Makran, un avvocato di Tunisi

In Tunisia il conflitto tra islamismo e laicismo, è un falso problema, perché la Tunisia non è mai stato un paese laico, nemmeno con Habib Bourguiba e neanche con Ben Alì. Nella nostra legislazione ci sono moltissime leggi che si rifanno alla Sharia islamica. Dopo le elezioni del 23 ottobre dell’anno scorso, quando la fratellanza islamica  è andata al governo del paese, ci si chiede cosa vogliono fare per la democrazia. Naturalmente essi sono molto più interessati al potere che alla democrazia e vogliono fare tutto il possibile per rimanere al potere per sempre. Quindi come possono spiegare ai tunisini che hanno fatto la rivoluzione e che vogliono la democrazia e la trasparenza, il loro progetto di governo? Come possono convincere i tunisini di accettare il loro progetto di portare l’Islam al governo?

E’ su questi interrogativi che emerge il problema principale che poi crea il conflitto tra l’islamismo e la laicità dello stato. Bisogna sapere che nell’Islam, lo si ritrova nel Corano e nelle parole del Profeta, quando Dio ti investe del potere, nessuno ha più il diritto di lasciarlo. Chi abbandona il potere dato da Dio è un miscredente! Ecco perché oggi, essi devono rimanere al potere, ma lo devono fare all’interno di uno scenario democratico, per questo hanno inventato la storia che non c’è differenza tra lo stato e l’Islam, ed ecco perché perseguono questo progetto legislativo di promulgare leggi ispirate alla Sharia, lo fanno per assicurarsi di poter rimanere al potere! Non per configgere con il laicismo sociale o socialista. In Tunisia il conflitto tra Islam e laicismo non è un vero conflitto, perché noi non siamo mai stati uno stato laico, come la Francia o la Turchia. Sì, eravamo uno stato socialista, ma avevamo leggi islamiche, ad esempio la legge sulle successioni ereditarie, o molte delle leggi che regolano i contratti tra privati eccetera …

Gli islamisti devono rafforzare la Sharia contenuta nella costituzione per poter rimanere al governo per sempre, come vuole il Corano e la parola del Profeta. In seguito, in un futuro non prossimo, vorranno convincere il popolo che la democrazia non è ammessa da Dio, e vorranno convincere i socialisti e i sindacalisti che essi sono contro l’Islam, che sono degli infedeli, e che saranno minoramza nel paese. ma per stare nella realtà, la maggioranza dei tunisini ha l’ambizione di vivere in pace, dignitosamente, di poter accedere ad una buona educazione, alla sanità pubblica, di avere una casa e un lavoro eccetera … Come la grande maggioranza dei popoli del mondo.

La storia di Amina del gruppo Femen, non è rappresentativa di un conflitto tra Islam e laicità, è un caso limite, io non condanno il gesto di Amina, ma il messaggio che si nasconde tra le righe di chi lo condanna, è di inculcare la consapevolezza tra le donne tunisine, che chi non porta il velo è considerata come Amina. Questo è un errore. Essi dicono a tutti i padri, alle madri, a tutti i mariti, i fratelli, gli zii … se le vostre donne non portano il velo saranno considerate e condannate come Amina. Mia moglie non porta il velo, mia madre si, senza alcun obbligo o condanna, la condanna è un errore. Questi islamisti che condannano Aminanon sono al governo, ma si muovo in prossimità di esso e ne condividono il progetto. Purtroppo i salafiti non si accontentano di procedere un passo per volta in sintonia con il governo, ma pretendono che l’islamizzazione sia totale e immediata. La società civile tunisina si difende resistendo e rischiando la vita, manifestando davanti al palazzo del governo, resistendo all’islamizzazione della nostra società fino all’ultimo respiro. Perché vogliamo che i nostri figli crescano in una società migliore.

 

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