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16 maggio 2011

Napolitano: l'Italia riconosce 
l'ambasciatore palestinese

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato la decisione del governo italiano di elevare il rango del rappresentante diplomatico dell'Autorità nazionale palestinese in Italia riconoscendogli il titolo di ambasciatore.

L'annuncio a Betlemme dopo un colloquio con il presidente palestinese Abu Mazen che ha commentato: «è un altro regalo che ci fa l'Italia».

«Ho il mandato di annunciare la decisione del governo, accolta con me con grande compiacimento, di elevare la delegazione diplomatica dell'Autorità Nazionale Plestinese in Italia. Di conseguenza il capo della missione diplomatica viene accreditato con il rango di ambasciatore palestinese a Roma», ha detto Napolitano durante la conferenza stampa congunta con Abu Mazen a Betlemme.

È una decisione «di grande significato», ha aggiunto Napolitano, mentre la delegazione palestinese salutava l'annuncio con un applauso.

È un «gesto che aiuta la pace nella regione mediorientale»., ha commentato il rappresentante diplomatico dell'Autorità nazionale palestinese Sabri Ateyeh al quale il governo italiano ha riconosciuto il rango di ambasciatore.

«Sono felice dell'annuncio del presidente Napolitano che riflette l'appoggio del popolo italiano al processo di pace».

Giorgio Napolitano ha incoraggiato Abu Mazen a operare subito, «adesso, a maggio, a giugno, a luglio» per affidare la nascita dello Stato palestinese a «un rilancio della prospettiva negoziale», invece di «aspettare ciò che accadrà a settembre». Nei giorni scorsi il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese aveva annunciato che a settembre, in mancanza di alternative, avrebbe proclamato la nascita dello Stato palestinese in seno all'Assemblea Generale dell'ONU. Occorre operare, ha aggiunto il presidente della Repubblica durante la conferenza congiunta con Abu Mazen, «per riaccendere un clima di dialogo fra le parti e la speranza di una soluzione del conflitto israelo-palestinese».

L'Italia, ha assicurato, sosterrà la ricerca del dialogo. «L'Unione Europea, che condivide la responsabilità della pace nel Medio Oriente, non deve sottrarsi, ma anzi - ha aggiunto - deve dimostrare il suo impegno con la massima generosità e con lungimiranza». La formula, ha concluso, rimane quella di «due popoli due Stati» che presuppone la reciproca accettazione e la coesistenza pacifica. Questa formula è stata accettata da entrambe le parti, «si tratta di farne discendere accordi che permettano la effettiva realizzazione» di quel progetto.

«Molto significative» sono per Napolitano le assicurazioni di Abu Mazen che la 'riconciliazionè fra Fatah e Hamas, e la nascita del nuovo governo 'tecnicò non toglieranno all'ANP e allo stesso Abu Mazen «la titolarità esclusiva di condurre il negoziato con Israele rispettando i principi fissati dal Quartetto ONU, Russia, USA, UE». L'Autorità nazionale palestinese (Anp) è disposta a tornare al tavolo del negoziato con Israele solo di fronte a uno stop alle colonie nei Territori occupati. Lo ha ribadito oggi seccamente il presidente dell'Anp, Abu Mazen (Mahmud Abbas), durante una conferenza stampa congiunta con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Betlemme. Riferendosi all'intenzione dell'amministrazione di Barack Obama di presentare a breve una nuova iniziativa di rilancio del negoziato, Abu Mazen ha detto di aspettarsi che gli Usa «spingano in avanti il processo di pace sulla base di quanto previsto dal Quartetto e dell'iniziativa araba». «A Obama chiediamo di indicare la prospettiva dei due Stati entro i confini del 1967 e la fine degli insediamenti», ha rimarcato. Poi, rivolgendosi direttamente all'ospite italiano, ha affermato che «l'occupazione è la cosa peggiore per un popolo, come anche gli italiani hanno sperimentato in passato» e ha aggiunto che «a 63 anni dalla Naqba (il 'disastrò dell'esodo palestinese del 1948, commemorato ieri con spargimento di sangue) Israele deve accettare che esiste un popolo che non può scomparire».

Abu Mazen ha infine sottolineato che il tempo di qui a settembre - scadenza fissata dall'Anp per chiedere unilateralmente all'Onu il riconoscimento formale di uno Stato sovrano, in mancanza di novità sul fronte negoziale - «è breve», ma ha notato che «ce ne è ancora un po'.