Nena News
27 giugno 2011

Israele Minaccia Comunita’ Beduine Nella Valle Del Giordano
di Marta Fortunato

Continuano le demolizioni di case nella Valle del Giordano. In soli sei mesi sono state distrutte 103 strutture abitative e sfrattati oltre 700 palestinesi. Numeri che superano già quelli del 2010.

Beit Sahour (Cisgiordania), 27 giugno 2011, Nena News – Gli israeliani, si dice da decenni, hanno trasformato il deserto in giardini. Attraverso il furto di acqua e terre, replicano i palestinesi sotto occupazione militare. Nelle ultime due settimane nella Valle del Giordano l’esercito israeliano ha demolito 27 case e sfrattato più di 140 palestinesi.  L’obiettivo sarebbe quello di annettere ad Israele una delle aree più ricche di risorse naturali della Cisgiordania. Al-Hadidyia, Khirbet  Yerza  e Fasayil sono stati i villaggi più colpiti. E gli ordini di demolizione continuano.

Domenica scorsa un gruppo di attivisti palestinesi ed internazionali ha piantato 300 olivi nelle terre di Fasayil come gesto di solidarietà alle famiglie del villaggio, dopo che la scorsa settimana i soldati israeliani avevano demolito 18 case provocando lo sfratto di 103 persone. Ad ogni ulivo è stato dato il nome di un villaggio distrutto durante l’occupazione del 1967 come atto simbolico per collegare la catastrofe di allora con l’attuale ondata di demolizioni che ha colpito il villaggio. Stesso intento, stessa violenza. “Le ultime demolizioni che hanno avuto luogo a Fasayil sono parte di un continuo processo di pulizia etnica nella Valle del Giordano” afferma Italy Epshtain,  co-direttore del comitato contro la demolizione delle case (ICAHD), nel report mensile dell’associazione – la chiara politica israeliana è quella di abbattere le case palestinesi nella Valle del Giordano con lo scopo di annettere nuove terre ed espandere le colonie”.

Meno di una settimana fa anche i villaggi di Al-Hadidya e di Khirbet Yerza sono stati oggetto di demolizioni: 34 strutture sono state distrutte e 42 palestinesi, di cui 11 bambini, si sono ritrovati  senza un tetto sopra la testa. Al-Hadidya è una comunità beduina che si basa sul pascolo, situata tra due colonie illegali costruite su parte delle terre del villaggio, circondata da tre basi militari e dichiarata dalle autorità israeliane area militare chiusa.  Al-Hadidya ha una storia tormentata: dal 1997 più di 40 famiglie sono state sfrattate dalla proprie abitazioni a causa di demolizioni, confische e restrizioni d’accesso. Secondo quanto riportato dalla Campagna di Solidarietà della valle del Giordano, un’organizzazione che lavora con le comunità locali, dal 2007 dozzine di strutture abitative sono state distrutte e ogni anno la situazione peggiora.

Dati confermati anche dai report dell’organizzazione israeliana per i diritti umani B’tselem, secondo la quale nei primi sei mesi del 2011 più di 700 persone,  di cui 342 bambini,  sono state cacciate dalle loro case. E il numero di demolizioni in area C, effettuate dall’Amministrazione Civile Israeliana nel 2011, è in forte aumento:  ”Da gennaio a giugno 2011 sono state demolite 103 strutture residenziali contro le 86 del 2010 e le 28 del 2009”.

Infatti gli attacchi avvenuti in questi piccoli villaggi della Valle del Giordano sono parte di un piano di demolizione più ampio che coinvolge tutte le terre che con gli accordi di Oslo sono state designate come area C. Queste zone, che costituiscono più del 60% di tutta la Cisgiordania, sono sotto il totale controllo israeliano, sia dal punto di vista amministrativo che dal punto di vista militare. Quasi il 75% di quest’area è  stata resa impraticabile per gli oltre 40.000 residenti palestinesi  attraverso la creazione ad hoc di riserve naturali e zone militari chiuse.

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