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3 giugno 2012

A due anni dal massacro della Mavi Marmara, l'impunità di Israele persiste

Quotidianamente Israele ci ricorda di poter violare il diritto internazionale, di poter calpestare la dignità umana e di poter ignorare le risoluzioni ONU senza essere né accusato né sanzionato.

Due anni fa, forse in uno dei casi più gravi e più eclatanti in cui questa supremazia ingiustificata si è espressa, 9 attivisti turchi sono stati uccisi a sangue freddo in acque internazionali mentre cercavano, a bordo della nave Mavi Marmara, ammiraglia della Freedom Flotilla, di rompere il disumano assedio che affligge ormai da anni il popolo di Gaza.

Le navi trasportavano solidarietà ed aiuti (quali sedie a rotelle, medicinali, etc) che avrebbero dovuto raggiungere il porto di Gaza, ma la Israele si è annoverato il diritto, con le navi da guerra di una delle marine militari più potenti al mondo, di attaccare in acque in cui non godeva di alcuna sovranità le navi civili della Flotilla, uccidendo volutamente alcuni attivisti, arrestandone molti altri e sequestrando tutto il materiale trasportato, nonché i beni personali di chi era a bordo: un atto illecito da ogni punto di vista.

Di fronte a questo gravissimo reato la comunità internazionale (fatta eccezione per la Turchia, direttamente coinvolta) ha dimostrato per l'ennesima volta connivenza con Israele, in parte con omertà, in parte schierandosi apertamente con lo stato sionista, sostenendo il diritto di difesa di Israele, benché nessuna delle navi avesse l'intenzione di avvicinarsi ai suoi porti. Sono passati due anni, ed ancora l'ONU non ha proferito parola rispetto alla grave azione avvenuta in acque internazionali, a dimostrazione dello smisurato potere di Israele.

L'anno scorso la Freedom Flotilla ha fatto un secondo tentativo, ma lo stato sionista ancora una volta si è rivelato il burattinaio più potente: prima ha chiesto che le navi passassero da Israele per poi arrivare a Gaza (proposta inaccettabile ed illegittima), poi ha addirittura surclassato la sovranità degli altri stati, impedendo a delle navi di partire e sabotandone altre.

Il potere incontrollato di Israele è un pericolo per tutti, perché è in grado di porsi al di sopra di ogni legge e di ogni sovranità: è di pochi giorni fa la notizia che avrebbe offerto una lauta cifra alle famiglie delle vittime della Freedom Flotilla, ma naturalmente il governo turco ha rifiutato per poter proseguire con i processi e le condanne verso i responsabili del massacro.

Sono passati due anni, e non solo è vivo il ricordo di quell'atrocità, ma il movimento è ancora più saldo e determinato a rompere l'assedio di Gaza per porre fine all'indiscussa egemonia di Israele nella regione del Mediterraneo che minaccia la giustizia e i diritti umani universali.

Oggi, tra i progetti in campo, ricordiamo la Estelle - una nave norvegese che facendo tappa in diversi porti cercherà di raggiungere Gaza - e l'Arca, un'imbarcazione che cercherà di salpare dal porto di Gaza alla volta della libertà.

Israele prima o poi dovrà capire che non c'è modo di controllare la determinazione e la tenacia di chi crede alla libertà, all'uguaglianza e all'autodeterminazione: forse potrà influenzare stati, tribunali e parlamenti, ma non fermerà mai la resistenza contro i suoi modelli razzisti e terroristi.

Con la Palestina e la Mavi Marmara nel cuore... fino alla vittoria!

Redazione PalestinaRossa