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22 novembre 2018

 

Domande e risposte da Gaza 

di Hadar Eid

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Due giorni prima del recente attacco criminale di Israele contro la Striscia di Gaza, ho scritto un pezzo in cui ho cercato di spiegare cosa esattamente gli abitanti di Gaza, in particolare, e i Palestinesi in generale, stanno chiedendo alla comunità internazionale. Ho sostenuto che mentre ci imbarchiamo nella nostra lunga camminata verso la libertà, siamo giunti alla conclusione che non possiamo più fare affidamento sui governi; che solo la società civile è in grado di mobilitarsi per chiedere l’attuazione del diritto internazionale e porre fine all’impunità senza precedenti di Israele.  La nostra ispirazione è il movimento anti-apartheid. L’intervento della società civile è stato efficace alla fine degli anni ’80 contro il regime di apartheid del Sud Africa bianco, e può fare lo stesso a sostegno di una giusta pace in Palestina.

Nulla può davvero costringere Israele a rispettare la legge internazionale tranne le persone di coscienza e la società civile internazionale. Ho anche sostenuto che senza l’intervento della comunità internazionale che era stato efficace contro l’apartheid in Sudafrica, Israele continuerà a compiere i suoi crimini di guerra e i suoi crimini contro l’umanità. Ed questo è esattamente quello che è accaduto due giorni dopo, quando l’apartheid israeliana ha lanciato un massiccio attacco violando, come nel 2009, 2012 e 2014, un cessate il fuoco non dichiarato con i gruppi della resistenza  di Gaza, mediata dall’Egitto.

Di fatto,  a noi, a Gaza,  non interessa più la sterile opposizione alla normalizzazione avviata dal trattato di Camp David  accordi di Oslo e rafforzata dagli sceiccati del Golfo, ma piuttosto nel formulare il tipo di risposta che potrebbe effettivamente sconfiggere il multi- sistema a più livelli di oppressione sionista, cioè occupazione, pulizia etnica e apartheid.   Nel momento in cui l’intera comunità internazionale, vale a dire la società civile e i governi, deciderà di agire allo stesso modo che aveva adottato contro il sistema di apartheid del Sud Africa bianco, Israele soccomberà alla voce della ragione rappresentata dall’invito della campagna BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni del 200, emesso da più di 170 Organizzazioni della società civile sostenute da quasi tutte le influenti forze politiche influenti dello spettro politico nella Palestina storica e nella diaspora.

La domanda urgente, quindi, è quanto a lungo il mondo tollererà lo sfacciato razzismo costituzionale di Israele? Sappiamo per certo che ci sono voluti trent’anni alla comunità internazionale per prestare attenzione alla chiamata degli oppressi del Sud Africa.

L’ultimo successo del BDS è, infatti, quello che chiediamo dal 2005. Ma noi, abitanti di Gaza, non siamo riusciti a capire come mai che,  nonostante la politica di pulizia etnica e gli ultimi crimini di guerra commessi contro i residenti di Gaza da parte di Israele e di tutti i crimini di guerra documentati dalle principali organizzazioni per i diritti umani e nonostante la politica di colonizzazione e apartheid, alcune rispettabili aziende  e istituzioni internazionali hanno ancora una politica di “tutto come al solito” con Israele!

Non è diventato chiarissimo, dopo tutti questi anni e migliaia di rapporti da parte delle principali organizzazioni dei Diritti Umani, che a milioni di palestinesi viene negato il pieno diritto all’istruzione, alla libera circolazione, al lavoro, alla salute … ecc. Siamo privati ??di un normale vita a causa di oltre 600 posti  di controllo israeliani, dell’assedio medievale di Gaza e della discriminazione simile all’apartheid dei cittadini palestinesi in Israele. Per dirla senza mezzi termini, siamo discriminati perché non siamo nati da madri ebree allo stesso modo in cui gli africani del Sud Africa erano considerati subumani per il semplice fatto che erano nati da genitori neri.

Migliaia di palestinesi sono nelle prigioni israeliane, spesso senza processo o condannati da tribunali militari. Tutte le credibili organizzazioni internazionali per i diritti umani e le organizzazioni umanitarie hanno spiegato in dettaglio in che modo l’esercito israeliano prende di mira deliberatamente  studenti e scuole palestinesi, comprese le scuole delle Nazioni Unite. Gli studiosi e i ricercatori non dovrebbero avere familiarità con questi rapporti ?!

Crediamo che sia nostro diritto aspettarci che le persone di coscienza si uniscano a noi nella nostra lotta contro l’apartheid israeliana, boicottando questo regime israeliano intransigente, razzista e militarizzato e le istituzioni che lo mantengono fiorente! Noi, i Palestinesi, siamo un popolo oppresso senza stato. Facciamo sempre più affidamento sul diritto internazionale e sulla solidarietà per la nostra sopravvivenza.

Quello che vogliamo è l’attuazione della legge internazionale; porre fine all’occupazione militare israeliana delle terre arabe iniziata  nel 1967, combattendo contro la politica di colonizzazione e apartheid praticata da Israele contro la popolazione indigena della Palestina del 1948 e il ritorno dei profughi palestinesi che hanno subito la pulizia etnica nel 1948. Ora, questa è una richiesta per la fine dello stato di Israele ?! Si intendeva che il boicottaggio dell’apartheid  ponesse fine al Sud Africa come nazione, o ponesse fine al razzismo nella sua forma più brutta?

Israele è un colonizzatore colonialista, lo stato di apartheid e i metodi – o strumenti di lotta – usati contro l’apartheid in Sudafrica possono essere usati come modello nella nostra lotta contro l’apartheid di Israele. Trasformare Israele da uno stato di apartheid etno-religiosa a una democrazia dovrebbe essere l’obiettivo di ogni singola persona che crede nella democrazia liberale in generale.

Con la pressione imposta dalla comunità internazionale attraverso una campagna di BDS alla campagna anti-Apartheid che ha fatto finire l’apartheid in Sudafrica,  crediamo che allo stesso Israele si possa fare pressione affinché metta fina al suo sistema di oppressione a più livelli. Ciò di cui abbiamo urgente bisogno è un embargo militare contro Israele per porre fine al bagno di sangue continuo che ha luogo  a Gaza.

La campagna BDS intende fare da guida per soddisfare i diritti democratici del popolo palestinese nelle sue tre componenti. Siamo fermamente convinti che le lotte del popolo palestinese sia nel 1948 o nel 1967,  la Banca Mondiale  e la Goldman Sachs, e persino la diaspora siano inseparabili. Ecco perché crediamo che l’alternativa, basata sui diritti, alla facciata di Oslo di “pace” basata sulla normalizzazione, possa fornire a TUTTI i palestinesi una soluzione che garantisca la pace con la giustizia, vale a dire il diritto al ritorno e all’uguaglianza. Solo allora Gaza potrà essere trasformata da un campo di concentramento circondato da soldati con il grilletto facile e da cecchini in una splendida enclave costiera aperta ai cittadini di tutto il mondo per visitarla e godere della storia sua ricca, antica e multiculturale, nello stesso modo in cui la gente gode le spiagge e le riserve naturali del Sudafria multi razziale.

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/questions-and-answers-from-gaza/

Originale: non indicato

 

 

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