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9/11/2013

Gerusalemme, ad ottobre, violazioni israeliane senza precedenti

 Gerusalemme -InfoPal. Dati palestinesi hanno rivelato che le violazioni israeliane contro i gerosolimitani sono aumentate nel mese di ottobre, con arresti che hanno riguardato decine di cittadini, e campagne, senza precedenti, di demolizioni e notifiche di demolizione di edifici, appartamenti e strutture commerciali in diverse parti di Gerusalemme.

Nel suo rapporto mensile, il Centro Informazioni di Wadi Hilweh e Silwan ha rivelato che l’occupazione ha arresto più di 75 palestinesi di Gerusalemme durante il mese scorso, 45 dei quali erano bambini di età compresa tra i 10 e i 17 anni. 22 di loro provenivano da Silwan, mentre gli altri abitavano nella città vecchia di Gerusalemme e nel villaggio di al-Issawiya. Alcuni degli arrestati affrontano l’accusa di lancio di pietre avvenuto più di 100 giorni fa.

Il rapporto ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che negli ultimi giorni del mese di ottobre, l’occupazione ha lanciato una vasta campagna di demolizione di edifici, abitazioni e strutture residenziali e commerciali nella città.

Le demolizioni hanno riguardato un palazzo di proprietà del gerosolimitano, Amin Rushdie Shweiki, nel quartiere di al-Ashqaria, a Beit Hanina, nord di Gerusalemme, composto da tre piani e costruito 10 anni fa. In seguito, i suoi nove abitanti sono rimasti senza alloggio.

I bulldozer dell’occupazione hanno anche demolito un altro edificio a Beit Hanina, appartenente alla famiglia di al-Qarsh, composto da tre piani e quattro negozi. Di seguito, otto palestinesi sono stati sfollati, tra loro, anche una giovane coppia di neo sposi.

Nel quartiere di Jabal al-Mukabber (Monte Scopus), le autorità israeliane hanno abbattuto due stanze appartenenti alla famiglia,Shkirat, lasciando tre gerosolimitani senza alloggio. La stessa sorte ha toccato quattro negozi, costruiti a Beit Hanina, di proprietà di Noman Masuda.

Nello stesso contesto, il mese di ottobre ha visto un’escalation, senza precedenti, di emissioni di notifiche di demolizione contro edifici residenziali e abitazioni in tutti i quartieri di Gerusalemme, a Shu’fat, Silwan, Beit Hanina, al-Tur e al-Sawwana. Il campo profughi di Shu’fat ha avuto la peggio, con 200 ordini di demolizione che hanno riguardato altrettanti edifici residenziali, negozi e abitazioni. Gli ordini in questione avranno delle ripercussioni su circa 16 mila cittadini gerosolimitani.

Un tribunale israeliano ha anche ordinato la demolizione di una parte di un edificio residenziale nel quartiere di Bir Ayyub, appartenente al cittadino Dawood Siam. L’edificio è composto da cinque piani e abitato da 25 palestinesi, in prevalenza bambini.

Dal canto suo, il governo israeliano ha annunciato la sua intenzione di accogliere le obiezioni avanzate contro il progetto del parcheggio di Giv’ati, nel quartiere di Wadi Hilweh, per un anno. Ciò farebbe parte della prassi che porterebbe all’approvazione definitiva del progetto.

Lo stesso rapporto ha rivelato che nel mese scorso, le irruzioni e gli attacchi contro la moschea di al- Aqsa -condotti da estremisti ebrei che intendevano eseguire dei riti religiosi al suo interno- sono aumentati. Ha aggiunto che la bandiera israeliana è stata alzata di fronte alla Cupola della Roccia, il giorno prima della festa islamica di Eid al-Adha.

Ha anche rivelato un piano israeliano per costruire una sinagoga all’interno di al-Aqsa, che farebbe parte di un piano più ambio atto a spartire la moschea sia a livello spaziale che temporale. Il progetto prevede la costruzione di una sinagoga su un quinto della superficie della moschea di al -Aqsa. La struttura si estenderà dal lato orientale di essa, lungo la moschea Marwani, passando da Bab al-Rahma e terminando nell’area di Bab al-Asbat, sul lato nord orientale del luogo santo islamico. La nuova sinagoga avrà gli spazi divisi per le preghiere ebraiche individuali e collettive e, l’accesso alla stessa verrà stabilito secondo un calendario, sia per quanto riguarda i giorni della settimana che i periodi delle festività ebraiche.

Nello stesso contesto, il ministero degli Affari religiosi israeliano ha predisposto una legge che consente agli ebrei di pregare presso la moschea di al-Aqsa, per la prima volta dal 1967. Mentre il partito israeliano, Habayt Hayehudi (Casa Ebraica), ha iniziato l’attribuzione di alcune ore al giorno da dedicare ai riti religiosi da eseguire all’interno della moschea.

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