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12 apr 2018

 

Raid aereo israeliano: ucciso un palestinese

 

Il ministero della sanità lo ha identificato come Mohammed Jahila, di 30 anni. Secondo alcune fonti era un membro di Hamas. Sale la tensione in vista di domani, quando migliaia di palestinesi parteciperanno al terzo venerdì della Marcia del Ritorno

 

Un palestinese è stato ucciso questo pomeriggio dai soldati israeliani a est di Khan Yunis.  La situazione nell’area rimane molto tesa e domani, per la Marcia del Ritorno, iniziata il 30 marzo e che durera’ almeno sei settimane, è previsto il “venerdì delle bandiere” durante il quale saranno bruciate bandiere di Israele e issate quelle della Palestina.

 

Gerusalemme, 12 aprile 2018, Nena News –

 

Almeno un palestinese è rimasto ucciso la scorsa notte nei raid compiuti dall’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza. Il ministero della sanità lo ha identificato come Mohammed Jahila, di 30 anni, e secondo alcune fonti sarebbe un membro di Hamas. I feriti sono una decina, di cui uno grave.

Israele sostiene di aver colpito dopo che ieri era stata attaccata con un ordigno una ruspa militare sulle linee di demarcazione tra Gaza e Israele. Il portavoce militare aggiunge che la scorsa notte i palestinesi avrebbero aperto il fuoco con una mitragliatrice contro gli aerei, colpendo però una abitazione a Shaar Hanegev senza fare danni alle persone.

La situazione si fa sempre più incandescente in vista di domani quando, in occasione del venerdì islamico, migliaia di palestinesi di Gaza dovrebbero raggiungere di nuovo la fascia di territorio a ridosso di Israele per il terzo appuntamento della Marcia del Ritorno, l’iniziativa organizzata dal “Comitato nazionale per la fine dell’assedio di Gaza” per chiedere la revoca del blocco israeliano della Striscia e per il ritorno dei palestinesi ai loro villaggi d’origine.

Il 30 marzo e il 6 aprile i titatori scelti israeliani hanno aperto il fuoco contro i manifestanti uccidendone almeno 33, tra cui un giornalista e alcuni adolescenti. I feriti, tra i quali 4 donne, secondo le cifre del Ministero della sanità sono oltre 1.200 da proiettili veri, circa 1.500 per inalazione di gas lacrimogeni o colpiti da munizioni rivestite di gomma. La massa di feriti – alcuni saranno disabili a vita – ha ulteriormente appesantito la difficile situazione degli ospedali e delle cliniche di Gaza. Mancano o scarseggiano le protesi per i feriti alle ossa oltre ai medicinali salvavita per le persone con gravi patologie. “I medici gestiscono attentamente le poche risorse che abbiamo a disposizione ma non basta. Operiamo al limite, non possiamo curare in modo efficace decine di feriti gravi, colpiti da pallottole che una volta entrate nel corpo hanno provocato danni enormi”, ha dichiarato Ayman Sahbani, portavoce e direttore del pronto soccorso dell’Ospedale Shifa di Gaza city.

La Marcia del Ritorno, che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe continuare fino a metà maggio per il 70esimo anniversario della fondazione di Israele e della Nakba (“Catastrofe”) palestinese, è descritta da Israele come una iniziativa del movimento islamista Hamas per compiere violenze e trasformare le linee di demarcazione in una sorta di “zona di attrito” permanente. Nena News

 

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