https://www.dinamopress.it/

20 maggio 2019

 

“Mantenere la vitalità dell’azzardo”. Per Nanni Balestrini

editoriale  di DINAMOpress

 

Siamo partiti dai suoi romanzi, dobbiamo ammetterlo. Dagli Invisibili, dai Settanta, dall’autonomia, i circoli del proletariato giovanile. Quella scrittura senza punteggiatura ci ha immediatamente travolto, così la carica vitale del racconto, la biografia di quel futuro editore a tutti caro. Come spesso accade a chi cresce, si comincia dalla fine e poi si torna alle origini – che ovviamente non ci sono mai. Nel caso di Nanni, la sua poesia, la sua avanguardia, la sua potente artistica versatilità.

 

Grazie a Nanni, allora, abbiamo portato in forze la poesia nei nostri centri sociali. Fu lui, con Sergio Ilaria e molti di noi, a rilanciare gli slam negli spazi autogestiti; dopo che, comparsi durante la Pantera, avevano fatto perdere le loro tracce. E la domanda è sempre la solita: è possibile antagonismo politico senza grandezza lirica? La risposta, anche se ogni volta dimenticata o rimossa, è anch’essa sempre la solita: no, se la lotta di classe non ha nulla a che fare con la bellezza, non è lotta di classe. Bellezza delle parole che sono quelle e non altre, proprio in quel momento e non prima, né dopo.

 

Della poesia Nanni ci ha insegnato le ripetizioni, i concatenamenti, la casualità, il montaggio. Con la sua voce – sempre pulita, a volte debole – a raccontarci «il desiderio di fare delle forme». Noi, che non-poeti, in primo luogo dalla Signorina Richmond ci siamo fatti conquistare. E via via abbiamo cominciato a leggere prima e dopo, dopo e prima. Ascoltando un anno fa alla Galleria Nazionale, per il Sessantotto, forse l’ultima poesia (e lettura) che Nanni ci ha regalato.

 

Nanni è stato un grande del Novecento grande. Del secolo del 1917, della classe operaia. Comunista, operaista, esule; infaticabile organizzatore culturale – di riviste, mostre, documentari, ecc. Della sua lingua, delle sue parole, Nanni ha fatto armi: per le lotte dei poveri che, seppur sconfitte, esplodono sempre di nuovo. L’assenza di memoria, la gioia della ripetizione, che innova: «ogni ripetizione deve provocare un’esperienza del tutto | nuova». L’arte della vita, l’arte dei rivoluzionari, l’arte degli amanti: la stessa cosa.

Grazie Nanni.