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mercoledì 13 marzo 2013 09:43

Israele uccide 22enne, il sesto martire dell'anno

Scontri nella notte nel campo profughi di Fuwar. I soldati israeliani aprono il fuoco: Mahmoud Al Titi, colpito alla testa, ha perso la vita.

Betlemme, 13 marzo 2013, Nena News - Un altro martire palestinese nella notte va ad aumentare il tragico bilancio di morti in Cisgiordania da dicembre ad oggi. A pochi giorni dalla visita del presidente americano Obama in Israele e nei Territori, le violenze continuano ad insanguinare le città e i villaggi palestinesi, rese più cruente dopo la morte per tortura di Arafat Jaradat, prigioniero politico palestinese, nel carcere israeliano di Megiddo.

Ieri a morire è stato un altro giovanissimo palestinese, Mahmoud Al Titi, 22 anni: Mahmoud è stato ucciso dall'esercito israeliano, durante scontri nel campo profughi di Fuwar, vicino la città di Hebron. Almeno otto i feriti.

Al Titi è stato colpito alla testa dal fuoco israeliano, aperto dai soldati in risposta al lancio di pietre da parte dei manifestanti palestinesi. È stato subito portato in ospedale, ma i medici non sono riusciti ad intervenire per salvargli la vita. Secondo la portavoce dell'esercito israeliano, i soldati hanno sparato "numerose pallottole" perché attaccati con delle molotov e delle pietre, che rappresentavano "una minaccia alle loro vite": "Coloro che necessitavano di cure mediche sono stati evacuati in un ospedale (palestinese) dove uno dei sospetti è morto".

L'utilizzo di pallottole vere, e non solo di candelotti lacrimogeni e bombe sonore (in grado comunque di uccidere), sta subendo una preoccupante impennata: dopo l'ordine dell'ex ministro degli Esteri Lierberman di aprire il fuoco contro chiunque rappresenti una minaccia, i soldati da mesi continuano a sparare ad altezza d'uomo durante le manifestazioni di protesta. E continuano ad uccidere: sono sei i martiri dall'inizio dell'anno, tutti giovanissimi, due minorenni.

Mahmoud Al Titi era studente di comunicazione e giornalismo e fondatore di un movimento di giovani che aiuta nel percorso di riabilitazione gli ex prigionieri (lo Youth Movement for Freed Prisoners), nella città di Hebron. Lo stesso Mahmoud ha trascorso tre anni della sua vita in prigione, quando ancora non aveva compiuto la maggiore età. Nena News

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