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03 dicembre 2013

In Ucraina il premier si scusa per la repressione. Respinta mozione di sfiducia al governo

Mentre il presidente Yanukovich vola in Cina in visita ufficiale, migliaia di manifestanti si ritrovano davanti al Parlamento che discute la mozione. Si radunano anche centinaia di sostenitori del presidente e la poilizia erige cordoni per evitare il contatto con gli europeisti. Kerry annulla viaggio a Kiev

KIEV - Centinaia di manifestanti filo-europeisti che stamane presidiavano piazza del'Indipendenza, nel cuore di Kiev, l'hanno improvvisamente abbandonata e si sono messi in marcia verso la Presidenza della Repubblica, dalla quale è peraltro assente il capo dello Stato Viktor Yanukovich, partito per una visita di tre giorni in Cina. Lo hanno riferito fonti giornalistiche. Il corteo si è formato in risposta all'appello lanciato da Oleksandr Turcinov, coordinatore del Comitato Nazionale di Resistenza e tra i dirigenti dell'Unione Pan-Ucraina 'Patria', il partito dell'ex premier Yulia Tymoshenko, ora in carcere. Obiettivo, rilanciare la richiesta di dimissioni del governo, cui pure il Parlamento ha appena rinnovato la fiducia, e di convocazione di elezioni anticipate.

Il premier ucraino Nikolai Azarov ha chiesto scusa a nome del governo e del presidente Viktor Yanukovich per l'operato delle teste di cuoio Berkut contro i manifestanti pro Ue lo scorso fine settimana. Azarov ha anche esortato i parlamentari a non ripetere la Rivoluzione Arancione del 2004 che, sulla spinta delle proteste di massa, portò a una cambio al vertice del Paese.

"A nome del governo, vorrei scusarmi per le azioni delle nostre forze dell'ordine a Piazza dell'Indipendenza", ha affermato Azarov nel corso di una sessione parlamentare d'emergenza. Tendendo la mano, il premier ha però esortato i deputati a "respingere gli intriganti, quelli che vogliono il potere e che stanno cercando di ripetere lo scenario del 2004".

Ieri il presidente Yanukovich aveva ammesso che la polizia aveva reagito in maniera eccessiva. Pur in un momento tanto turbolento, Yanukovich non ha cambiato di una virgola i suoi piani. Questa mattina è partito per una visita ufficiale che lo vedrà in Cina fino a giovedì, viaggio programmato da tempo.

E domani a Kiev arriva il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, per incontrare i leader dei partiti politici, il primo ministro e il ministro degli Esteri ucraini. Scopo della visita, di cercare di ridurre le tensioni e vedere se ci sono possibilità di aprire un dialogo tra le parti.

Sul piano internazionale, si registra l'annullamento del viaggio in Ucraina del segretario di Stato americano John Kerry, prevista per questa settimana, probabilmente per la mancata firma dell'accordo di associazione di Kiev con l'Unione europea. Kerry domani sarà in visita in Moldavia. C'è poi la condanna di Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, all'eccessivo uso della forza da parte della polizia ucraina. Rasmussen ha detto di aspettarsi dall'Ucraina, che con la Nato ha un rapporto di partenariato ma ha smesso di perseguire il percorso di adesione, il rispetto dei "principi fondamentali della democrazia come la libertà di manifestare e quella di espressione".

Mentre Azarov rievoca la Rivoluzione Arancione, colui che ne fu leader e quindi presidente, Viktor Iushenko, ha condannato i violenti scontri tra polizia e manifestanti auspicando un dialogo tra autorità e opposizione mediato dagli Stati europei e dall'Ue. "Visto che la situazione politica sta rapidamente perdendo le caratteristiche di una democrazia civile - ha detto Iushenko in una nota -, la polizia e le forze armate dovrebbero essere fedeli al loro giuramento di servire il popolo e non dovrebbero obbedire ad alcun ordine criminale".

L'ex presidente ha quindi affermato che "i poliziotti responsabili delle violenze dovrebbero essere puniti secondo la legge" e ha ribadito la sua solidarietà ai manifestanti 'europeisti'.

Intanto continua la protesta popolare contro la decisione del presidente Yanukovich di non firmare l'accordo di associazione all'Unione europea. Circa 7mila persone si sono riunite davanti al Parlamento, dove è stata respinta la mozione di sfiducia al governo presentata dall'opposizione. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ucraina Unian, 186 dei 338 deputati hanno votato a favore della sfiducia, non raggiungendo la soglia necessaria.

Che la mozione passasse era insperato, dato che la Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) è numericamente dominata dal partito di Yanukovich. Prima del voto, il presidente dell'assemblea, Volodymir Rybak, ha accolto la richiesta avanzata da un gruppo di deputati dell'opposizione e ha autorizzato la diffusione del dibattito sulla mozione all'esterno del Parlamento tramite altoparlanti.

Intervenendo in Parlamento, il premier Azarov ha parlato di un compenso economico offerto dall'Unione europea all'Ucraina per la firma dell'accordo di associazione e libero scambio, dicendosi testimone di una telefonata tra il presidente Yanukovich e il presidente della Commissione Ue Barroso. Il primo ministro ha quindi ribadito la sua proposta di un tavolo a tre Ucraina, Russia e Ue per affrontare i problemi legati all'eventuale intesa con Bruxelles.

Dopo la mozione respinta, l'opposizione ha chiesto ai cittadini di continuare a protestare e ai dimostranti di marciare verso l'ufficio del presidente Yanukovich per chiedere che firmi un decreto che indica elezioni anticipate, sciogliendo il governo del premier Azarov. "Se pensa di poter evadere le proprie responsabilità, si sbaglia", ha detto il leader dell'opposizione Arseniy Yatsenyuk. Il campione di pugilato e leader del partito d'opposizione ucraino Udar, Vitali Klitschko, ha così arringato la folla in piazza Indipendenza a Kiev: "Bloccheremo pacificamente l'edificio del governo e non gli permetteremo di lavorare".

Questa volta, in piazza sono scesi anche i sostenitori del presidente ucraino: l'inizio di una campagna nazionale del partito delle Regioni a supporto del capo dello Stato è stato annunciato oggi in un primo raduno di simpatizzanti, circa mille persone che si sono radunate nell'area tra il Marinski Palace e il Parlamento. Un'iniziativa che ha attirato circa 5mila dimostranti 'europeisti' verso il Marinski park, con la polizia che ha subito eretto dei cordoni per evitare contatti tra le fazioni.

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