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8/2/2013

Israele ha emesso 60 ordini di demolizione a Gerusalemme in due giorni

Al-Quds (Gerusalemme) – InfoPal. Fonti legali palestinesi hanno svelato l’esistenza di una politica israeliana, attuata nella città occupata di Gerusalemme, per sfollare e deportare i suoi abitanti con pretesti “ingiustificati e illegali”.

In un comunicato stampa diramato giovedì 7 febbraio, Muhannad Jabbara, legale palestinese di Gerusalemme, ha reso noto che negli ultimi due giorni, tra 50 e 60 notifiche di demolizione sono state emesse in alcune aree della città Santa che interessano l’amministrazione comunale e il ministero degli Interni israeliano.

Jabbara, che è anche un esperto delle questioni urbanistiche, edilizie e regolamentari di Gerusalemme, ha riferito che gli ordini di demolizione si sono concentrati nella città vecchia, Silwan, Monte degli Ulivi, Beit Hanina, Beit Safafa e altre aree considerate politicamente sensibili. Egli ha aggiunto che “le demolizioni sono state decise per raggiungere obiettivi israeliani, tra cui sostenere il turismo religioso e costruire stazioni di polizia, come quella a nord della piazza di al-Buraq, vicina alla moschea di al-Aqsa.

Jabbara ha sottolineato che le demolizioni avvenivano in modo sporadico da anni, tuttavia, la loro intensità è aumentata negli ultimi mesi, in ciò che rappresenta “una punizione collettiva contro i palestinesi per aver ottenuto lo status di Stato osservatore all’Onu”.

Il legale palestinese ha ritenuto che la questione delle demolizioni “ha degli aspetti gravissimi e rappresenta una sistematica politica di punizione collettiva, impiegata da Israele per opprimere l’Autorità palestinese (Anp), dal momento che la casa è un elemento fondamentale per la vita umana”. Egli ha anche spiegato che l’occupazione e il Comune di Gerusalemme impiegano principalmente due pretesti per giustificare le demolizioni: l’assenza della licenza di costruzione e l’uso non autorizzato di roulotte e altri mezzi mobili.

Jabbara ha riferito di sforzi, compiuti a livello individuale e collettivo, per rinviare l’attuazione delle demolizioni, fino alla conclusione delle cause relative pendenti nei tribunali israeliani, affermando: “Ci sono seri tentativi di presentare petizioni, contro il Comune di Gerusalemme e il ministero degli Interni, al tribunale israeliano degli affari locali, petizioni che riguardano le ragioni che impediscono di concedere licenze edilizie nella città vecchia, e il piano regolatore di Beit Hanina”.

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