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lunedì 9 luglio 2012 07:31

Jenin, nuovi appelli per la liberazione di Nabil al Raee
di Silvana Parlagreco



La moglie e compagna di impegno e lavoro, Micaela Miranda, denuncia come una "farsa" il processo contro Nabil che, nel frattempo, attua lo sciopero della fame

Jenin (Cisgiordania), 9 luglio 2012, Nena News - Torna a parlare Micaela Miranda, la moglie di Nabil Al-Raee, direttore artistico del "Freedom Theatre" di Jenin arrestato dagli israeliani: "Questa farsa è cominciata accusando Nabil di essere coinvolto in qualche modo nell'omicidio di Juliano, poi lo hanno accusato di attività terroristiche e ora di un'altra cosa. Ogni giudice lo accusa di cose diverse, è ridicolo ed è evidente che stanno cercando di trovare una giustificazione per aver mantenuto Nabil in carcere per tanto tempo."

Nabil al Raee è stato prelevato la notte del 6 giugno dalla sua casa di fronte a tutta la sua famiglia, senza alcun motivo apparente. Per due settimane non gli è stato permesso di comunicare col suo avvocato, ne' di avere alcun contatto con la sua famiglia. Il 5 luglio è stato processato e accusato, in un tribunale militare israeliano, di possesso di armi e di avere aiutato una persona ricercata - un ex capo delle Brigate di al Aqsa, Zakaria Zubeidi, incarcerato dalla polizia palestinese ma prima libero proprio perchè gli era stata accordata l'amnistia da parte delle autorità israeliane - e altre 3 persone delle quali non sono stati comunicati i nomi.

Nabil ha replicato alle accuse con queste parole: "Io non capisco perchè mi hanno arrestato, perchè adesso sono qui perchè non c'è alcun motivo per trattenermi agli arresti". Subito dopo ha annunciato l'inizio della sua protesta attraverso lo sciopero della fame all'indomani del processo.

Micaela Miranda riferisce anche che in tribunale l'accusa israeliana ha dichiarato che Nabil è stato coinvolto in "attività terroristiche". Ma in una udienza successiva il giudice militare ha dichiarato che non c'è nessuna prova che possa dare conferma delle sue attività illegali. Smadar Ben-Natan, l'avvocato di Nabil, spiega che "Questo dimostra che in realtà non hanno nulla da potere dimostrare contro di lui". 

"Stanno cercando di soffocarci lentamente ma inesorabilmente cercando di convincere i nostri dipendenti, soci e sostenitori, con varie accuse, uno più assurdo dell'altro, di allontanarsi dal Freedom Theatre. . Queste vessazioni sono andate avanti sistematicamente, per un anno. Ora basta!", aggiunge da parte sua Jonatan Stanczak, l'amministratore delegato di The Freedom Theatre.

Illustri personaggi pubblici come Danny Glover, Noam Chomsky e Judith Butler insieme a quasi 200 altre persone della comunità artistica negli Stati Uniti hanno chiesto l'immediato rilascio di Nabil al Raee in un appello apparso sulla rivista TimeOut di New York. Poche settimane fa, 56 membri del Parlamento europeo hanno firmato una lettera in cui chiedono a Catherine Ashton di agire e 19 membri del Parlamento portoghese, per la liberazione dell'artista palestinese.

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