Fonte: Al-Akhbar
http://www.palestinarossa.it
12 oct 2012

Le Nazioni Unite complici dei crimini di Israele: il tribunale della Palestina

Un tribunale speciale incaricato di indagare sulla questione lunedì scorso ha annunciato nel corso di una conferenza stampa che gli Stati Uniti sono colpevoli di favoreggiamento degli atti criminali di Israele contro i palestinesi, in flagrante violazione di una serie di leggi internazionali.

Il Tribunale Russell sulla Palestina, che ha tenuto la sua quarta sessione durante il fine settimana a New York, ha accusato gli Stati Uniti di "complicità" nella repressione violenta perpetrata da Israele contro i palestinesi a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.

"Il Tribunale constata che la continua espansione degli insediamenti delle colonie israeliane, le sue politiche razziali separatiste, così come il suo militarismo violento, non sarebbero possibili senza il sostegno economico, militare e diplomatico degli Stati Uniti", si legge da una bozza del report finale.

La Commissione constata che "Vi è ora una situazione in cui Israele ha raggiunto uno stato di immunità e impunità per la loro totale mancanza di rispetto delle norme e degli standard del diritto internazionale,  facilitato dagli Stati Uniti.”

Il rapporto dice che gli Stati Uniti offrono il loro sostegno a Israele, affinché resti uno stato ebraico escludente "a spese dei diritti umani palestinesi", e che hanno fornito "inequivocabile sostegno economico, militare e diplomatico a Israele [...] in violazione della stessa legge interna".

Gli Stati Uniti stanno "attivando e finanziando le violazioni di Israele delle norme umanitarie internazionali e dei diritti umani", e quindi sono complici di tali crimini ai sensi dell'articolo 16 dello Statuto della Commissione del diritto internazionale sulla responsabilità degli Stati, spiega  il rapporto.

Il principale sostenitore di Israele sta anche "omettendo la responsabilità" per le violazioni della Convenzione di Ginevra, e continua "a fornire un sostegno economico per l'espansione degli insediamenti", in violazione della legge della Corte Internazionale di Giustizia.

Il tribunale è stato avviato poco dopo l'assalto israeliano su Gaza del 2008-2009. Ha tenuto la sua prima sessione a Londra nel novembre 2010, seguita da sessioni a Barcellona e Città del Capo. Si prevede una sessione di chiusura finale per febbraio 2013.

Il tribunale si basa su un modello del 1966-67 creato da Bertrand Russell, un eminente filosofo britannico, per indagare la politica degli Stati Uniti in Vietnam.

Tra i giurati del tribunale vi erano l'attivista ed ex icona delle Black Panther Angela Davis, l’ex membro del Congresso degli Stati Uniti e candidato del Partito Verde nel 2008 alla presidenza Cynthia McKinney, il Leader dei nativi americani Dennis Banks, l’ex ministro sudafricano dell'Intelligence e leader del movimento di Liberazione Ronnie Kasrils e l’attivista per la pace 95enne Stephanie Hessel.

Nei due giorni di lavoro i membri hanno ascoltato la testimonianza dello storico israeliano Ilan Pappé sul progetto sionista di ripulire la Palestina dai palestinesi pensato ben prima della fondazione di Israele nel 1948.

Anche molti esperti legali hanno fornito testimonianze sul ruolo delle Nazioni Unite, spesso criticando il mondo intero per la sua incapacità di difendere i diritti dei palestinesi di fronte alle pressioni degli Stati Uniti e di Israele.

Anche il noto studioso, politico e critico Noam Chomsky domenica ha fornito la sua testimonianza in videoconferenza. Il tribunale ha dichiarato che sia gli Stati Uniti sia Israele hanno ignorato gli inviti a partecipare alla sessione. Il rapporto ha confermato le  conclusioni delle sessioni precedenti, oltre alle violazioni di Israele del diritto internazionale, tra cui:

-                violazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione;

-                violazione del diritto consuetudinario e delle norme sui diritti umani attraverso il divieto per i profughi palestinesi di poter tornare alle loro case;

-                violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU (UNSC) che richiedono a Israele di ritirarsi dai territori occupati;

-                violazione del diritto del popolo palestinese ad avere le proprie risorse naturali e la propria ricchezza attraverso l'uso da parte di Israele di terreni agricoli palestinesi.

Il rapporto elenca decine di altri punti, comprese le violazioni del diritto internazionale umanitario attraverso la creazione di insediamenti israeliani, le espulsioni di palestinesi dal loro territorio, le demolizioni e le espropriazioni di case arabe e terreni all'interno dei territori occupati.

Il rapporto aggiunge la tortura e i maltrattamenti prolungati durante la detenzione amministrativa dei palestinesi nelle carceri israeliane e gli attacchi militari contro i civili.
 

Il Muro

Per quanto riguarda il muro israeliano costruito in Cisgiordania, che attraversa i territori palestinesi occupati compresa Gerusalemme Est, il rapporto cita una decisione del luglio 2004 da parte della Corte penale internazionale, per cui tale muro si trova ad essere "contrario al diritto internazionale".

Il tribunale ha concluso affermando che il muro costituisce una "violazione dei diritti e delle libertà fondamentali quali la libertà di movimento, la libertà di religione, il diritto al lavoro, alla salute e all'istruzione. A causa del muro israeliano e dei check point nei Territori Occupati ai palestinesi è impedito libero accesso al posto di lavoro, alla scuola, ai servizi sanitari e ai luoghi di culto".

Alcune delle violazioni del diritto internazionale, si legge nel rapporto, riguardano i crimini di guerra, i crimini di apartheid e la persecuzione.

Il tribunale ha concluso offrendo una serie di raccomandazioni per consentire un "efficace sistema di giustizia internazionale", che è attualmente assente.

Tra le raccomandazioni, il rapporto sollecita l'uso di social network verso la "mobilitazione delle opinioni pubbliche internazionali […] verso una società giusta fondata sull'uguaglianza di fronte alla legge”.

Si raccomanda inoltre di riformare il governo delle Nazioni Unite per renderlo "più democratico", abolendo il diritto di veto dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, e attraverso l'espansione dei membri del consiglio di sicurezza.