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Saturday, 28 January 2012 08:04

L'Unione Europea si sta svegliando dal sogno di Oslo?
di Uri Yacobi Keller
Tradotto da Marta Fortunato

Quasi vent'anni dopo gli Accordi di Oslo, l'Unione Europea (UE) sta iniziando a svegliarsi. Tre recenti rapporti di diplomatici europei indicano che in Europa sta avvenendo un cambiamento nel modo di approcciarsi al conflitto israelo-palestinese.

Il primo segnale di questo cambiamento dell'Europa è arrivato sotto forma di un rapporto interno, redatto da diplomatici europei, riguardante la politica israeliana nei confronti dei palestinesi nell'area C della Cisgiordania. In esso gli europei hanno riconosciuto che le azioni israeliane in quest'area costituiscono una forma di pulizia etnica. Ed hanno inoltre rivolto una raccomandazione all'UE affinchè faccia un cambiamento della propria politica ed appoggi gli sforzi dei palestinesi che ogni giorno resistono e si oppongono ai tentativi israeliani di cacciarli dalla loro terra.
Anche se questo è stato il documento più duro – di cui noi siamo a conoscenza – che l'UE abbia mai prodotto su Israele, altri due rapporti pubblicati nei giorni successivi non hanno fatto altro che rafforzarlo. Uno raccomanda che l'UE fortifichi la presenza dell'OLP a Gerusalemme, inizi a disinvestire da Israele, ed impedisca ai coloni di entrare nell'UE. Un altro, scritto dai membri del Parlamento francese, descrive in dettaglio l'uso e la distribuzione dell'acqua in area C e li definisce come “apartheid”.

Sarebbe stato davvero interessante se la pubblicazione di questi rapporti fosse avvenuta qualche anno fa. Singoli eventi dimostrano che nonostante tutto ci sono pochi ufficiali europei che sono davvero interessati ad un cambiamento reale e sincero in Israele-Palestina. Tuttavia questi documenti, pubblicati ora, hanno nello stesso tempo implicazioni più profonde.

Gli accordi di Oslo del 1993 hanno dato a molti l'idea che è solamente necessario aspettare un po' e la creazione di uno stato palestinese indipendente con i confini del 1967 sarebbe presto arrivato, ponendo fine al conflitto israelo-palestinese. Alcuni di coloro che sono caduti in questa illusione erano i governi degli stati che oggi fanno parte dell'Unione Europea.
I primi che si sono collettivamente svegliati dal sogno di Oslo sono stati i palestinesi che hanno sperimentato l'occupazione israeliana, che solamente durante Oslo è diventata sempre più dura e violenta. La politica israeliana di apartheid e di espropriazione delle risorse e nello stesso tempo di trasferimento forzato dei palestinesi dalle loro terre  mirata ad imporre un totale controllo israeliano sulla terra non è iniziata né terminerà quest'anno.


Ma questi rapporti – che sin sono succeduti veloci -  indicano che qualcosa sta cambiando. Forse c'è la possibilità che gli europei stiano iniziando ad innalzarsi sopra la nebbia portata da Oslo. Va evidenziato che questo cambiamento di prospettiva in Europa coincide con la recente approvazione di leggi antidemocratiche in Israele.


Tuttavia nonostante la dura posizione di questi rapporti, sembra che siano scritti da persone che sono ancora in qualche modo legate all'idea di Oslo: secondo loro, il motivo per cui l'UE ha bisogno di cambiare la propria politica è dovuto al fatto di proteggere l'attuabilità della soluzione dei due stati. Nonostante tutto però questi rapporti sono un segnale incoraggiante che dovrebbe essere preso in considerazione da coloro che lavorano per una pace giusta e reale in Palestina/Israele.