PIC – Infopal - 05 ott 2018 - Giovedì sera, l’esercito israeliano ha sparato un colpo di mortaio contro una clinica mobile vicino alla barriera di confine di Gaza, secondo quanto ha riferito il ministero della Sanità palestinese. Il portavoce del ministero della Sanità palestinese, con sede a Gaza, ha detto che le forze di occupazione israeliane hanno lanciato un mortaio contro una clinica mobile nella città di Khuza’a, a est della provincia di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito, l’attacco ha causato gravi danni materiali. Dall’inizio delle proteste della Grande Marcia del Ritorno, il 30 marzo, sono state istituite cliniche improvvisate dai palestinesi lungo il confine di Gaza per curare civili, membri dello staff medico e giornalisti feriti dai soldati israeliani. Le proteste sono organizzate per il diritto dei palestinesi nella loro madrepatria, la Palestina, da cui furono deportati con la forza dall’occupazione israeliana.


PIC - Quds Press – Infopal - 4/10/2018 - Giovedì mattina, i bulldozer militari israeliani sono entrati per decine di metri nella Striscia di Gaza bloccata nello stesso momento in cui la marina israeliana ha attaccato una barca da pesca palestinese al largo della costa meridionale. Fonti locali hanno riferito che sei bulldozer israeliani di stanza in un sito militare lungo il confine di Gaza hanno invaso le aree orientali della città di Deir Balah, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Nella notte, la marina da guerra israeliana ha attaccato i pescatori palestinesi che stavano pescando lungo la costa di Khan Younis, all’interno di una zona di quattro miglia nautiche. Il capitano ha lanciato segnali di pericolo quando la marina israeliana ha scatenato giganteschi getti d’acqua nel tentativo di far affondare la barca. Le incursioni militari israeliane vicino alla barriera di confine che separa Gaza da Israele sono un avvenimento quasi quotidiano.


PIC – IMEMC - Quds Press - Infopal - 4/10/2018 - Un ragazzo gazawi è stato ucciso e diversi palestinesi sono rimasti feriti quando le forze d’occupazione israeliane (IOF) hanno represso violentemente una manifestazione pacifica, vicino al valico di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che Ahmad Abu Habel, 15 anni, è stato ucciso con un proiettile alla testa, a nord a Gaza. Un portavoce del ministero della Sanità ha dichiarato che 24 manifestanti sono rimasti soffocati a causa dell’inalazione di gas lacrimogeno e hanno riportato anche ferite da proiettili letali. Uno dei feriti è stato descritto come “grave”. Secondo un giornalista di PIC, anche le squadre di soccorritori e della stampa sono state aggredite, ed un’ambulanza è stata parzialmente danneggiata. Dall’inizio della Grande Marcia del Ritorno, ai confini di Gaza, 204 palestinesi sono stati uccisi dalle IOF e oltre 22 sono riamasti feriti, 460 dei quali sono in condizioni critiche.


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04 ott 2018

 

L’esercito israeliano spara e uccide un adolescente

 

Roma, 4 ottobre 2018, Nena News –

 

Ancora morti nella Striscia di Gaza: ieri sera, durante una nuova manifestazione della Grande Marcia del Ritorno, i soldati israeliani lungo le linee di demarcazione con l’enclave palestinese hanno ucciso un ragazzo di 15 anni, Ahmad Samir Abu Habel. L’adolescente è stato colpito alla testa da un candelotto lacrimogeno, vicino al valico di Erez, nel nord della Striscia.

Altri 24 palestinesi sono rimasti feriti, alcuni da pallottole vere, altri per inalazione di gas lacrimogeni, fa sapere il Ministero della Salute di Gaza. Sale così, ancora, il bilancio delle vittime dal 30 marzo quando la marcia è cominiciata: 193 uccisi, oltre 21mila feriti.

Ieri, secondo fonti mediche, l’esercito israeliano ha preso di mira anche un’ambulanza. I manifestanti hanno dato fuoco a copertoni per coprire la visuale dei tiratori scelti con il fumo e lanciato pietre contro i soldati. L’esercito israeliano non commenta la morte del giovane, limitandosi a una secca dichiarazione all’Afp in cui parla di “spari in accordo con le regole di ingaggio”. Venerdì scorso erano stati sette i manifestanti palestinesi uccisi – tra loro due bambini di 12 e 14 anni – e almeno 506 i feriti.

Ma le proteste non si fermano. Al contrario, si intensificano: se prima era il venerdì il giorno di manifestazioni, ora quasi ogni giorno migliaia di palestinesi si ritrovano lungo le linee di demarcazione, da nord a sud di Gaza, per protestare contro l’assedio e ribadire il diritto al ritorno nelle proprie terre. E si fa più lontana una tregua tra Hamas e Israele, mediata dall’Egitto: data quasi per certa in estate, non pare essere più sul tavolo nonostante le posizioni espresse dal movimento islamico che si è detto pronto al dialogo per allentare il blocco israeliano sulla Striscia. Nena News

 

 

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