalemme da parte israeliana.

Nel sermone, Ibrahim Al-Keylani, ha portato la solidarietà dei giordani, chiedendo l'affermazione della resistenza come unico canale di speranza per la liberazione di Gerusalemme e della moschea di al-Aqsa.

Quello di ieri in Giordania è stato il primo di una serie di eventi che seguiranno per la stessa causa.

Ai messaggi e agli appelli ascoltati in questo raduno, si aggiungono le parole di Shaykh Yousef al-Qardawi, presidente dell'Unione degli Ulama', il quale il giorno prima aveva chiesto a re 'Abdallah II di Giordania di fare pressioni su Israele affinché lo Stato ebraico abbandoni i piani di distruzione di porta al-Mughariba e smetta di aggredire Gerusalemme, mettendone a repentaglio l'integrità dei suoi luoghi Santi, tra i quali la moschea di al-Aqsa.

Anche a Gaza, erano migliaia i palestinesi che hanno sfilato per al-Aqsa e Gerusalemme, ritrovandsi per la preghiera nella moschea di al-'Omari, nel centro di Gaza City, dove ad attenderli c'era il premier Isma'il Haniyah.

Il primo ministro di Gaza ha parlato di giornata memorabile dal Cairo, alla Giordania, dalla Tunisia ad altri paesi arabi e ha affermato: "La rinascita deve partire da Gerusalemme".

Sempre da Hamas, Khalil al-Hayya, membro dell'ufficio politico, ha chiesto unità al mondo arabo-musulmano per la liberazione di Gerusalemme e di al-Aqsa.

Ad ovest di Gaza City, un'altra marcia del Jihad islamico si svolgeva in direzione della moschea al-'Abbas.

Qui, Shaykh Nafez 'Azzam, leader del Jihad islamico ha parlato dell'importanza di sostenere sacrifici, ha chiesto sostegno economico e, nell'ambito dell'obiettivo di liberazione e tutela dei luoghi Santi, ha elogiato i contenuti della riconciliazione nazionale.