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16 aprile 2012

Flytilla: attivisti italiani e francesi raggiungono la Palestina

Nonostante l’imponente schieramento militare e di intelligence israeliano, alcuni attivisti italiani e francesi sono riusciti a entrare in Palestina – dichiarando apertamente le proprie intenzioni – e sono già stati accolti dalle associazioni partner della missione Benvenuti in Palestina. “Siamo orgogliosi di questi compagni e compagne – spiegano sul sito freedomflotilla.itcome di quelli che sono stati illegalmente bloccati negli aeroporti di partenza e di quelli che in questo momento si trovano in stato di detenzione” in Israele. Si tratta di Marco Varasio, rinchiuso nel carcere di Givon a Ramla, e di Joshua e Valerio Evangelista, due fratelli anche loro fermati e arrestati e Tel Aviv. Stefania Russo e Marie Moise, partite da Milano e Roma, invece, sono state rispedite in Italia ieri senza aver potuto neanche incontrare un funzionario di giustizia. Molti altri non sono nemmeno stati fatti salire sugli aerei. Complice Alitalia e tante altre compagnie aeree che hanno impedito a passeggeri provvisti di regolare biglietto di partire per Tel Aviv. ”Siamo indignati per il comportamento dell’Alitalia – spiegano sul sito – che ha eseguito gli ordini illegali impartiti dal governo israeliano, così come hanno fatto altre compagnie europee. Invitiamo tutti gli amici del popolo palestinese, della pace e della giustizia in Medio Oriente a partecipare, insieme ai passeggeri respinti, alla protesta di oggi, alle ore 17.30, agli uffici di Alitalia in Via Bissolati n. 11.

Viene, infine, segnalato l’arresto di quattro attivisti israeliani.

Nella lista comunicata ad Alitalia – la compagnia su cui dovevano imbarcarsi i militanti – figurava anche il nome di Vauro, da anni in prima linea nelle iniziatve filo-palestinesi e inizialmente inserito nella delegazione italiana della “Flytilla”. Nonostante, per impegni di lavoro, Vauro abbia poi annullato il viaggio, il suo nome compare ugualmente nella lista nera di persone da non imbarcare sui voli. Appena saputo, queste le sue parole: “Non ero a Fiumicino, in realtà sono già a Gerusalemme, sono arrivato qui travestito da suora pellegrina e così ho aggirato i controlli. Si vede che il Mossad non è cosi efficiente”, ha ironizzato il vignettista, che ha poi alimentato sul web un piccolo giallo sulla sua sorte, annunciando via twitter questa vicenda di lui travestito da suora che aggira e depista i servizi segreti. Una maniera efficace, la sua, per sottolineare l’importanza della manifestazione di ‘Welcome to Palestine’ che vuol “dimostrare come i palestinesi siano abbandonati dal governo ma non dalla società civile”, peraltro “in un anniversario doloroso come quello della morte di Vittorio Arrigoni”.

La missione “Benvenuti in Palestina” mirava a raggiungere i territori occupati per partecipare a iniziative di solidarietà, quali la costruzione di una scuola, la riparazione di pozzi, la messa a dimora di alberi.

E intanto Israele esce totalmente a pezzi da questa vicenda. Il quotidiano Haaretz ha apertamente biasimato il governo che avrebbe dovuto “accogliere gli attivisti con fiori” e che invece in questa circostanza “si è comportato come l’Iran”, dimostrando così almeno in forma implicita la fondatezza delle critiche dei suoi detrattori.