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mercoledì 28 novembre 2012 09:03

UE, lista nera contro i coloni violenti

L'Unione Europea studia l'ipotesi di chiudere le frontiere ai coloni israeliani responsabili di aggressioni a proprietà e popolazione in Cisgiordania.

Betlemme, 28 novembre 2012, Nena News - Una lista nera che impedisca ai coloni israeliani più violenti di mettere piede in Europa. Sarebbe questo il contenuto di un dibattito aperto dai ministri degli Esteri degli Stati membri della UE e reso noto dal quotidiano israeliano Ha'aretz.

Secondo il quotidiano, che cita un diplomatico europeo, una decisione ufficiale non è stata ancora raggiunta. La proposta è nata dalla richiesta di una commissione di esperti in Medio Oriente (il comitato MaMa, Maghreb-Mashreq) che in un rapporto ha scritto: "Se le violenze dei coloni non saranno trattate preventivamente, rappresenteranno un ostacolo alla soluzione del conflitto". Suggerendo alla UE di "studiare la possibilità di negare l'accesso in Europa ai coloni violenti". 

La commissione ha esaminato i rapporti redatti da alcuni consolati europei a Gerusalemme e Ramallah, i quali hanno inviato ai propri governi elenchi dettagliati delle violenze inflitte da coloni israeliani alla popolazione palestinese in Cisgiordania. Elenchi tanto dettagliati da riportare i nomi di alcuni dei più noti aggressori.

Da qui, sarebbe partita l'idea di redigere una lista nera per vietare l'ingresso in territorio europeo ai coloni più estremisti. Una misura concreta per rigettare ufficialmente le politiche israeliane di colonizzazione dei Territori Occupati? Difficile affermarlo, vista la generale imperturbabilità della UE che si limita a criticare Tel Aviv senza assumere alcuna posizione concreta. 

Secondo l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulle violenze dei coloni in Cisgiordania, le aggressioni ai residenti palestinesi e gli attacchi alle proprietà sono aumentati del 32% dal 2010 al 2011. I coloni "operano" generalmente in Area C (oltre il 60% della Cisgiordania sotto il controllo militare e civile israeliano). Aggrediscono contadini, studenti e pastori mentre si recano al lavoro o a scuola. Spesso armati - secondo la legge israeliana i coloni possono detenere armi da taglio e da fuoco - colpiscono mascherati, in gruppi, nell'obiettivo di costringere la popolazione a lasciare le terre situate vicino alle colonie, per poterle definitivamente annettere.

Distruggono e sradicano ulivi, atavico simbolo di vita per il popolo palestinese. Negli ultimi 40 anni, dal 1967 ad oggi, oltre un milione di ulivi sono stati tagliati, bruciati, sradicati. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite OCHA, nel solo settembre 2011 sono stati distrutti circa 2.500 alberi. Oltre 7.500 quelli sradicati nel 2010. Dal 2001 ad oggi, sono oltre 548mila gli alberi di ulivo distrutti. Nena News