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23/8/2013

A Gerusalemme, proseguono gli attacchi contro al-Aqsa

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. “L’occupazione israeliana sta perpetrando i suoi crimini e violazioni contro la moschea di al-Aqsa e la città occupata di Gerusalemme, proseguendo con le attività coloniali, di ebraicizzazione e con le sue altre mosse diaboliche”. Lo annuncia il Consiglio nazionale palestinese in una dichiarazione diramata in occasione del 44° anniversario del rogo della moschea di al-Aqsa.

Nel suo comunicato, il consiglio ha aggiunto che Israele “è tuttora intenzionato ad infiammare i territori palestinesi, in particolare, e tutta la regione in generale, allo scopo di distruggere ogni possibilità per raggiungere la pace”. Il consiglio ha anche esortato ad abolire qualsiasi misura atta a pregiudicare lo status della Città Santa.

Dal canto suo, la Fondazione al-Aqsa per il patrimonio e i beni religiosi ha affermato che “la moschea di Gerusalemme sta attraversando una fase cruciale, nella quale essa sta affrontando molteplici rischi, tutti incentrati sull’imposizione di una nuova realtà nel luogo Santo e nei suoi dintorni, per preparare il terreno alla divisione della moschea, procedere alla sua demolizione e costruire il presunto Tempio sulle sue rovine”.

In un comunicato stampa diramato martedì 20 agosto, la fondazione ha ritenuto che i rischi che minacciano la moschea di al-Aqsa si distinguono in tre categorie diverse. “La prima è rappresentata dal piano per dividere la moschea, che comprende anche le incursioni sistematiche in essa e i diversi progetti atti a legittimare tali violazioni e costruire delle sinagoghe al suo interno. La seconda categoria comprende gli scavi effettuati sotto le fondamenta della moschea e nei luoghi adiacenti. Mentre la terza è rappresentata dall’ebraicizzazione di tutto l’ambiente che circonda la moschea, attraverso la costruzione degli insediamenti”, ha aggiunto la fondazione.

Mercoledì 21 agosto è ricorso il 44° anniversario del rogo di al-Aqsa (avvenuto il 21 agosto del 1969, ndr). Sebbene il folle gesto fu perpetrato dal fondamentalista australiano Denis Michael Rohan, i sospetti che l’uomo fosse al soldo delle autorità israeliane si diffuse presto in tutta la Palestina. L’incendio distrusse una vasta area degli edifici della moschea e in particolar modo lo storico pulpito di Saladino (Minbar Salahuddin).

In un contesto correlato, l’Organizzazione islamo-cristiana per il sostegno ad al-Quds e ai suoi luoghi santi ha lanciato l’allarme su un nuovo metodo adottato dalle autorità israeliane per demolire le case e le strutture degli abitanti di Gerusalemme. L’organizzazione ha spiegato che l’occupazione, impiegando la cosiddetta Autorità per l’ambiente, e con l’ausilio della legge sulla bonifica della natura “mira, di fatto, a demolire, radere al suolo e controllare vasti terreni e proprietà dei palestinesi”. “Gli israeliani ricorrono a metodi simili per ebraicizzare la città e cancellare la sua identità araba per imporvi una ebraica. Il tutto ricorrendo a pretesti come il restauro delle vecchie case della città per aumentare la loro resistenza ai terremoti”, ha aggiunto l’organizzazione.

Hanna Issa, il segretario generale dell’organizzazione, ha affermato: ”Ciò che aumenta il pericolo della legge sulla bonifica della natura è il fatto che le autorità di occupazione non hanno la necessità di concedere ai proprietari delle abitazione e delle strutture, del tempo utile per contestare le decisioni di demolizione e confisca. Esse possono procedere alla loro demolizione immediatamente”.

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