guarda il video qui sotto
http://www.youtube.com/watch?v=YwOUd34P_l8&feature=player_embedded
Israeli army wakes Palestinian children to photograph them

http://www.nena-news.com/
02 marzo 2011

Occupazione Israeliana: di Giorno e di Notte
di Barbara Antonelli

L’esercito israeliano sveglia i bambini residenti dei villaggi della Cisgiordania per fotografarli e schedarli in piena notte. Il video diffuso ieri da una ONG, mostra come i minori palestinesi siano diventati il target preferito delle forze armate. Un recente rapporto dell’UNICEF conferma: dati allarmanti.

 Gerusalemme, 02 marzo 2011, Nena News (foto palestine monitor) – Il nuovo allarmante video diffuso ieri dalla ONG Defense for Children (DCI), ripreso da una videocamera amatoriale distribuita dal progetto audiovisivo di un’altra ONG, B’Tselem, mostra soldati israeliani fare irruzione in piena notte (era l’una circa dicono i testimoni) in una casa palestinese del villaggio della Cisgiordania di Nabi Saleh, con l’intento di intimidire, fotografare, schedare e raccogliere informazioni sui minori della comunità.

Episodi che si susseguono in questi giorni, in costante aumento e che i residenti di Nabi Saleh hanno più volte denunciato: l’abitato (15 km a nord di Ramallah) si ritrova soffocato dal vicino insediamento illegale di Hallamish, “una colonia ideologica” come l’ha definita il gruppo Peace Now: un insediamento nato nel 1977 su 187 acri di terra di cui 61 sottratti ai residenti di Nabi Saleh e che oggi “ospita” 981 coloni.

All’inizio del 2010, Hallamish ha iniziato ad espandersi ulteriormente, annettendo ancora più terra palestinese, generando come risposta da parte palestinese, regolari manifestazioni nonviolente il venerdì, a cui sono seguite repressioni, arresti, intimidazioni da parte delle forze armate. Uno degli ultimi casi era stato documentato sempre da DCI, nei giorni scorsi: l’arresto di Mohammed T. un ragazzo di 15 anni, fermato alle 8.30 del 26 gennaio per aver “collezionato” (trovati nelle sue tasche e in quelle del cugino) proiettili di gomma, “ricordi” lasciati dall’esercito come mezzo per disperdere e reprimere la manifestazione svoltasi il venerdì precedente. Secondo quanto riferito da DCI, Mohammed è stato picchiato, spintonato e schiaffeggiato, per poi essere rilasciato vicino casa sua alle tre dello stesso pomeriggio. Suo cugino invece, è ancora nel centro di detenzione di Ofer, dove comparirà di fronte ad una Corte militare nei prossimi giorni, senza che sia stata avanzata finora contro di lui, alcuna  specifica accusa.

E’ stata sempre DCI a denunciare nei giorni scorsi il crescente numero di arresti di minori palestinesi nel villaggio di Nabi Saleh; come quello dell’undicenne Kareem Tamimi, prelevato con la forza, arrestato tra le urla della madre, portato via da un furgone della polizia israeliana; un altro video, un’altra storia di ordinari soprusi, questa volta diffuso anche da Repubblica on-line (http://tv.repubblica.it/mondo/israele-poliziotti-brutali-bimbo-strappato-alla-madre/63026?video&ref=HREV-3).

Negli ultimi sei mesi, diversi rapporti e appelli rilasciati da ONG che si occupano della difesa dei diritti dei minori, confermano come i bambini siano il nuovo obiettivo delle politiche repressive di Israele, soprattutto in alcune aree, Nabi Saleh ma anche i quartieri di Gerusalemme Est, dove avanza la colonizzazione, come Silwan; dove secondo le fonti dell’agenzia Ma’an News  lunedì la polizia ha fermato e portato via 9 ragazzi palestinesi, tra cui un bimbo di 7 anni.

Secondo i dati diffusi da ACRI (Associazione in Difesa dei Diritti Civili in Isreale) il numero dei bambini arrestati nel 2010 solo a Gerusalemme Est è il doppio di quelli fermati in tutta la Cisgiordania nel 2009.

Il centro di monitoraggio e informazione allestito nell’area di Silwan, quello di Wadi Hilweh conferma: solo a gennaio 25 minori sono stati interrogati e arrestati. Al momento ci sono almeno 17 ragazzi di Silwan che vivono agli arresti domiciliari: per loro niente scuola, per ordine della polizia israeliana, devono rimanere chiusi in casa, per un tempo che varia in base alla colpa di cui sono accusati, quasi sempre “lancio di pietre”.

Secondo ACRI, sono oltre 1200 i casi di minori palestinesi di Gerusalemme Est con indagini criminali aperte, tutti con l’accusa di “lancio delle pietre”. La maggioranza di loro vive a Silwan.

Come nel caso del piccolo Kareem di Nabi Saleh o dei ragazzi di Gerusalemme Est, la strategia degli arresti sui minori ha sempre un duplice scopo: intimidire, quindi fare da deterrente perché non partecipino più alle manifestazioni dei comitati locali  e acquisire informazioni su altri minori, altri ragazzi da interrogare, fratelli, cugini, amici. Negli ultimi 12 mesi DCI ha fornito alle Nazioni Unite i dettagli dei casi di 100 palestinesi minorenni che hanno subito abusi fisici e psicologici mentre o dopo essere stati trascinati via dalle loro abitazioni, per essere interrogati sotto “custodia militare”.

Il rapporto annuale del 2010 di UNICEF, pubblicato in questi giorni, sulle violazioni commesse da Israele contro i bambini dei territori palestinesi occupati, conferma le preoccupazioni delle ONG e delle associazioni: il numero dei minori feriti a Gerusalemme Est durante i mesi di settembre e ottobre 2010 è di 85 volte superiore ai dati dell’anno passato: 26 bambini feriti e un neonato di 15 mesi ucciso a Al-Isawiya, questo il bilancio degli scontri tra le guardie armate private, ingaggiate e pagate dal Ministero degli alloggi (Ministry of Housing) per proteggere i coloni israeliani e i residenti locali (non armati) nel quartiere di Silwan. Sempre in questa area, 23 ragazzi, tra i 10 e i 17 anni sono stati detenuti durante arresti notturni e operazioni militari.  Nena News